Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La fillodulcina potrebbe essere un potenziale farmaco per l'Alzheimer

Phyllodulcin amyloid beta Cho et alFillodulcina promuove il potenziamento a lungo termine dell'ippocampo nei topi (Fonte: Cho et al)

Il morbo di Alzheimer (MA) è il disturbo neurodegenerativo più comune al mondo, associato a sintomi come perdita di memoria e deterioramento cognitivo. Si ritiene che le lesioni cerebrali causate dall'aggregazione di amiloide-β (Aβ) e dai grovigli neurofibrillari di tau siano la causa principale del MA. Pertanto, gli agenti terapeutici che controllano l'aggregazione di Aβ possono essere utili per ritardare l'insorgenza e la progressione del MA.


Anche se sono stati sviluppati molti farmaci che puntavano l'Aβ, nessuno è riuscito a dimostrarsi efficace nelle sperimentazioni cliniche. Inoltre, l'uso di farmaci anticorpi approvati è associato ad alti costi di trattamento ed efficacia incerta. Pertanto, è necessario sviluppare un farmaco semplice ed efficiente che punti l'Aβ per trattare il MA.


Uno di questi agenti terapeutici potrebbe essere la filloduclina, un agente dolcificante naturale che si trova nell'Hydrangea macophylla var. thunbergia, una pianta origiaria del Giappone. Studi precedenti hanno dimostrato che la filloduclina, un tipo di polifenolo, può penetrare efficacemente la barriera emato-encefalica e distribuirsi uniformemente nel cervello. Inoltre, ricerche recenti suggeriscono che i polifenoli possono inibire anche l'aggregazione di Aβ.


Tuttavia, finora non è stato studiato il ruolo della filloduclina per la gestione del MA. Perciò l'assistente professor Se Jin Jeon della Sahmyook University in Corea del Sud, insieme a un gruppo di ricercatori coreani, ha studiato l'effetto della filloduclina sull'aggregazione dell'Aβ e su varie caratteristiche patologiche in un animale modello di MA.


Parlando della logica alla base di questo studio, pubblicato su Biomedicine & Pharmacotherapy, l'assistente professore Jeon afferma:

“Ci siamo concentrati sull'aumento di prove riguardanti la filloduclina usando varie tecniche sperimentali. Abbiamo ipotizzato che la filloduclina possa entrare nel cervello e inibire l'aggregazione di Aβ, con conseguente miglioramento di varie lesioni cerebrali che compaiono nel MA. Per esaminare la nostra ipotesi, abbiamo studiato l'effetto della filloduclina sull'aggregazione Aβ e su vari segni patologici in un animale modello di MA".


In esperimenti sia in vivo (cellule) che in vitro (animale modello), i ricercatori hanno dimostrato che la filloduclina può inibire in modo efficiente l'aggregazione di Aβ e decomporre l'accumulo di pre-aggregati di Aβ. Inoltre, un saggio di tossicità ha rivelato che la filloduclina impedisce la neurotossicità indotta da Aβ e lo ha attribuito alla riduzione di aggregati Aβ.


Per gli esperimenti in vivo, i ricercatori hanno usato topi 5xFAD maschi (un ceppo di topi transgenici) che sono modello di MA, e topi di tipo selvaggio, somministrando a tutti per via orale la filloduclina o un farmaco di controllo, una volta ogni 3 giorni per un mese. Le analisi elettrofisiche e immunoistochimiche successive hanno rivelato che la filloduclina ha ridotto il deterioramento della memoria causato dall'accumulo di proteine amiloidi.


L'ippocampo è il sito dove si forma la memoria, ma nel MA tale azione è inibita dai ciuffi di Aβ, che ne impediscono la formazione. È interessante notare che gli esperimenti hanno rivelato che la filloduclina può contrastare questo effetto riducendo la deposizione di Aβ nell'ippocampo e potenziando i processi legati alla memoria. Inoltre, ha anche ridotto al minimo la neuroinfiammazione nell'ippocampo e ha inibito l'attivazione di microglia e astrociti (cellule con un ruolo chiave nella neuroinfiammazione del MA).


Approfondendo ulteriormente questi risultati, l'assistente professore Jeon afferma:

"Il nostro studio è il primo a riferire che la filloduclina può modificare la patogenesi sottostante il MA, suggerendo la possibilità di prevenire la demenza o ritardare la progressione della malattia. Ci vorranno più di 20 anni per sviluppare un trattamento, ma in questa fase, potremmo usare i risultati di questo studio come mappa-guida che può aiutare a prevenire o migliorare i sintomi della demenza".


Egli spera che gli sforzi di questo studio aiutino a realizzare la grande promessa di un trattamento mostrata da questo dolcificante naturale, per gestire il MA.

 

 

 


Fonte: Sahmyook University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: E Cho, [+8], D Hyun Kim, Phyllodulcin improves hippocampal long-term potentiation in 5XFAD mice, Biomed & Pharm, 2003, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)