Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Errori della 'bussola del cervello' associati ad aumento del rischio di demenza

I test di navigazione potrebbero contribuire alle procedure diagnostiche per la diagnosi precoce di Alzheimer

Orietation assessment in dementia by Sarah Kossman DZNEValutazione delle capacità di orientamento nel contesto della demenza usando la realtà virtuale immersiva. Fonte: Dzne / Sarah Kossmann

Gli individui con un aumento del rischio di demenza causata dal morbo di Alzheimer (MA) possono avere capacità compromesse di orientamento spaziale. I ricercatori del DZNE (Centro Tedesco Malattie Degenerative) sono giunti a questa conclusione sulla base di uno studio che ha coinvolto circa 100 anziani che avevano il compito di determinare la loro posizione all'interno di un ambiente virtuale. In questo esperimento, i partecipanti con 'declino cognitivo soggettivo' (un fattore di rischio per il MA) sono andati peggio dei membri del gruppo di controllo.


Al contrario, non ci sono state differenze significative nei test convenzionali delle prestazioni cognitive. In considerazione di ciò, gli attuali risultati della ricerca, pubblicati su Science Advances, potrebbero aprire la strada a metodi di test più sensibili. Le potenziali aree di applicazione comprendono la diagnosi precoce del MA e studi sui farmaci.


Il termine 'declino cognitivo soggettivo' (SCD) è la condizione per cui una persona crede che la sua memoria si stia deteriorando, nonostante i test standard non mostrino alcun declino delle prestazioni mentali.

"Questa condizione è al centro degli ultimi anni di ricerca, perché le persone con SCD sono note per aumentare il rischio di sviluppare la demenza del MA più tardi nella vita", spiega il Prof. Thomas Wolbers, leader di gruppo di ricerca del sito di Magdeburgo del DZNE e membro del centro di ricerca collaborativa Neural Resources of Cognition. "È quindi ragionevole supporre che l'SCD possa indicare una fase preclinica di MA".

 

Nuovo approccio

Nel presente studio, il team che comprendeva anche esperti di Stati Uniti e Repubblica Ceca, ha esplorato un approccio per rilevare menomazioni cognitive che vanno oltre i metodi di prova convenzionali. Ha valutato ciò che è noto come 'integrazione del percorso': la capacità di determinare la posizione e navigare spazialmente in base alla consapevolezza del corpo e alla percezione del proprio movimento.

"Per questo compito, noi umani usiamo circuiti neuronali specifici che sono in un'area del cervello chiamata corteccia entorinale. Quindi, in un certo senso, abbiamo una bussola all'interno della testa", afferma Wolbers. "Il MA in genere danneggia quest'area nelle prime fasi, anche prima che si manifestino i sintomi della demenza. Questo ci porta al punto di partenza nel nostro studio attuale. Per quanto ne sappiamo, il nostro studio è il primo a dimostrare che l'SCD può essere associato a sottili problemi di orientamento. Speriamo che ponga le basi per nuovi metodi di test in grado di rilevare effetti molto precoci del MA".

 

Un mondo senza punti di riferimento

Lo studio includeva 102 donne e uomini anziani, da 55 a 89 anni di età. Trenta partecipanti avevano SCD, ma tutti i soggetti dello studio hanno ottenuto un punteggio nell'intervallo normale nei test cognitivi convenzionali. Per l'esperimento reale, indossavano un visore di realtà virtuale.

Così equipaggiati, attraversavano lo spazio reale mentre contemporaneamente si muovevano in un ambiente generato dal computer: vedevano una vasta pianura senza fine, senza punti di riferimento, sotto un cielo blu. Tuttavia, la consistenza irregolare del terreno permetteva loro di percepire i loro movimenti nel paesaggio digitale.

"Dato che non c'erano punti di riferimento visivi in ​​questo mondo virtuale, l'unico modo per orientarsi era con l'aiuto del sistema di navigazione del cervello. Questa è proprio la capacità che volevamo testare", afferma la dott.ssa Vladislava Segen, prima autrice, del gruppo di ricerca di Wolbers.

 

Testare la bussola del cervello

Il compito è iniziato con i partecipanti allo studio che seguivano una palla che galleggiava vicino al suolo muovendosi con una traiettoria curva, fino a quando non si fermava. Una volta che i partecipanti avevano raggiunto la palla, veniva chiesto loro di girarsi verso il punto di partenza originale e segnare la sua posizione presunta.


