Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I senzatetto hanno maggiori probabilità di sviluppare la demenza, e prima nella vita

Una nuova ricerca del Lawson Health Research Institute e dell'ICES ha scoperto che la demenza nelle persone senzatetto era 1,9 volte maggiore della popolazione generale, con una prevalenza maggiore per le fasce di età inferiore a 85 anni.


In questo studio, uno dei primi nel suo genere basati sulla popolazione e pubblicato su Lancet Public Health, i ricercatori hanno confrontato la prevalenza della demenza nei senzatetto con la popolazione generale e con persone che vivono in quartieri a basso reddito in Ontario / Canada.


"Non solo abbiamo scoperto che la demenza era più comune tra i senzatetto, ma la differenza era maggiore tra i 55 e i 64 anni", afferma il primo autore dott. Richard Booth, scienziato dell'ICES e del Lawson Health Research Institute, professore associato e docente di ricerca in infermieristica alla Western University di London/Ontario. "Esiste un forte legame tra l'essere senzatetto e l'invecchiamento accelerato, che può essere uno dei motivi per cui le persone sperimentano un inizio anticipato della malattia".


Usando un rapporto di prevalenza, i ricercatori hanno scoperto che nei senzatetto tra i 55 e i 74 anni di età i tassi di demenza erano da 4 a 5 volte superiori della popolazione generale e da 3 a 3,5 volte superiori al gruppo a basso reddito. C'era una prevalenza maggiore di demenza in tutte le fasce d'età sotto gli 85 anni tra le persone senzatetto sia maschi che femmine.


Le persone senza abitazione erano in media più giovani, con meno probabilità di essere donne e di vivere in aree rurali rispetto agli altri due gruppi. Avevano anche tassi più elevati di patologie associate alla demenza, come trauma cranico, malattie neurologiche, HIV, disturbi della salute mentale e uso di sostanze.


Dopo avere adattato i dati a fattori come età, sesso, area residenziale e condizioni di salute, il rapporto di prevalenza per le persone senzatetto era 1,7 volte più alto rispetto al gruppo a basso reddito e 1,9 volte più alto rispetto alla popolazione generale.


"Altre ricerche hanno indicato che i tassi di senzatetto negli anziani dovrebbero raddoppiare entro il 2030, il che significa che il numero di persone con demenza potrebbe aumentare sostanzialmente", afferma il dott. Booth. "Il nostro studio suggerisce che gli individui senza casa dovrebbero essere sottoposti a esame per la demenza in età più giovane, piuttosto che aspettare fino a 65 anni come suggeriscono molte linee guida generali".


I ricercatori notano inoltre la complessità della diagnosi di demenza in un individuo con varie condizioni croniche di salute, poiché i sintomi cognitivi possono sovrapporsi. A causa della difficoltà di ottenere una storia medica e una diagnosi in questa popolazione, lo studio potrebbe aver sottovalutato la reale prevalenza della demenza.


"Speriamo che questo lavoro serva a migliorare la consapevolezza dei responsabili politici e dei professionisti della crescente prevalenza della demenza tra le persone senzatetto", afferma l'autore senior dello studio Salimah Shariff, scienziato del Populations & Public Health Research Program dell'ICES, direttore associato di ricerca, operazioni e partenariati strategici di ICES Western e scienziato associato del Lawson. "L'edilizia abitativa è un fattore determinante per la salute ed essenziale per il sostegno della salute e del benessere degli individui, e l'accesso a strutture abitative permanenti per le persone senzatetto è fondamentale anche per prevenire e rallentare la progressione della demenza in questa popolazione".

 

 

 


Fonte: ICES-Institute for Clinical Evaluative Sciences (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: RG Booth, [+2], SZ Shariff. Prevalence of dementia among people experiencing homelessness in Ontario, Canada: a population-based comparative analysis. Lancet Publich Health, Apr 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.