Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Grasso corporeo dannoso non aumenta solo il girovita, ma anche il tuo rischio di demenza

L'obesità è una epidemia globale che colpisce 2 adulti su 5, ma poiché continua ad allargare il girovita in tutto il mondo, i ricercatori dell'Università del Sud Australia avvertono che il grasso corporeo dannoso può anche aumentare il rischio di demenza e ictus.


Esaminando la materia grigia del cervello di circa 28.000 persone, la loro ricerca, prima al mondo nel suo genere, ha dimostrato che un aumento del grasso corporeo porta all'aumento incrementale dell'atrofia della materia grigia nel cervello e di conseguenza a un rischio più elevato di declino della salute del cervello.


La materia grigia è una parte essenziale del cervello, responsabile del controllo esecutivo, dell'attività muscolare e sensoriale, nonché dell'apprendimento, dell'attenzione e della memoria.


L'obesità è un problema importante in tutto il mondo, con numeri quasi triplicati dal 1975. I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che oltre 1,9 miliardi di adulti sono sovrappeso, con 650 milioni di obesi. Più di 340 milioni di bambini (con età da 5 a 19 anni) sono sovrappeso o obesi, con 39 milioni di bambini sotto i 5 anni di età che ricadono in questa categoria.


Il primo autore, dott. Anwar Mulugeta della UniSA, afferma che questi risultati aumentano i problemi crescenti associati al sovrappeso o all'obesità:

"L'obesità, una condizione geneticamente complessa caratterizzata dal grasso corporeo in eccesso, e comunemente legata alla malattia cardiovascolare, al diabete di tipo 2 e all'infiammazione cronica (un marcatore di demenza), costa attualmente all'economia dell'Australia circa $ 8,6 miliardi di dollari all'anno.

"Anche se l'onere di malattia dell'obesità è aumentato negli ultimi cinque decenni, la natura complessa della malattia implica che non tutte le persone obese sono metabolicamente malsane, il che rende difficile individuare chi è a rischio di malattie associate e chi non lo è. Certamente, il sovrappeso generalmente aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete di tipo 2 e di infiammazione di basso grado, ma la comprensione del livello del rischio è importante per dirigere meglio il supporto.

"In questo studio, abbiamo esaminato le relazioni causali di individui all'interno di tre tipi di obesità metabolicamente diversi (sfavorevole, neutro e favorevole *) per stabilire se specifici gruppi di peso erano più a rischio di altri. I tre sottotipi di obesità hanno in comune un indice di massa corporea più alto, eppure, ogni tipo varia in termini di grasso corporeo e distribuzione dei grassi viscerali, con un diverso rischio di malattie cardiometaboliche.

"Abbiamo scoperto che le persone con livelli più elevati di obesità, specialmente quelli con sottotipi di adiposità metabolicamente sfavorevoli e neutri, avevano livelli molto più bassi di materia grigia nel cervello, indicando che queste persone potrebbero avere una funzione cerebrale compromessa che necessita di ulteriori indagini.

"Tuttavia, non abbiamo trovato prove conclusive che collegano uno specifico sottotipo di obesità con la demenza o l'ictus. Invece, il nostro studio suggerisce il possibile ruolo dell'infiammazione e delle anomalie metaboliche e come possono contribuire all'obesità e alla riduzione del volume della materia grigia".


Lo studio ha usato la randomizzazione mendeliana per esaminare i dati genetici di quasi 336.000 registrazioni individuali della UK Biobank con informazioni auto-riferite, e ha legato le registrazioni ospedaliere e di morte per collegare la demenza e l'ictus.


Ha scoperto che la materia grigia del cervello dei gruppi dalla mezza età alla vecchiaia (37-73 anni) diminuiva dello 0,3% per ogni kg/m2 extra, che equivale a 3 kg extra di peso per una persona di altezza media (173 cm).


L'autrice senior, prof.ssa Elina Hyppönen, direttrice dell'Australian Centre for Precision Health dell'UniSA, afferma che per la salute pubblica generale è importante mantenere un peso sano:

"È sempre più riconosciuto che l'obesità è una condizione complessa e che in particolare il grasso in eccesso che si trova intorno agli organi interni ha effetti particolarmente dannosi sulla salute.

"Qui, abbiamo usato i profili genetici e metabolici degli individui per confermare diversi tipi di obesità. In pratica, le nostre scoperte supportano molto la necessità di distinguere il tipo di obesità quando si valuta il tipo di probabile impatto sulla salute.

"Anche in un individuo con peso personale relativamente normale, il peso in eccesso intorno all'area addominale può essere una causa di preoccupazione".

 

 

(*) I tre sottotipi di obesità sono:

  1. 'Sfavorevole' - Le persone che tendono ad avere grassi attorno al basso tronco e all'area addominale; queste persone hanno un rischio più elevato di diabete di tipo 2 e di malattie cardiache.
  2. 'Favorevole' - Le persone che hanno fianchi più larghi ma un rischio più basso di diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
  3. 'Neutro' - Le persone che hanno un rischio relativamente basso o molto basso di malattie cardiometaboliche.

 

 

 


Fonte: University of South Australia (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anwar Mulugeta, Amanda Lumsden, Elina Hyppönen. Unlocking the causal link of metabolically different adiposity subtypes with brain volumes and the risks of dementia and stroke: A Mendelian randomization study. Neurobiology of Aging, 21 Feb 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.