Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trattamento con dopamina allevia i sintomi in Alzheimer, riduce le placche amiloidi

L dopa reduces beta amyloid RikenSopra: schema del cervello di topo modello di MA; i punti verdi sono placche di Aβ. Sotto: dopo aver trattato i topi con placebo o L-DOPA per 3 mesi, si nota la riduzione dell'amiloide (verde fluo) nelle cortecce sia frontale che posteriore. Fonte: Riken

Takaomi Saido e la sua squadra del Riken Center for Brain Science (CBS) in Giappone hanno scoperto un nuovo modo di combattere il morbo di Alzheimer (MA): usando topi con la malattia, i ricercatori hanno scoperto che il trattamento con dopamina potrebbe alleviare i sintomi fisici nel cervello e migliorare la memoria.


Il loro studio, pubblicato su Science Signaling il 6 agosto 2024, esamina il ruolo della dopamina nel promuovere la produzione di neprilisina, un enzima che può abbattere le placche dannose nel cervello che sono il segno distintivo del MA. Se risultati simili saranno confermati negli studi clinici umani, potrebbe portare a un modo fondamentalmente nuovo di trattare la malattia.


La formazione di placche indurite attorno ai neuroni è uno dei primi segni del MA, che spesso partono decenni prima che vengano rilevati sintomi comportamentali, come la perdita di memoria. Queste placche sono formate da pezzi del peptide amiloide-beta (Aβ) che si accumulano nel tempo. Nel nuovo studio, il team di Saido al Riken CBS si è concentrato sull'enzima neprilisina perché precedenti esperimenti avevano mostrato che la manipolazione genetica che produce un eccesso di neprilisina nel cervello - un processo chiamato sovraregolazione - riduce le placche Aβ e migliora il ricordo dei topi.


Mentre manipolare geneticamente i topi per produrre neprilisina è utile sperimentalmente, c'è bisogno di farmaci per trattare le persone con la malattia. Pillole di neprilisina o un'iniezione non sono praticabili perché non può entrare nel cervello dal flusso sanguigno. Il primo passo nel nuovo studio è stato quindi una selezione noiosa di molte molecole per determinare quali possono sovraregolare naturalmente la neprilisina nelle parti corrette del cervello. Le ricerche precedenti del team aveva portato a restringere la selezione agli ormoni prodotti dall'ipotalamo e alla scoperta che l'applicazione della dopamina alle cellule cerebrali coltivate in un piatto produce livelli più elevati di neprilisina e riduce i livelli di Aβ a libera fluttuazione.


Ora sono iniziati gli esperimenti seri. Usando un sistema DREADD, hanno inserito minuscoli recettori progettati nei neuroni che producono dopamina dell'area tegmentale ventrale dei topi. Aggiungendo un farmaco corrispondentemente progettato al cibo dei topi, i ricercatori hanno mantenuto continuamente attivi quei neuroni, e solo quelli, nel cervello del topo. Come nel piatto, l'attivazione ha portato ad un aumento della neprilisina e alla riduzione dei livelli di Aβ a fluttuazione libera, ma solo nella parte anteriore del cervello del topo.


Ma il trattamento è riuscito a rimuovere le placche? SÌ. I ricercatori hanno ripetuto l'esperimento usando uno speciale topo modello del MA in cui i topi sviluppano placche Aβ. Otto settimane di trattamento cronico hanno comportato un minor numero di placche nella corteccia prefrontale di questi topi. Il sistema DREADD è un sistema incredibile per la manipolazione precisa di neuroni specifici. Ma non è molto utile per gli ambienti clinici umani.


Gli esperimenti finali hanno testato gli effetti del trattamento con L-DOPA, una molecola precursore della dopamina usata spesso per trattare il Parkinson, perché può entrare nel cervello dal sangue, dove viene quindi convertita in dopamina. Il trattamento dei topi modello con L-DOPA ha portato ad un aumento della neprilisina e a una riduzione delle placche Aβ nelle parti frontali e posteriori del cervello. Anche i topi modello trattati con L-DOPA per 3 mesi hanno ottenuto risultati migliori nei test di memoria rispetto ai topi modello non trattati.


I test hanno mostrato che i livelli di neprilisina diminuiscono naturalmente con l'età nei topi normali, in particolare nella parte frontale del cervello, forse rendendolo un buon biomarcatore per le diagnosi di MA preclinico o a rischio. Il modo in cui la dopamina provoca l'aumento dei livelli di neprilisina rimane sconosciuto, ed è il prossimo argomento di ricerca per il gruppo di Saido.


"Abbiamo dimostrato che il trattamento con L-DOPA può aiutare a ridurre le placche Aβ dannose e migliorare la funzione di memoria in topi modello di MA", spiega Watamura Naoto, primo autore dello studio. "Ma è noto che il trattamento con L-DOPA ha gravi effetti collaterali nei pazienti con Parkinson. Pertanto, il nostro prossimo passo è cercare di capire come la dopamina regola la neprilisina nel cervello, e produrre un nuovo approccio preventivo che può essere iniziato nella fase preclinica del MA".

 

 

 


Fonte: Riken via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Watamura, [+9], TC Saido. The dopaminergic system promotes neprilysin-mediated degradation of amyloid-β in the brain. Sci. Signal., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.