I ricercatori Adela Ben-Yakar e Jon Pierce-Shimomura dell'Università del Texas (UT) sono impegnati in una missione professionale, personale e non compatibile con la pazienza.
Armati da una sovvenzione 3 milioni dollari per cinque anni dai National Institutes of Health per progetti di ricerca "estremamente innovativi" che possono portare la scienza in nuove direzioni, i due colleghi stanno dedicando gran parte della loro vita professionale a collaborare a nuove terapie farmacologiche per l'Alzheimer che potrebbero anche rallentare il processo di invecchiamento.
E' personale, perché la madre della Ben-Yakar (foto a sinistra) ha l'Alzheimer e sta peggiorando. Il figlio di 10 anni di Pierce-Shimomura (foto a destra, sotto) ha la sindrome di Down, che causa l'invecchiamento precoce e un elevato rischio di sviluppare l'Alzheimer, la malattia che ruba la memoria. "Sono coinvolto qui a causa sua", ha detto Pierce-Shimomura, assistente professore di neurobiologia. La Ben-Yakar, professoressa associata di ingegneria meccanica, fa eco a quel sentimento. "La sto perdendo ogni giorno", ha detto della madre di 78 anni. Nessuno dei due ha il tempo di essere paziente. Forse è per questo che si sono rivolti ai nematodi, piuttosto che ai topi di laboratorio tradizionali, per i loro studi di farmaci. I due stanno testando prodotti chimici sui minuscoli vermi, chiamati C.elegans, a causa del breve ciclo di vita dei vermi (circa 15 giorni) ed dei risultati veloci che si possono scoprire testando i farmaci su di loro.
I vermi primitivi condividono caratteristiche biologiche essenziali con gli esseri umani, rendendoli un efficace strumento per i ricercatori. "Se diamo al verme una copia extra di un gene, esso contribuisce alla proteina che forma le placche di Alzheimer", ha detto Pierce-Shimomura. "Quando i vermi acquisiscono il gene, sviluppano la malattia nella mezza età". Il verme raggiunge la mezza età in circa cinque giorni, i topi in due anni, ha detto Pierce-Shimomura.
I ricercatori possono scrutare il worm trasparente con un microscopio a fluorescenza (un'area di competenza della Ben-Yakar) e vedere le cellule nervose mentre muoiono. Possono anche verificare se alcuni prodotti chimici ritardano la degenerazione dei neuroni, ha detto la Ben-Yakar. Lei ha sperimentato un dispositivo che utilizza le microtecnologie per manipolare un folto gruppo di vermi alla volta, rendendo il processo più efficiente e più veloce rispetto a manipolare i vermi manualmente, uno alla volta.
Come risultato, lei e Pierce-Shimomura possono utilizzare una vasta libreria di farmaci nazionali per testare un milione di farmaci all'anno, piuttosto che solo un migliaio. Senza la capacità di manipolare i vermi e trattare con composti chimici in questo modo, "ci sarebbero voluti 1000 anni per testare 1 milione di farmaci," ha detto la Ben-Yakar, aggiungendo che, oltre a testare farmaci che potrebbero ritardare o anche prevenire l'Alzheimer, "l'obiettivo è quello di scoprire farmaci che non conosciamo nemmeno".
Un farmaco che stanno sperimentando ha funzionato bene nei vermi e ha anche mostrato risultati promettenti nei roditori e nella sperimentazione umana, hanno detto i ricercatori. Hanno rifiutato di dare il nome del farmaco, dicendo che occorre prima pubblicare i risultati. Il loro lavoro è appena iniziato, e finora hanno testato solo una dozzina di composti, ha detto Pierce-Shimomura.
Capire come degenerano i neuroni (come succede nell'Alzheimer) può anche fornire indizi importanti per l'invecchiamento, hanno detto. Quando gli esseri umani e gli animali invecchiano, i neuroni degenerano e muoiono. "La domanda è", ha detto Pierce-Shimomura, "ci sono diversi tipi di neuroni che degenerano e può essere fatto qualcosa al riguardo?". Lavorando insieme, lui e Ben-Yakar sperano di ottenere la risposta.
Le collaborazioni che coinvolgono biologi e ingegneri stanno producendo dispositivi medici, progressi nella fornitura di farmaci e nuove terapie. "E' [un metodo] incoraggiato dalle istituzioni che forniscono le sovvenzioni" dice la Ben-Yakar. "Sappiamo di non poter affrontare le sfide future seduti da soli nei nostri uffici e laboratori". E lei e il suo collega hanno neppure quel tempo.
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Pubblicato da in Statesman.com il 2 gennaio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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