Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto meccanismo neurale cruciale che supporta le abilità cognitive avanzate

Gli scienziati del Mount Sinai hanno scoperto un meccanismo neurale che si ritiene supporti le abilità cognitive avanzate, come la pianificazione e la risoluzione dei problemi. Lo fa distribuendo informazioni dai singoli neuroni a popolazioni più ampie di neuroni nella corteccia prefrontale, l'area del cervello che memorizza temporaneamente le informazioni e le manipola.

Rich Neuron

È ben assodato che gli umani possono tenere in mente solo una quantità limitata di informazioni, e che impiegano diverse strategie cognitive, come organizzare le informazioni in elenchi o gruppi, per superare questi vincoli.


Il team di ricerca ha rilevato che, quando il cervello usa queste strategie per organizzare le informazioni, i codici neurali nella corteccia prefrontale diventano meno dipendenti dalle risposte altamente selettive di singoli neuroni. Al contrario, sono distribuiti tra un gruppo più grande di neuroni, che possono rendere le informazioni più affidabili o robuste. I risultati sono stati pubblicati online su Neuron il 20 dicembre.


"Il nostro studio introduce nel campo una nuova prospettiva importante su come il cervello assegna le risorse per migliorare le prestazioni cognitive"
, afferma l'autrice senior Erin Rich MD/PhD, prof.ssa associata di neuroscienze al Mt Sinai. "I risultati del nostro studio aiuteranno gli scienziati a capire meglio, e in futuro potenzialmente a trattare, i disturbi della memoria e della cognizione".


Lo studio è stato guidato da Feng-Kuei Chiang PhD, post-dottorato del laboratorio della dott.ssa Rich, che aveva studiato in precedenza le funzioni della corteccia prefrontale nei compiti di sequenziamento.


Finora gli studi di codifica neurale, che trasforma gli impulsi elettrici dei neuroni in ricordi, conoscenze, decisioni e azioni, si sono concentrati sulle risposte selettive di singoli neuroni. Il team del Mt Sinai ha dimostrato le carenze di tale approccio, progettando un compito che sondava i cambiamenti nella corteccia prefrontale che migliorano le prestazioni cognitive. L'attività ha permesso ai soggetti di usare una strategia mnemonica (o aiuto alla memoria) per ordinare le informazioni in una sequenza.


"Abbiamo scoperto che i soggetti hanno generato spontaneamente diversi schemi di selezione, comprese delle sequenze di routine, per ridurre le esigenze della memoria di lavoro per quell'attività", ha affermato il dott. Chiang.


I ricercatori sono stati sorpresi di scoprire che le risposte interpretabili dei singoli neuroni erano un predittore carente di prestazioni della memoria quando i soggetti usavano la strategia di sequenziamento per organizzare le informazioni tenute in mente. L'uso della strategia ha ridotto i tassi di errore nel compito, ma l'attività dei singoli neuroni sembrava trasmettere meno informazioni.


Sono riusciti a conciliare questi risultati dimostrando che le informazioni non erano perse, ma distribuite più ampiamente tra una popolazione più estesa di neuroni. Le informazioni pertinenti del compito potevano essere recuperate allo stesso modo, o meglio, quando i codici erano dominati da un numero minore di neuroni altamente sintonizzati, e i codici distribuiti sembravano essere più affidabili, poiché miglioravano le prestazioni comportamentali.


La dott.ssa Rich spiega:

"Questa è una nuovissima scoperta sulla natura dei codici prefrontali, e potrebbe indicare un meccanismo neurale chiave che supporta capacità cognitive avanzate, come pianificare, creare strategie e risolvere problemi, che dipendono dall'organizzazione in tempo reale delle informazioni.

"Spostando l'attenzione dalle risposte selettive di singoli neuroni, abbiamo dimostrato che per sviluppare nuove strategie che migliorano le prestazioni cognitive o che trattano i disturbi cognitivi, deve essere considerata l'attività collettiva di popolazioni neurali".

 

 

 


Fonte: The Mount Sinai (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Feng-Kuei Chiang, Joni Wallis, Erin Rich. Cognitive strategies shift information from single neurons to populations in prefrontal cortex. Neuron, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)