Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La chiave della lunga vita dei centenari potrebbe essere la loro capacità sovrumana di evitare le malattie

elderly with birthday cake generated by aiAI image by vecstock on Freepik

Attualmente gli umani potrebbero vivere più a lungo in media, ma, anche così, solo una frazione di noi vivrà per vedere il centesimo compleanno. Tuttavia, i motivi per cui solo pochi selezionati diventeranno centenari rimangono ancora un mistero per gli scienziati. L'ultimo lavoro pubblicato da me e dai miei colleghi ha appena scoperto un fattore che potrebbe essere la chiave per la lunga vita dei centenari: le persone che vivono oltre 100 anni sembrano possedere la capacità sovrumana di evitare le malattie.


I centenari sono di grande interesse per gli scienziati perché potrebbero possedere la chiave per capire come possiamo vivere più a lungo e più a lungo con una migliore salute. Alcune domande su cui i ricercatori riflettono da tempo è se una delle chiavi della resilienza di un centenario sta principalmente nella sua capacità di rimandare le malattie principali o se sono semplicemente più bravi a sopravvivere ad esse. Oppure, potrebbe essere che evitano del tutto alcune malattie?


Rispondere a queste domande ci avvicinerebbe almeno un po' a capire quali fattori specifici contribuiscono alla longevità. Quindi io e i miei colleghi abbiamo deciso di vedere se potevamo trovare le risposte. In due studi recenti, abbiamo analizzato e confrontato persone con vita più lunga e più breve nate nello stesso anno. I risultati dei due studi hanno dimostrato che i centenari non solo soffrono di meno malattie in generale per tutta la vita, ma le sviluppano anche più lentamente. È anche meno probabile che abbiano condizioni mortali, come le principali malattie cardiovascolari, rispetto ai loro coetanei meno longevi.


Il primo studio includeva 170.787 persone nate nella contea di Stoccolma, in Svezia tra il 1912 e il 1922. Usando dati sanitari storici, i residenti sono stati seguiti per 40 anni: dai 60 fino alla morte o fino a 100 anni. Abbiamo calcolato i rischi di ogni partecipante di ictus, infarto, frattura dell'anca e vari tumori e abbiamo confrontato quelli in vita a 100 anni con le loro controparti di vita più breve. Abbiamo scoperto che i centenari non solo avevano tassi di malattia più bassi in tarda età, ma hanno continuato ad avere tassi più bassi di malattia durante la loro vita in generale.


Ad esempio, a 85 anni, solo il 4% di coloro che sono arrivati ad essere centenari aveva avuto un ictus. In confronto, circa il 10% di coloro che poi sono diventati quasi centenari - fino a 90-99 anni - aveva avuto un ictus a 85 anni. Inoltre, nonostante vivessero più a lungo, il loro rischio per la maggior parte delle malattie non ha mai raggiunto quello dei loro coetanei con vita più breve. A 100 anni, il 12,5% dei centenari aveva avuto un infarto, rispetto a poco più del 24% tra le persone poi vissute tra 80 e 89 anni. Ciò suggerisce che i centenari ritardano, e in molti casi evitano, persino le principali malattie legate all'età, piuttosto che sopravvivere semplicemente a loro in modo più efficace.


Una limitazione di questo studio è che si è concentrata solo sull'analisi di diagnosi più gravi di malattie importanti. E se la vera chiave per la longevità non fosse che i centenari evitano del tutto le malattie, ma sono in grado di evitare di sviluppare quelle gravi? Per verificarlo, abbiamo condotto un secondo studio che includeva 40 diverse condizioni mediche, da lievi a gravi, come ipertensione, insufficienza cardiaca, diabete e infarti. Abbiamo esaminato 274.108 partecipanti nati tra il 1920 e il 1922 residenti in Svezia, seguendoli per circa 30 anni - dai 70 fino alla loro morte o fino a quando non hanno compiuto 100 anni. Un totale di 4.330 persone sono diventate centenari, solo l'1,5% dei partecipanti che abbiamo esaminato per lo studio.


Anche dopo aver incluso una gamma più ampia di malattie e permettendo ai partecipanti di avere più di una condizione di salute nell'analisi, il nostro team è giunto alle stesse conclusioni del primo studio: i centenari hanno sviluppato meno malattie, e il loro tasso di accumulo di malattie inferiore per tutta la vita. Abbiamo anche scoperto che i centenari avevano maggiori probabilità di avere condizioni limitate a un singolo sistema di organi. Questo è un segno della salute e della resilienza di questo gruppo, poiché le malattie che colpiscono un sistema di organi sono molto più facili da trattare e gestire a lungo termine.


Ad esempio, mentre le condizioni cardiovascolari erano le diagnosi più comuni in tutte le fasce d'età, i centenari avevano meno probabilità di essere diagnosticati in genere rispetto ai loro compagni meno longevi. A 80 anni, circa l'8% dei centenari aveva la diagnosi di una malattia cardiovascolare, in confronto a oltre il 15% delle persone morte a 85 anni che aveva quella diagnosi già a 80 anni. I tassi più bassi di malattie cardiovascolari sembrano essere centrali per la sopravvivenza estesa dei centenari.


I centenari hanno anche dimostrato una maggiore resilienza alle condizioni neuropsichiatriche - come depressione e demenza - per tutta la vita. Sebbene la maggior parte dei centenari alla fine abbia sviluppato molteplici condizioni di salute, ciò è avvenuto molto più tardi nella vita rispetto ai non centenari, di solito a 89 anni. Ciò è dovuto a meno malattie e a un tasso più lento del loro accumulo. In particolare, i non centenari in genere hanno subito un forte aumento del numero di condizioni di salute con cui hanno sofferto negli ultimi anni della loro vita. Ma i centenari non hanno avuto questo stesso forte declino della salute, neppure dai 90 in poi.

 

Il segreto per una lunga vita?

La scoperta che i centenari riescono a ritardare e, in alcuni casi, evitare le malattie, nonostante vivano più a lungo, è sia intrigante che incoraggiante. Dimostra che è possibile invecchiare più lentamente di quanto sia tipico e sfida la convinzione comune che una vita più lunga porti inevitabilmente con sé più malattie. Le nostre scoperte suggeriscono che l'eccezionale longevità non riguarda solo il rinvio delle malattie, ma riflette un modello distinto di invecchiamento.


Ma non sappiamo se questo è dovuto principalmente a genetica, stile di vita, ambiente o a una combinazione di questi fattori. Il prossimo passo nella nostra ricerca sarà esplorare quali fattori prevedono di vivere fino a 100 anni e come tali predittori operano durante la vita di una persona. Comprendere i meccanismi dietro l'invecchiamento sano nei centenari può offrire preziose informazioni per promuovere una vita più lunga e più sana per tutti.

 

 

 


Fonte: Karin Modig (prof.ssa associata di epidemiologia, Karolinska Institutet) in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Y Zhang et al. Do people reach 100 by surviving, delaying, or avoiding diseases? ... GeroScience, 2025, DOI
  2. Y Zhang et al. Disease accumulation and distribution across the lifespan in Swedish centenarians ... eClinicalMedicine, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.