Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoprire che le statine potrebbero rallentare la demenza stimola ulteriori ricerche

Un nuovo studio guidato da ricercatori del Karolinska Institutet, e pubblicato su Alzheimer Research and Therapy, ha concluso che le statine abbassa-grassi nel sangue potrebbero rallentare la progressione del morbo di Alzheimer (MA), almeno per alcuni pazienti. Ma i ricercatori sono cauti nella loro interpretazione e vedono i risultati come un primo passo in un viaggio di ricerca che potrebbe infine fornire la risposta.

Un nuovo studio mostra che le persone con demenza di MA hanno avuto un deterioramento più lento delle loro funzioni cognitive quando sono state trattate anche con una statina per abbassare i lipidi, rispetto a quelle che non sono state trattate. Tuttavia, lo studio è osservazionale, perché i ricercatori hanno confrontato i dati dei pazienti in un registro e quindi non possono rispondere se esiste davvero una relazione causale. Pertanto, i ricercatori sono cauti a interpretare i dati.

“Le persone con demenza di MA trattate con statine hanno avuto un migliore sviluppo cognitivo nel tempo. Tuttavia, i risultati dello studio non significano che ora abbiamo prove che le persone con demenza dovrebbero essere trattate con statine. Dall'altra parte, non possiamo vedere alcun supporto per non farlo. Quindi, se una persona ha bisogno di statine per i lipidi alti, una diagnosi di demenza non dovrebbe fermare il trattamento", afferma Sara Garcia-Ptacek, prof.ssa associata di neuroscienze e docente senior del Dipartimento di Neurobiologia, Scienze dell'assistenza e Società e autrice senior di questo studio.

 

C'è stata resistenza alla prescrizione di statine

Il motivo per cui lei enfatizza la sicurezza è che le statine erano inizialmente sospettate di confondere i pazienti con demenza. C'è stata quindi una certa resistenza a prescriverle a questi pazienti.

Lo studio ha incluso dati di oltre 15.500 pazienti con demenza che avevano anche segnalato di aver avuto il trattamento con abbassamento dei lipidi. Quasi 11.000 di loro sono stati trattati con statine. In generale, i pazienti trattati con statine avevano valori leggermente più alti nei test cognitivi eseguiti, anche se avevano maggiori probabilità di avere diagnosi di pressione alta, malattie cardiovascolari e diabete, tutti fattori di rischio per la demenza.

Sara Garcia-Ptacek spiega che il team di ricerca ha iniziato dall'ipotesi che le statine possono rallentare la progressione della demenza e hanno gettato una rete abbastanza ampia per vedere se potevano trovare delle prove.

"L'idea di base di questo studio era aprire la strada a uno studio di coorte più preciso che potrebbe infine portare a uno studio di intervento clinico, che è necessario per dimostrare un legame causale tra statine e cognizione", afferma Sara Garcia-Ptacek.

 

Precedenti studi sono stati negativi

L'idea che le statine possano influire sul rischio o la progressione della demenza non è nuova; sono stati condotti anche alcuni studi clinici, ma sono stati tutti negativi.

"Riteniamo che solo alcuni pazienti con demenza di MA possano trarre benefici dalle statine e che gli studi clinici precedenti siano stati troppo piccoli per mostrare differenze significative. La nostra idea è cercare di cristallizzare quali gruppi di pazienti traggono benefici e perché, prima di intraprendere esperimenti clinici", afferma Sara Garcia-Ptacek.

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: B Petek, [+11], S Garcia-Ptacek. Statins and cognitive decline in patients with Alzheimer’s and mixed dementia: a longitudinal registry-based cohort study. Alz Res & Therapy, 2023,
DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa
qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)