Per fare ciò, usavano un puntatore virtuale che poteva essere gestito tramite un controllo manuale. Ai partecipanti era anche chiesto di allinearsi con la direzione che avevano di fronte all'inizio del loro percorso. "Questo ci ha permesso di testare come i soggetti dello studio potevano ricordare il loro orientamento iniziale", afferma la Segen.


La palla si fermava poi alla fermata successiva, dove le risposte dovevano essere ripetute. Con due fermate per corsa, la distanza totale coperta nello spazio reale era di circa 6 metri e ogni partecipante ha completato circa 70 prove. Ciò ha permesso di raccogliere dati approfonditi sui movimenti dei soggetti dello studio e sulla cura con cui svolgevano i compiti di orientamento.

 

Meno accuratezza con SCD

"Alcuni hanno trovato questi compiti più facili di altri. Erano certamente impegnativi. In generale, c'era un chiaro effetto legato all'età con le persone più anziane che mostravano errori maggiori. Ciò si applicava indipendentemente dal fatto che ci fosse o meno SCD", afferma la Segen. "Tuttavia, confrontando i gruppi, è risultato ovvio che i partecipanti con SCD sono andati peggio nel complesso: erano meno accurati nell'integrare il percorso. I nostri dati suggeriscono che queste difficoltà di orientamento non derivano dalle dinamiche del movimento, come camminare più velocemente o guardare il terreno più spesso mentre si cammina. Le cause dell'orientamento impreciso non erano correlate al movimento, ma cognitive per natura".

 

Più approfondimenti con la modellazione matematica

Per identificare le cause di questo deterioramento in modo più dettagliato, il team di ricerca ha applicato una complessa modellazione matematica ai dati raccolti.

"Il cervello deve elaborare vari dati per determinare la posizione. Ciò include percepire correttamente la velocità con cui ti muovi e la direzione in cui stai andando. Con l'aiuto del nostro modello, abbiamo identificato quali fonti di errore hanno avuto il maggiore impatto sulla determinazione della posizione e quali solo una influenza minore", afferma la Segen.

Un fattore è emerso, visto che la sua influenza sull'accuratezza della posizione differiva significativamente tra i due gruppi di studio.

"Per determinare la tua posizione nello spazio mentre ti muovi, devi aggiornare costantemente la tua posizione nella mente. Questo richiede di ricordare le posizioni precedenti. Per fare ciò, attingi inconsciamente alla storia mentale. Nelle persone con SCD, questo tipo di memoria è particolarmente difettoso. La consideriamo una falla nella memoria e sospettiamo che i disturbi funzionali nella corteccia entorinale ne siano responsabili", spiega la Segen.

 

Implicazioni cliniche e direzioni future

La corteccia entorinale contiene un tipo speciale di neuroni chiamati 'cellule di griglia'. Sulla base degli stimoli sensoriali in entrata, quelle cellule generano una sorta di sistema di coordinate dell'ambiente in cui si trova una persona al momento. Studi di altri gruppi di ricerca suggeriscono che questi circuiti neurali immagazzinano una storia di luoghi precedenti e successivi in ​​memoria, come la sequenza di immagini in un libro animato.

"Evidenze convergenti dicono che l'integrazione del percorso è molto sensibile alla disfunzione delle cellule di griglia e quindi alle fasi precliniche del MA", afferma Thomas Wolbers.

Pertanto, i ricercatori vogliono sviluppare ulteriormente la loro configurazione sperimentale in modo da usarla negli studi clinici.

"Sto pensando, ad esempio, al test di nuovi farmaci. Nel valutare gli effetti di nuove sostanze attive, l'integrazione del percorso potrebbe integrare valutazioni esistenti per fornire un quadro generale più dettagliato", afferma Wolbers. "A lungo termine, vedo anche il potenziale di utilizzo nella routine clinica, in particolare nella diagnosi precoce del MA. Tuttavia, questa tecnica deve prima essere ulteriormente testata e semplificata. Inoltre, intendiamo mettere in relazione le nostre scoperte con i biomarcatori del MA derivati dal sangue o dal fluido cerebrospinale. Questo ci darebbe ulteriori informazioni sulla capacità del nostro approccio di rilevare la neurodegenerazione".

 

 

 


Fonte: DZNE - German Center for Neurodegenerative Diseases (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: V Segen, [+7], T Wolbers. Path integration impairments reveal early cognitive changes in subjective cognitive decline. Science Advances, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)