Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Obesità e declino cognitivo: tessuto adiposo legato a volume cerebrale minore in aree cruciali

L'obesità è un problema di sanità pubblica che riguarda gran parte del mondo sviluppato e in via di sviluppo, in quanto aumenta il rischio di diabete di tipo 2, malattie epatiche, malattie cardiovascolari, problemi di sonno e dozzine di altre condizioni croniche che possono ridurre la qualità di vita e potenzialmente essere fatali. Negli Stati Uniti, si stima che il 42,4% degli adulti sia obeso (il 9,2% dei quali ha obesità grave) e un altro 30,7% degli adulti è in sovrappeso.

Mentre i medici dovrebbero evitare di perpetuare una cultura che si fissa su numeri arbitrari o fa vergognare gli individui facendo loro credere che esiste un tipo di corpo ideale, spesso non ottenibile, che devono perseguire per essere sani, anche i pazienti devono riconoscere i rischi associati a grassi corporei eccessivi. Ci sono persone di ogni forma e dimensione e non esiste un tipo migliore di composizione corporea (muscoli, grassi, ossa e acqua), ma ci sono gamme preferibili di una salute ottimale. I medici devono tenere presente questo punto.

Ci sono innumerevoli studi che hanno mostrato una forte associazione tra tipi di condizioni metaboliche e le malattie croniche indicate sopra, ma sono più limitate le prove a supporto di una correlazione tra grasso corporeo in eccesso e disturbi neurocognitivi. Tuttavia, un nuovo studio di Raji e colleghi, pubblicato su Aging and Disease ha scoperto che l'eccesso di grasso influisce sulla salute del cervello. E mostra pure che un tipo specifico di grasso sembra essere associato con forza al declino cognitivo e alla demenza.

 

Grasso viscerale e grasso sottocutaneo

Il grasso è una parte essenziale del corpo e ne abbiamo bisogno di una certa quantità per immagazzinare energia, mantenerci caldi e regolare le funzioni corporee, come il sistema immunitario e il metabolismo. Il grasso diventa problematico solo quando ce n'è troppo, specialmente quando si accumula nell'addome, dove è noto come grasso viscerale (o tessuto adiposo viscerale). Si distingue dal grasso sottocutaneo, che è il tipo di grasso che si trova tra la pelle e i muscoli.

Sebbene tutto il grasso sia ormonalmente attivo e rilasci numerose molecole di segnalazione che possono portare all'infiammazione, il grasso viscerale è più attivo del grasso sottocutaneo, ecco perché il grasso viscerale eccessivo è un problema di salute così importante. L'infiammazione cronica può interrompere la corretta funzione del sistema immunitario e del tratto gastrointestinale, portando a una serie di sintomi come infezioni frequenti, affaticamento e problemi di sonno. L'infiammazione cronica può anche colpire il tessuto nel sistema nervoso centrale (SNC), poiché l'infiammazione può diffondersi nel cervello e causare neuroinfiammazione, portando a sintomi come depressione e ansia, nonché a volumi di cervello più bassi in alcuni scenari, come afferma lo sudio su Aging and Disease.

 

Eccesso di grasso e Alzheimer

Lo studio di Raji si basa su un'analisi di 10.001 partecipanti. Ciò che gli autori hanno trovato è stata una chiara correlazione tra aumento della composizione del grasso corporeo in mezza età (da 40 a 60 anni) e volumi ridotti di aree chiave nel cervello: ippocampo, cingolato posteriore e precuneo, tra gli altri. Il team si è concentrato su queste 3 aree del cervello perché sono influenzate all'inizio della progressione patologica del morbo di Alzheimer (MA). Sono responsabili in gran parte della creazione e della conservazione della memoria a breve termine, nonché della regolazione dell'umore e delle emozioni. Fanno anche parte della rete di modalità predefinita, che è attiva quando un individuo diventa più introspettivo e meno focalizzato sul mondo esterno.

I partecipanti allo studio che avevano più tessuto adiposo, in particolare viscerale, avevano maggiori probabilità di mostrare una riduzione del volume di queste aree del cervello, il che indica con forza una maggiore suscettibilità al MA. Secondo gli autori, l'associazione tra volume più elevato di grasso viscerale e volumi più bassi delle sezioni specifiche del SNC sopra indicate, è mediata dalle molecole pro-infiammatorie che attraversano la barriera emato-encefalica (BEE) e causano neuroinfiammazione.

Le aree sopra indicate sono colpite più di altre parti del SNC perché sono costituite da quella che è chiamata materia grigia, invece di materia bianca. La prima si affida di più alla BEE per protezione, rispetto alla seconda, che è protetta da una proteina isolante chiamata mielina.

Da notare che il team ha scoperto che anche il grasso sottocutaneo aveva una relazione forte con volumi più bassi del cervello, ma crede che questa relazione sia dovuta al fatto che circa il 90% del grasso corporeo totale è sottocutaneo e il 10% viscerale. In altre parole, quando le dimensioni del campione sono uguali, il tessuto adiposo viscerale produce più infiammazione del sottocutaneo, ma il secondo è 9 volte di più del primo.

 

Perché ciò è importante per la psichiatria

I pazienti con disturbi psichiatrici hanno circa il 50% in più di probabilità di essere obesi rispetto alla popolazione generale. L'aumento del rischio non dipende solo dalla genetica o dallo stile di vita, ma alcuni farmaci psichiatrici - in particolare gli antipsicotici atipici - possono contribuire a un rapido aumento di peso. Di conseguenza, dobbiamo considerare gli effetti a valle di questi farmaci.

Oltre a ciò, i medici devono assumere una visione più trascendente della medicina e riconoscere il ruolo centrale che hanno le scelte di dieta, esercizio fisico, sonno e stile di vita nel mantenere la salute e il benessere generale. Sebbene il nostro campo sia dedicato al trattamento delle malattie mentali e alla promozione della salute mentale dei pazienti, è seriamente obsoleta l'idea che gli psichiatri debbano preoccuparsi solo di ciò che accade al di sopra delle spalle dei pazienti e lasciare il resto ad altri specialisti o generalisti.

L'infiammazione cronica dovuta all'obesità o ad altri fattori aggrava chiaramente i sintomi psichiatrici esistenti e, come indica lo studio di cui sopra, accelera il declino neurocognitivo.

Se vogliamo promuovere la salute del cervello e il benessere soggettivo, dobbiamo considerare questi fattori. Come spesso accade, un grammo di prevenzione vale un chilo di cura e gli psichiatri clinici sono in una posizione unica per incoraggiare i pazienti ad attivarsi per migliorare la loro salute generale attraverso dieta migliore, esercizio fisico e altri interventi di stile di vita.

 

 

 


Fonte: Samoon Ahmad MD, professore di psichiatria alla New York University, capo unità di psichiatria ospedaliera al Bellevue Hospital.

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.