Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come ricordi come andare in bici? Grazie al tuo cervelletto.

Una ricerca approfondisce la nostra comprensione di alcuni tipi di memoria a lungo termine.

riding a bike in the nature pexels sebastian 1548771Photo by Sebastian Voortman via pexels

Ricordi il nome del tuo insegnante di 2a elementare o quello che hai mangiato a pranzo oggi? Quei ricordi possono essere separati da decenni, ma entrambi sono considerati ricordi a lungo termine. Più di mezzo secolo fa, dei neuroscienziati hanno scoperto che il danno a una regione cerebrale chiamata lobo temporale mediale (MTL) causa una grave compromissione della memoria dichiarativa a lungo termine (i ricordi di fatti espliciti come nomi e date), ma lascia intatta la memoria a breve termine.


I pazienti con danni all'MTL potevano tenere il passo e portare avanti una breve conversazione ma, solo un minuto o due dopo, non ricordavano neppure che la conversazione avesse avuto luogo. Sorprendentemente, tuttavia, quei pazienti potevano imparare nuove abilità motorie e trattenerle per giorni, mesi o anche più a lungo, indicando che il danno MTL aveva scarso effetto sui ricordi delle capacità motorie.


Quindi, quale regione del cervello è responsabile dei ricordi di abilità motorie a lungo termine, come andare in bicicletta? Esistono regioni specifiche in cui si formano i ricordi sensomotori a breve e a lungo termine? La ricerca cerca da anni di rispondere a queste domande.


Ora, ricercatori della Harvard University, con uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, hanno dimostrato che, proprio come i ricordi dichiarativi, i ricordi a breve e a lungo termine delle abilità motorie si formano in diverse regioni del cervello, e il cervelletto è fondamentale per la formazione di ricordi di abilità a lungo termine.


"Questo lavoro fa capire meglio il ruolo del cervelletto nell'apprendimento sensomotorio e indica la sua funzione di portale per la formazione di memorie stabili delle abilità sensomotorie, in gran parte indipendenti dai sistemi di memoria a breve termine", ha affermato Maurice Smith, professore di bioingegneria e autore senior dello studio.


I ricercatori sapevano da tempo che il cervelletto è fondamentale per l'apprendimento motorio, ma non era chiaro il suo ruolo nella formazione della memoria di abilità a breve e lungo termine. Per comprendere la connessione tra cervelletto e questi ricordi, Smith e il primo autore Alkis Hadjiosif, post-dottorato alla Harvard e al Massachusetts General Hospital, si sono ispirati a un insieme apparentemente disordinato di scoperte precedenti sull'apprendimento motorio in pazienti con danno cerebellare (= al cervelletto, dal latino cerebellum che significa 'piccolo cervello').


Nonostante tutti questi studi precedenti abbiano trovato prove di un apprendimento sensomotorio compromesso negli individui con danni cerebellari, la dimensione di questa compromissione variava ampiamente tra loro.

"Sebbene questa discrepanza possa dipendere da differenze nella quantità o alla posizione precisa del danno o alle differenze nei tipi di compiti di apprendimento motorio impiegati, abbiamo avuto un'idea diversa", ha affermato Smith.


Smith e Hadjiosif hanno pensato che sottili differenze nel tempo tra gli esperimenti - ciò che chiamano 'finestra di memoria' - potrebbero spiegare la maggior parte delle discrepanze osservate.


"Questo sarebbe il caso se la memoria sensomotoria a lungo termine fosse specificamente compromessa da danni cerebellari, perché le finestre di memoria più lunghe aumenterebbero la dipendenza dalla memoria compromessa a lungo termine", ha affermato Hadjiosif.


Il problema era che questi intervalli di tempo erano raramente riportati negli studi pubblicati. Un po' ricercatori, e un po' investigatori, Smith e Hadjiosif hanno rintracciato i dati grezzi dettagliati di due di questi studi, da cui hanno potuto determinare gli intervalli inter-esperimento dell'intera sequenza di esperimento per tutte le persone studiate.


I ricercatori hanno scoperto che entrambi gli studi avevano intervalli inter-esperimento piuttosto brevi e hanno riportato solo piccole menomazioni nell'apprendimento dei pazienti con malattia cerebellare grave rispetto agli individui sani. Ciò significa che, quando ai partecipanti veniva chiesto di svolgere lo stesso compito, diciamo, 5 volte, con solo pochi secondi tra ogni ripetizione, i pazienti con degenerazione cerebellare sono andati solo leggermente peggio degli individui sani.


Ma approfondendo di più i dati, Smith e Hadjiosif hanno trovato qualcosa di interessante. Tra gli esperimenti, a volte c'era più tempo per consentire il ripristino al team di ricerca o al partecipante di fare una breve pausa.


“Quando abbiamo esaminato queste differenze tra un esperimento e l'altro, abbiamo scoperto che gli stessi pazienti che hanno mostrato prestazioni quasi normali nei loro esperimenti con intervallo breve, erano notevolmente compromessi su esperimenti a intervallo lungo all'interno della stessa sessione. E questo si verificava in entrambi gli studi", ha detto Hadjiosif.


Il team ha quindi esaminato più di una dozzina di ulteriori studi in cui le persone con degenerazione cerebellare hanno svolto compiti motori e hanno scoperto che gli studi che hanno usato un numero maggiore di direzioni di movimento nel compito, che aumentavano il tempo tra gli esperimenti della stessa direzione con condivisione della memoria sensomotoria, avevano una compromissione della memoria notevolmente più alta rispetto a quelli con meno direzioni di movimento.


"Questi risultati evidenziano quanto il tempo sia importante per comprendere la degradazione della memoria nei pazienti con degenerazione cerebellare e risolvere il mistero della variabilità da un esperimento all'altro e da uno studio all'altro negli effetti del danno cerebellare sull'abilità di apprendimento sensomotoria", ha affermato Smith. "La nostra ricerca di solito prevede di progettare manipolazioni sperimentali per acquisire nuovi dati in grado di fornire informazioni sui meccanismi per l'apprendimento e la memoria, ma a volte anche solo guardare vecchi dati attraverso l'obiettivo giusto può essere molto illuminante".

 

 

 


Fonte: Leah Burrows in MHarvard University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: AM Hadjiosif, TL Gibo, MA Smith. The cerebellum acts as the analog to the medial temporal lobe for sensorimotor memory. PNAS, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)