Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta chiarisce come muoiono i neuroni nelle malattie da prioni

Dei ricercatori mostrano come si formano gli aggregati tossici all'interno delle cellule cerebrali e come bloccare il processo di uccisione cellulare, che può anche essere al lavoro nell'Alzheimer e in altre.malattie neurodegenerative.

Neurons grown in culture expressing a mutant prion proteinNeuroni coltivati che esprimono proteine prioni mutanti (ciano) causa di malattia da prioni negli esseri umani. Questi neuroni mostrano assoni rigonfi che contengono aggregati di proteine mutanti tossiche. (Fonte: Adriaan Verhelle e Yin Wu / Scripps Research)

Le malattie da prioni, come la malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD), sono sindromi fastidiose e fatali di demenza associate alla formazione di aggregati di proteine prioni (PrP). Come si formano questi aggregati dentro le cellule cerebrali, e le uccidono, non è mai stato chiarito del tutto, ma un nuovo studio eseguito allo Scripps Research suggerisce che gli aggregati uccidono i neuroni danneggiando i loro assoni, le strette fibre nervose attraverso le quali inviano segnali ad altri neuroni.


L'accumulo di aggregati di proteine ​​negli assoni, insieme ai gonfiori assonali e ad altri segni di disfunzione, sono caratteristiche iniziali anche di altri disturbi neurodegenerativi che includono l'Alzheimer e il Parkinson. La scoperta del modo in cui si formano questi aggregati di prioni negli assoni e come impedirlo, riferito su Science Advances, può infine avere un significato che va ben oltre le malattie da prioni.


L'autrice senior dello studio Sandra Encalada PhD, prof.ssa associata nel Dipartimento di Medicina molecolare allo Scripps Research, afferma:

"Siamo fiduciosi che questi risultati porteranno a una migliore comprensione dei prioni e di altre malattie neurodegenerative, nonché a nuove strategie per trattarle".


Nel loro studio i ricercatori hanno osservato attentamente le copie mutanti, causa di malattia, di PrP che formano grandi aggregati negli assoni dei neuroni, ma non nei loro corpi cellulari. La formazione di questi aggregati è seguita da segni di disfunzione assonale e alla fine dalla morte neuronale.


Gli scienziati hanno trovato prove che i processi di smaltimento dei rifiuti dei neuroni sono di norma in grado di far fronte a tali aggregati, quando sono all'interno o vicino ai corpi cellulari dei neuroni, ma lo sono molto meno quando gli aggregati si accumulano lontano, negli assoni.


I ricercatori hanno anche identificato un complesso di proteine ​​chiave come responsabili di dirigere le PrP negli assoni, e di causare l'aggregazione associata a grandi gonfiori assonali. Hanno dimostrato che silenziare ognuna di queste proteine ​​potrebbe impedire la formazione degli aggregati e proteggere i neuroni da danni e morte.

 

Assoni vulnerabili

La CJD è la malattia da prioni umana più comune, che insorge al ritmo di circa un caso per milione di persone all'anno in tutto il mondo. La maggior parte dei casi si ritiene che sorga spontaneamente quando le PrP sono alterate in qualche modo nel cervello e iniziano ad aggregarsi.


Poiché questi aggregati crescono con un processo di reazione a catena che attinge dalle copie sane di PrP, in rari casi (per esempio, durante l'operazione chirurgica di trapianto corneale) possono trasmettere la CJD da una persona all'altra. Circa il 15% dei casi è ereditario, causato da mutazioni che rendono le PrP più prone ad aggregarsi. I disturbi da prioni si verificano in altri mammiferi e si considera che siano causati da aggregazioni tossiche simili di specie diverse di proteine ​​PrP.


Nello studio, la squadra della Encalada ha usato cellule cerebrali di topo contenenti PrP mutanti, insieme a tecniche di microscopia con immagini in movimento, per studiare l'accumulo iniziale di aggregati di PrP negli assoni. L'assone di un neurone è spesso molto lungo in relazione al suo corpo principale - il soma - e si è rivelato univocamente vulnerabile alle rotture dei suoi sistemi delicati di trasporto di molecole essenziali e di quelli per l'eliminazione dei rifiuti.


La funzione ordinaria delle PrP nei neuroni non è mai stata chiarita, ma la proteina sembra essere secreta normalmente, tramite contenitori simili a sacchetti chiamati vescicole, dal soma e dall'assone, dove a volte ritorna per essere riciclata o degradata come rifiuto. I ricercatori hanno scoperto nei loro esperimenti che anche le PrP mutanti prodotte nel soma sono in gran parte incapsulate in vescicole che si trasferiscono nell'assone lungo binari chiamati microtubuli.


Questo movimento coinvolge un sistema di traffico di vescicole in qualche modo complesso, e i ricercatori hanno osservato che questo sistema devia gran parte delle PrP molto lontano, negli assoni, dove le vescicole contenenti PrP si uniscono e si fondono.


Le PrP mutanti in questa situazione formano grandi aggregati (la Encalada li chiama endoggresomi) di cui gli assoni non possono sbarazzarsi. Gli aggregati portano a gonfiori assonali e altri segni di disfunzione, compresa una riduzione della segnalazione neuronale del calcio e, in definitiva a un tasso di mortalità neuronale molto più alto rispetto ai neuroni con PrP normali.


I ricercatori hanno anche trovato un modo per contrastare la formazione di endoggresomi. Hanno identificato quattro proteine (Arl8, kinesina-1, Vps41 e SKIP) che sono responsabili della deviazione delle vescicole contenenti PrP verso gli assoni, di portarle lontano nel soma e di fonderle con altre vescicole contenenti PrP attivando la formazione di aggregati.


Quando hanno silenziato una di queste proteine, negli assoni sono entrate molte meno vescicole contenenti PrP, gli assoni hanno mostrato pochi segni, o nessuno, di aggregazione, e i neuroni hanno funzionato normalmente o quasi normalmente e sono sopravvissuti come le cellule cerebrali normali.


I risultati puntano alla possibilità allettante che le malattie da prioni, e forse molte altre malattie con aggregati di proteine ​​del cervello, possono essere prevenute o trattate interrompendo, almeno temporaneamente, il traffico che porta negli assoni le proteine ​​aggregate incapsulate-in-vescicola, e prone all'aggregazione.


"Siamo molto entusiasti della scoperta di molecole che possono inibire questo percorso che forma aggregati e di studiare gli effetti di tali inibitori nei modelli animali di prioni e di altre malattie neurodegenerative", afferma la Encalada.

 

 

 


Fonte: Scripps Research Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Romain Chassefeyre, Tai Chaiamarit, Adriaan Verhelle, Sammy Weiser Novak, Leonardo Andrade, André Leitão, 5Uri Manor, Sandra Encalada. Endosomal sorting drives the formation of axonal prion protein endoggresomes. Science Advances, 22 Dec 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.