Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Meccanismo cellulare che mantiene l'energia del cervello potrebbe aiutarlo in tarda età

Con uno studio su topi e cellule, scienziati dell'UCL hanno identificato un meccanismo chiave che rileva quando il cervello ha bisogno di un ulteriore aumento di energia per supportare la sua attività.

astrocytes by Alice Braga UCLAstrociti (Fonte: Alice Braga / UCL)

I ricercatori affermano che le loro scoperte, pubblicate su Nature, potrebbero informare nuove terapie per mantenere la salute e la longevità del cervello, visto che altri studi avevano scoperto che il metabolismo dell'energia cerebrale può essere compromesso in tarda età e contribuire al declino cognitivo e allo sviluppo delle malattie neurodegenerative.


L'autore senior, il professor Alexander Gourine (UCL Neuroscience, Physiology and Pharmacology), ha dichiarato:

“Il nostro cervello è costituito da miliardi di cellule nervose, che lavorano insieme coordinando numerose funzioni e svolgendo compiti complessi come il controllo del movimento, l'apprendimento e la formazione di ricordi. Tutto questo calcolo richiede molta energia e una fornitura ininterrotta di nutrienti e ossigeno.

“Quando il nostro cervello è più attivo, come quando svolgiamo un compito mentalmente impegnativo, il nostro cervello ha bisogno immediatamente di un sovrappiù di energia, ma i meccanismi esatti che garantiscono la fornitura locale di energia metabolica alle regioni cerebrali attive non erano ancora chiari".


Il dott. Shefeeq Theparambil, che ha iniziato lo studio mentre era all'UCL, prima di trasferirsi alla Lancaster Unviersity, ha dichiarato: "Le attività normali del cervello richiedono enormi quantità di energia, paragonabili a quella di un muscolo umano delle gambe che corre una maratona. L'energia deriva principalmente dalla glicemia".


Ricerche precedenti avevano dimostrato che numerose cellule cerebrali chiamate astrociti sembrano avere un ruolo nel fornire ai neuroni l'energia di cui hanno bisogno. Gli astrociti, cellule a forma di stella, sono un tipo di glia, cellule non neuronali che si trovano nel sistema nervoso centrale. Quando i neuroni vicini hanno bisogno di un aumento di energia, gli astrociti entrano in azione attivando rapidamente i propri depositi e il metabolismo del glucosio, portando ad un aumento della produzione e del rilascio di lattato. Il lattato integra l'energia che è subito disponibile per i neuroni nel cervello.


Il professor Gourine ha spiegato: "Nel nostro studio, abbiamo capito esattamente come gli astrociti riescono a monitorare l'uso di energia dalle cellule nervose vicine e danno il via a questo processo che offre ulteriore energia chimica a regioni cerebrali impegnate".


In una serie di esperimenti su topi modello e campioni di cellule, i ricercatori hanno identificato una serie di recettori specifici negli astrociti in grado di rilevare e monitorare l'attività neuronale e innescare un percorso di segnalazione che coinvolge una molecola essenziale chiamata adenosina. I ricercatori hanno scoperto che il percorso di segnalazione metabolica attivato dall'adenosina negli astrociti è esattamente lo stesso percorso che recluta le riserve di energia nei muscoli e nel fegato, ad esempio quando ci alleniamo.


L'adenosina attiva il metabolismo del glucosio degli astrociti e la fornitura di energia ai neuroni per garantire che la funzione sinaptica (neurotrasmettitori che passano i segnali di comunicazione tra le cellule) continui in condizioni di elevato consumo di energia o di riduzione dell'energia disponibile.


I ricercatori hanno scoperto che quando hanno disattivato i principali recettori degli astrociti nei topi, l'attività cerebrale dell'animale era meno efficace, compresa una compromissione significativa nel metabolismo cerebrale globale e della memoria e l'interruzione del sonno, dimostrando così che il percorso di segnalazione che hanno identificato è vitale per i processi come apprendimento, memoria e sonno.


Il dott. Theparambil ha dichiarato: "L'identificazione di questo meccanismo può avere implicazioni più ampie in quanto potrebbe essere un modo per curare le malattie cerebrali in cui l'energia cerebrale è sottoregolata, come la neurodegenerazione e la demenza".


Il professor Gourine ha aggiunto: “Sappiamo che l'omeostasi dell'energia cerebrale si compromette progressivamente nell'invecchiamento, e questo processo è accelerato durante lo sviluppo di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Il nostro studio identifica un bersaglio facilmente puntabile da farmaci e un'opportunità terapeutica per il salvataggio dell'energia cerebrale, allo scopo di proteggere la funzione cerebrale, mantenere la salute cognitiva e promuovere la longevità cerebrale".

 

 

 


Fonte: University College London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SM Theparambil, [+16], AV Gourine. Adenosine signalling to astrocytes coordinates brain metabolism and function. Nature, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)