Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


In USA la demenza diventa un'emergenza 1,4 milioni di volte all'anno

Incidenti e disturbi comportamentali in cima alla lista delle ragioni per le visite al PS, suggeriscono la necessità di un migliore supporto al caregiver per prevenire le crisi.

Un pronto soccorso affollato, intasato e confuso non è un luogo ideale per una persona con demenza. Ma 1,4 milioni di volte all'anno, le persone con morbo di Alzheimer (MA) e altre forme di demenza finiscono in PS, secondo uno studio.


Insieme, costituiscono quasi il 7% di tutte gli accessi al PS per qualsiasi motivo da parte di over-65, secondo i risultati di una studio eseguito all'Università del Michigan, pubblicato su Jama Neurology. E rispetto ai coetanei senza demenza, questi pazienti hanno un tasso doppio di accesso al PS dopo un incidente o una crisi comportamentale o di salute mentale.


Essendoci circa 6 milioni di americani con demenza, lo studio suggerisce che, supportando meglio i caregiver di demenza, ci sono molte opportunità di prevenire visite future al PS. La prima autrice Lauren B. Gerlach DO/MSc, afferma che i risultati potrebbero aiutare a delineare gli sforzi per aiutare i caregiver familiari e il personale delle case di riposo a ridurre i rischi di lesioni e prevenire l'agitazione, l'aggressione e i comportamenti angoscianti delle persone con demenza.


"Anche se la demenza è ritenuta un disturbo cognitivo o della memoria, sono gli aspetti comportamentali della malattia come ansia, agitazione e disturbi del sonno che possono causare più stress per caregiver e pazienti", ha affermato la Gerlach, psichiatra geriatrica di Michigan Medicina, il centro medico accademico della U-M. "Il PS spesso non è il posto giusto per gestire questi comportamenti. Dobbiamo davvero fare di meglio per supportare i caregiver, in modo che ci siano alternative al PS".


Il PS, per la persona con demenza, può essere un'esperienza molto disorientante, spiega la Gerlach:

"Ciò è particolarmente vero nel contesto di un PS intasato in cui le visite possono durare molte ore e i pazienti possono avere difficoltà a capire cosa sta accadendo o a comunicare i loro bisogni. Anche un prelievo del sangue di routine eseguito da una persona sconosciuta può essere un'esperienza molto spaventosa per un paziente con demenza avanzata".


A peggiorare le cose, i sintomi comportamentali comuni in questo gruppo possono portare al trattamento con sedativi potenzialmente pericolosi. Lo studio mostra che i pazienti del PS con demenza ricevono più del doppio di antipsicotici degli altri pazienti di PS over-65 durante la loro visita.


Tali farmaci, spesso usati per sedare le persone con demenza e calmare i loro sintomi comportamentali, possono comportare gravi rischi se usati a lungo termine, incluso l'aumento del rischio di incidenti e di morte, come evidenziato negli avvertimenti della FDA.


Molto tempo dopo la fine dell'emergenza, la preoccupazione è che questi farmaci antipsicotici e sedativi appena iniziati potrebbero quindi continuare a essere prescritti a lungo termine, mettendo a rischio i pazienti con demenza, ha affermato la Gerlach.


Lo studio aggiunge anche prove che gli anziani con demenza possono essere trattati in modo diverso nel PS. Le persone con demenza avevano molte più probabilità di quelle senza di subire un test delle urine o una TAC della testa.


"La difficoltà dei pazienti con demenza di comunicare verbalmente i loro sintomi può rendere difficile distinguerne la causa", spiega la Gerlach. "È correlato a un cambiamento nell'ambiente, a difficoltà tra paziente e caregiver o a una questione medica sottostante?"


Ad esempio, le infezioni del tratto urinario possono causare dolore che può portare all'agitazione o all'aggressività in una persona con demenza, che potrebbe non essere in grado di esprimere ciò che prova. Tuttavia, queste sfide possono talvolta portare a test e scansioni indiscriminati, aggiunge la Gerlach.


I dati per lo studio provenivano dal National Hospital Ambulatory Medical Care Survey condotto dai Centri Controllo e Prevenzione Malattie, che includono informazioni su over-65, indipendentemente dalla forma di copertura sanitaria che avevano.


La Gerlach e Matthew A. Davis PhD, professore associato della facoltà di infermieristica della U-M, notano che non ci sono molte ricerche sulle cure di emergenza per le persone con demenza, nonostante il fatto che medici e caregiver che si prendono cura di tali pazienti sappiano per esperienza che le emergenze possono essere comuni.

 

Aiutare i caregiver a prevenire e rispondere alle crisi legate alla demenza

Lo stress e il burnout [=stress psico-fisico) del caregiver per mancanza di sollievo o supporto possono avere un ruolo nella necessità di rivolgersi al PS per le persone con demenza, ha osservato la Gerlach, che è assistente prof.ssa nel dipartimento di psichiatria della U-M.


Lei vede con favore una regola proposta da Medicare che consentirebbe ai team di assistenza sanitaria di essere rimborsati per sessioni che educano i caregiver familiari, anche su come prevenire o calmare i sintomi comportamentali dei loro cari. Un approccio a questo, chiamato DICE, è stato sviluppato nella divisione di Psichiatria Geriatrica di Michigan Medicine ed è ora disponibile online per i caregiver di demenza ovunque.


Ai caregiver dei suoi pazienti, la Gerlach raccomanda anche i programmi di supporto al caregiver e informazioni dell'Alzheimer's Association e i video dell'UCLA Health, disponibili in più lingue, per aiutare a gestire questi comportamenti. Coloro che vivono con persone che hanno demenza dovrebbero anche considerare cambiamenti di sicurezza in casa per ridurre i rischi di cadute e la possibilità di altre lesioni.


"È importante adeguare l'ambiente domestico alle loro esigenze e capacità, per ridurre il rischio di cure di emergenza necessarie"
, ha affermato la Gerlach.


Può aiutare anche la nascita di dipartimenti di emergenza o aree di emergenza specializzati in geriatria all'interno di PS allargati, ha osservato la Gerlach, ma non sono disponibili in tutte le aree. È anche importante che le famiglie siano realistiche quando è il momento di rivolgersi al PS per la persona amata con demenza.


Se l'aggressività fisica o il rischio di cadute diventa troppo arduo da gestire per un caregiver familiare, la sicurezza del paziente e del caregiver devono superare il desiderio di tenerli a casa, afferma la Gerlach: "Ma prima, c'è molto che possiamo fare in ambiente ambulatoriale per aiutare a prevenire la crisi e la necessità di accedere al PS".

 

 

 


Fonte: Kara Gavin in Michigan Medicine - University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: LB Gerlach, [+2], MA Davis. Characteristics of Emergency Department Visits Among Older Adults With Dementia. JAMA Neur., 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)