Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un caregiver familiare di Alzheimer su tre ha sintomi persistenti di depressione

Oltre il 60% dei caregiver familiari di individui con morbo di Alzheimer (MA) sperimentava sintomi almeno lievi di depressione già al momento della diagnosi dell'individuo con MA. In un terzo di essi, i sintomi depressivi sono peggiorati durante uno studio durato cinque anni.


La ricerca condotta all'Università della Finlandia Orientale includeva 226 caregiver familiari di individui con MA. I sintomi depressivi dei caregiver familiari sono stati monitorati per 5 anni, a partire dalla diagnosi dell'individuo con MA. Il 61,5% dei caregiver familiari ha manifestato sintomi depressivi nel momento in cui c'è stata la diagnosi dell'individuo con MA.


In più della metà di essi, i sintomi depressivi sono rimasti lievi durante il periodo di studio e persino diminuiti in alcuni casi, ma per un terzo di essi c'è stato un aumento. Nei caregiver familiari i cui sintomi depressivi sono peggiorati durante lo studio, i sintomi sono aumentati soprattutto nel 3° e 5° anno dopo la diagnosi dell'individuo con MA.


I caregiver familiari con sintomi in peggioramento erano in genere donne che si prendevano cura del coniuge, che aveva anche altri sintomi neuropsichiatrici. Tuttavia, la capacità funzionale dell'individuo con MA, o la gravità della sua malattia, non erano associate ai sintomi depressivi del caregiver familiare.


I sintomi depressivi indeboliscono, da parte loro, la salute dei caregiver familiari. Finora erano scarsi i dati su come cambiano questi sintomi nel corso degli anni di assistenza familiare e in che modo i caregiver familiari differiscono uno dall'altro.

 

Si dovrebbe monitorare anche la salute e il benessere del caregiver familiare

La prof.ssa Tarja Välimäki del Dipartimento di Scienze infermieristiche dell'Università della Finlandia Orientale, afferma:

"Secondo questo studio, circa un terzo dei caregiver familiari sperimenta una depressione persistente quando assiste un familiare. Sembra che la gravità o la progressione del disturbo della memoria non spieghi i sintomi dei caregiver familiari, ma sono piuttosto correlati a contesti individuali" .

"I caregiver familiari entrano nella situazione di assistenza, che spesso dura molti anni, da contesti diversi, e queste differenze persistono".


I risultati supportano i risultati precedenti dello studio ALSOVA che suggeriscono che sarebbe possibile identificare i caregiver familiari che accumulano diversi fattori di tensione durante gli anni di assistenza. L'assistenza familiare implica anche il mantenimento della salute e della buona vita dei caregiver familiari.


“È importante considerare la salute del caregiver familiare già quando si esamina la situazione dell'individuo con MA. La valutazione e il monitoraggio continuo della salute e del benessere dei caregiver familiari dovrebbero essere inclusi nel trattamento dei disturbi della memoria"
, afferma la Välimäki.


La ricerca è stata condotta nell'ambito dello studio ALSOVA all'Università della Finlandia Orientale, che ha condotto uno studio quinquennale su individui con MA di recente diagnosi e i loro caregiver familiari. Lo studio multidisciplinare combina competenza medica, terapeutica, economica, farmacologica e psicologica. Tutti i partecipanti allo studio con diagnosi di MA sono stati esaminati e trattati in conformità con le attuali linee guida di assistenza per il MA.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: T Välimäki, ...[+3], I Hallikainen. Different Trajectories of Depressive Symptoms in Alzheimer’s Disease Caregivers – 5-Year Follow-Up. Clinical Gerontologist, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.