Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il disturbo dell'orologio biologico può causare neurodegenerazione e morte precoce

Una nuova ricerca della Oregon State University fornisceper la prima volta la prova che l'alterazione dei ritmi circadiani - l' "orologio" biologico che si trova in molti animali - può causare una chiara neurodegenerazione accelerata, perdita della funzione motoria e morte prematura.

Lo studio è stato pubblicato in Neurobiology of Disease e fatto da ricercatori della OSU e dall'Oregon Health and Science University.


Buchi nel cervello. Un maggior numero di "vacuoli",
o buchi nel cervello, indicano danno neuronale e
appaiono nel moscerino della frutta con orologio
biologico disturbato. (Credit: Foto per gentile
concessione della Oregon State University)

Prima di adesso, non era chiaro cosa veniva prima; cioè se la rottura dei meccanismi dell'orologio biologico è la causa o il risultato della neurodegenerazione. "In questi esperimenti, abbiamo dimostrato, attraverso approcci sia ambientali che genetici, che interrompere l'orologio biologico accelera questi problemi di salute", ha detto Kuntol Rakshit, un laureato della OSU. "C'è un grande interesse in questo momento negli studi sui ritmi circadiani, poichè stiamo imparando di più sulla gamma dei problemi che possono derivare quando vengono interrotti", ha detto Rakshit. "Alla fine speriamo che questa ricerca sarà portata dal laboratorio al letto del paziente".

Questi studi sono stati fatti con i moscerini della frutta, ma gli scienziati OSU hanno detto che la ricerca precedente ha indicato gli stretti parallelismi fra loro e gli esseri umani. Alcuni dei geni che regolano i ritmi circadiani nei moscerini sono così importanti che si sono conservati in milioni di anni di evoluzione separata e fanno ancora la stessa cosa negli esseri umani.

L'orologio biologico degli esseri umani e di molti altri animali, è un complesso meccanismo genetico sintonizzato sul giorno di 24 ore e sui cicli regolari di luce, buio e del sonno. Esso influenza una vasta gamma di processi biologici, compresi fertilità, produzione ormonale, modelli alimentari, riparazione del DNA, sonno, reazioni allo stress, e anche efficacia dei farmaci. Negli esseri umani, i ricercatori hanno trovato una forte correlazione tra i meccanismi dell'orologio disturbato, l'invecchiamento e le malattie neurologiche come l'Alzheimer e il morbo di Huntington.

I moscerini della frutta utilizzati in questa ricerca portavano due mutazioni, quella che sconvolge i ritmi circadiani e un altro che provoca lo sviluppo di patologie cerebrali durante l'invecchiamento. Questi moscerini con doppia mutazione avevano un 32-50 per cento di minore durata della vita, hanno perso gran parte della loro funzione motoria, e hanno sviluppato significativi "vacuoli" o buchi nel cervello molto prima dei loro simili con un orologio funzionale.

Il declino e la perdita di funzione dell'orologio può essere solo l'inizio di un processo circolare che danneggia, ha detto Jadwiga Giebultowicz, professore di zoologia dell'OSU, membro del Center for Healthy Aging Research dell'OSU e responsabile del progetto. "Quando l'orologio biologico comincia a mancare, i ritmi che regolano la funzione delle cellule e della salute sono interrotti, e ora sappiamo che questo predispone il cervello alla neurodegenerazione", ha detto Giebultowicz.

"Ma questa neurodegenerazione, a sua volta, può causare più danni alla funzione dell'orologio. Un orologio biologico sano aiuta a proteggere contro tali danni," ha detto. "Quando l'orologio non funziona, accelerano i processi dannosi".

L'invecchiamento è strettamente associato a questo processo, dice Giebultowicz, ma non è chiaro esattamente come. Le oscillazioni molecolari dell'orologio declinano con l'invecchiamento. Ripristinarle potrebbe essere una possibile terapia per i danni dell'orologio biologico e per aiutare a prevenire le malattie; lavorare in quella direzione sarà parte della ricerca futura.

Questa ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dall'Integrative Graduate Education and Research Traineeship Program, o IGERT in Scienze dell'Invecchiamento all'OSU, un programma della National Science Foundation. Ha collaborato anche Doris Kretzschmar, professore alla Oregon Health and Science University, specializzata nell'uso di moscerini come modelli per le malattie neurodegenerative umane.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Materiale della Oregon State University.

Riferimento: Natraj Krishnan, Kuntol Rakshit, Eileen S. Chow, Jill S. Wentzell, Doris Kretzschmar, Jadwiga M. Giebultowicz. Loss of circadian clock accelerates aging in neurodegeneration-prone mutants. Neurobiology of Disease, 2011; DOI: 10.1016/j.nbd.2011.12.034.

Pubblicato in ScienceDaily il 10 Gen 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)