Rischio di demenza tre volte maggiore legato a dieta carente di frutta, verdure, fagioli e tè.
Mentre le persone invecchiano, aumenta l'infiammazione all'interno del loro sistema immunitario, che danneggia le cellule. Un nuovo studio, pubblicato su Neurology®, mostra che le persone che hanno avuto una alimentazione antinfiammatoria con più frutta, verdura, fagioli e tè o caffè, hanno un rischio più basso di sviluppare la demenza più tardi nella vita.
"Potresti avere alcuni potenti strumenti nutrizionali nella tua casa per aiutare a combattere l'infiammazione che contribuisce all'invecchiamento del cervello", ha detto l'autore senior dello studio Nikolaos Scarmeas MD/PhD, della National e Kapodistrian University of Athens in Grecia. "La dieta è un fattore di stile di vita che puoi modificare, e potrebbe avere un ruolo nella lotta all'infiammazione, uno dei percorsi biologici che contribuiscono al rischio di demenza e ai danni cognitivi più avanti nella vita".
Lo studio ha esaminato 1.059 greci con un'età media di 73 anni che non avevano demenza. Ogni persona ha risposto a un questionario sulla frequenza alimentare usato di solito per determinare il potenziale infiammatorio della dieta di una persona.
Il questionario cercava informazioni sui principali gruppi alimentari consumati durante il mese precedente, come prodotti lattiero-caseari, cereali, frutta, verdura, carne, pesce, legumi (che includono fagioli, lenticchie e piselli), grassi aggiunti, bevande alcoliche, stimolanti e dolci.
Un possibile punteggio infiammatorio dietetico può variare da -8,87 a 7,98, con i punteggi più elevati che indicano una dieta più infiammatoria, che comprende meno porzioni di frutta, verdure, fagioli e tè o caffè. Scarmeas nota che diversi nutrienti in tutti gli alimenti contribuiscono alla natura infiammatoria della dieta di una persona.
I ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre gruppi uguali: quelli con punteggi infiammatori dietetici più bassi, con punteggi medi e con punteggi più alti. Quelli del gruppo con punteggi più bassi di -1.76, che indica una dieta più antinfiammatoria, avevano mangiato una media settimanale di 20 porzioni di frutta, 19 di verdure, quattro di fagioli o altri legumi e 11 di caffè o tè. Quelli nel gruppo con i punteggi superiori a 0,21, che indicano una dieta più infiammatoria, avevano mangiato una media settimanale di 9 porzioni di frutta, 10 di verdure, 2 di legumi e 9 di caffè o tè.
I ricercatori hanno seguito ciascuna persona in media per 3 anni. Nel corso dello studio, 62 persone (6%) hanno sviluppato la demenza. Le persone che hanno sviluppato la demenza avevano un punteggio medio di -0.06, rispetto a quello medio di -0.70 di coloro che non hanno sviluppato la demenza.
Dopo aver aggiustato i dati per età, sesso e istruzione, i ricercatori hanno scoperto che ogni punto di aumento del punteggio infiammatorio dietetico si è associato a un aumento del 21% del rischio di demenza. Rispetto al terzo più basso dei partecipanti che hanno seguito la dieta meno infiammatoria, quelli nel terzo superiore hanno avuto il triplo delle probabilità di sviluppare la demenza.
"I nostri risultati ci stanno avvicinando a caratterizzare e misurare il potenziale infiammatorio della dieta delle persone", ha detto Scarmeas. "Ciò a sua volta potrebbe aiutare a informare raccomandazioni dietetiche più personalizzate e precise, e altre strategie per mantenere la salute cognitiva".
Lo studio era osservazionale, non un esperimento clinico. Non dimostra che seguire una dieta antinfiammatoria impedisce l'invecchiamento del cervello e la demenza, mostra solo un'associazione. Un'ulteriore limitazione è costituita dai 3 anni di analisi dello studio. Sono necessari studi più lunghi per confermare e replicare questi risultati.
Fonte: American Academy of Neurology (AAN) (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Sokratis Charisis, Eva Ntanasi, Mary Yannakoulia, Costas Anastasiou, Mary Kosmidis, Efthimios Dardiotis, Antonios Gargalionis, Kostas Patas, Stylianos Chatzipanagiotou, Ioannis Mourtzinos, Katerina Tzima, Georgios Hadjigeorgiou, Paraskevi Sakka, Dimitrios Kapogiannis, Nikolaos Scarmeas. Diet Inflammatory Index and Dementia Incidence: A Population-Based Study. Neurology, Nov 2021, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.