Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anche il cervello potrebbe avere un microbioma. Cosa devi sapere?

I microbi che vivono nell'intestino sono da tempo sotto i riflettori. Anche se non hai seguito la ricerca, non puoi aver perso le centinaia di pubblicità di probiotici e prebiotici, volte a venderti prodotti per mantenere sano il tuo microbioma. Di recente sono stati scoperti anche altri microbiomi, anch'essi con un ruolo importante nella tua salute. Bocca, cavità nasale, pelle e cuoio capelluto hanno tutti i loro microbiomi unici. Alcuni hanno proposto che persino il cervello abbia il suo microbioma.


L'idea che il cervello abbia un microbioma è stata suggerita per la prima volta nel 2013, ma non ha ricevuto molta attenzione. Ciò è dovuto principalmente alla convinzione di lunga data che il cervello sia un organo sterile, protetto dal resto del corpo e da agenti dannosi che circolano nel nostro sangue. È anche difficile confermare la presenza di microbi. Le tecniche utilizzate si basano sull'analisi del materiale genetico estraneo, che può essere inaffidabile perché questi frammenti di DNA potrebbero essere il risultato di contaminazione.


Nel cervello sano, la cosiddetta 'barriera emato-encefalica' protegge il cervello dal sangue e da eventuali sostanze dannose sciolte in esso. Tuttavia, durante l'invecchiamento e nelle malattie neurologiche come i morbo di 'Alzheimer (MA), questa barriera protettiva diventa permeabile e il sangue e le sostanze dannose possono entrare nel cervello.


Ciò può causare malattie e peggiorare ulteriormente il danno che si è già verificato. Allo stesso modo, anche il sistema immunitario diventa meno efficace con l'età. Ciò potrebbe anche contribuire alla presenza di microrganismi in tutto il corpo che potrebbero essere eliminati dalle cellule immunitarie nei giovani.


Lo studio del 2013 menzionato ha esaminato se i microbi possono invadere il cervello delle persone con HIV/AIDS, confrontando il loro tessuto cerebrale con quello delle persone senza HIV/AIDS. Sorprendentemente, hanno trovato materiale genetico non umano che indicava la presenza di oltre 173 tipi di batteri e fagi (virus che infettano i batteri) nei cervelli studiati. Tutti i campioni cerebrali testati, prelevati da pazienti con diversi disturbi cerebrali, non solo persone con HIV/AIDS, sembravano avere materiale genetico batterico in essi.


Un gruppo di ricercatori dell'Università di Edimburgo ha confrontato il cervello delle persone con MA con cervelli sani. Il cervello delle persone con MA ospitava più batteri e funghi rispetto alle persone sane. Ma hanno trovato diverse specie di funghi, batteri e altri microrganismi anche nel cervello sano.


Il microbioma cerebrale umano è risultato essere un sottoinsieme (circa il 20%) del microbioma intestinale. Sebbene siano stati trovati più batteri nel cervello di persone con MA, i ricercatori non sono stati in grado di trovare un modello di specifici batteri presenti solo nel cervello malato. Tuttavia, questo studio deve ancora essere sottoposto a revisione dei pari e pubblicato in una rivista scientifica, quindi i risultati dovrebbero essere trattati con qualche cautela.

 

Rimangono domande

Non abbiamo ancora una chiara idea di come i microrganismi riescono a entrare nel cervello. Una teoria propone che le malattie della bocca, come la gengivite o la carie, causano danni tissutali che poi consentono ai batteri che si trovano normalmente in bocca di viaggiare nel cervello attraverso il sistema nervoso.


È interessante notare che i batteri orali sono in grado di produrre proteine amiloidi. Questa è una proteina importante nella normale funzione cerebrale, ma i gruppi anormali di essa si trovano nelle persone con MA. I batteri dalla bocca potrebbero quindi invadere il cervello dove potrebbero causare malattie.


Il microbioma cerebrale è un'idea recente e accattivante. Con i progressi osservati nelle tecniche molecolari, come la nuova tecnologia di sequenziamento, che ci aiutano a comprendere il codice genetico dei microrganismi, più microbi saranno scoperti in tutto il corpo. Sembra che, come il microbioma intestinale, un disturbo nell'equilibrio fine della presenza di microbi possa portare alla malattia. Tuttavia, questa scoperta apre le porte a nuove potenziali opzioni di terapia per le malattie cerebrali come il MA.


Rimangono diverse domande, però. Il microbioma intestinale differisce tra le persone e così potrebbe essere per il microbioma cerebrale. Una mappa completa dei microbi che risiedono in un cervello sano non è stata ancora prodotta. E non sappiamo cosa controlla quali microrganismi vivono nel nostro cervello e come possono entrare nel cervello innanzitutto.

 

 

 


Fonte: Janosch Heller, professore assistente di scienze biomediche, Dublin City University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.