Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Diabete e Alzheimer sono legati?

Negli ultimi anni è divenuto chiaro che le persone con diabete hanno di fronte un'inquietante prospettiva: un rischio maggiore di sviluppare l'Alzheimer.

Ora i ricercatori di The City College of New York (CCNY) hanno fatto luce su uno dei motivi. La Professoressa di biologia Chris Li e i suoi colleghi hanno scoperto che un singolo gene forma un legame comune tra le due malattie.


Essi hanno scoperto che il gene, noto essere presente in molti casi di Alzheimer, colpisce il percorso dell'insulina. Questo percorso sconvolto è una caratteristica del diabete. La scoperta potrebbe indicare un bersaglio terapeutico per entrambe le malattie. I ricercatori riportano la loro scoperta nel numero di giugno 2012 della rivista Genetics. "Le persone con diabete di tipo 2 hanno un maggior rischio di demenza. Le vie dell'insulina sono coinvolte in molti processi metabolici, compreso il mantenere sano il sistema nervoso", ha detto la professoressa Li, spiegando perché il collegamento non è inverosimile.


Un verme C. elegans con proteina
fluorescente (GFP) verde che
evidenzia la proteina APL-1
correlata all'Alzheimer nel suo
corpo. (Credit: Collin Ewald.)

Anche se la causa dell'Alzheimer non è ancora chiara, un criterio per la diagnosi della malattia dopo la morte è la presenza di placche appiccicose di proteina amiloide in porzioni del cervello dei pazienti. Nelle famiglie con predisposizione all'Alzheimer si evidenziano mutazioni nel gene umano "proteina precursore dell'amiloide" (APP), o nei geni che elaborano l'APP. Nello studio, la professoressa Li e i suoi colleghi hanno esaminato una proteina chiamata APL-1, prodotta da un gene nel verme Caenorhabditis elegans (C. elegans), che sembra essere una perfetta controfigura del gene dell'Alzheimer umano.

"Abbiamo trovato che le mutazioni nel gene del verme, equivalente all'APP, hanno rallentato il loro sviluppo, suggerendo che qualche via metabolica è stata interrotta", ha detto il professor Li. "Abbiamo iniziato ad esaminare come l'equivalente dell'APP nel verme modula percorsi metabolici diversi e abbiamo scoperto che l'equivalente dell'APP ha inibito il percorso dell'insulina".

Questo suggerisce che la versione umana del gene probabilmente ha un ruolo sia nell'Alzheimer che nel diabete. Hanno anche scoperto che ulteriori mutazioni nella via dell'insulina invertono i difetti della mutazione dell'APP. Ciò ha contribuito a spiegare in che modo questi geni sono collegati funzionalmente.


L'APL-1 è così importante, hanno trovato, che "quando si getta fuori l'equivalente dell'APP del verme, gli animali muoiono", ha spiegato Li. "Questo ci dice che la famiglia di proteine APP è essenziale nei vermi, come sono essenziali nei mammiferi", come noi. La professoressa Li e i suoi colleghi sperano che questa nuova scoperta aiuterà la ricerca mettere a fuoco i modi che potrebbero portare a nuove terapie nel trattamento sia dell'Alzheimer che del diabete.


"Si tratta di una scoperta importante, soprattutto perché arriva sulla scia del nuovo impegno del governo degli Stati Uniti per trattare e prevenire l'Alzheimer entro il 2025"
, ha affermato Mark Johnston, capo redattore di Genetics. "Sappiamo che c'è un legame tra l'Alzheimer e il diabete, ma fino ad ora era un po' misterioso. Questa scoperta potrebbe aprire nuove porte per il trattamento e la prevenzione di entrambe le malattie". La ricerca ha identificato un collegamento nella catena: una proteina correlata all'Alzheimer legata al percorso dell'insulina. Questo può fornire intuizioni sul perché pazienti affetti da diabete di tipo II sono a maggior rischio di Alzheimer. Tuttavia la proteine si fraziona in molte parti, ciascuna delle quali può attaccarsi e neuroni di segnalazione e altre cellule lungo la strada.


"La grande domanda", ha detto il professor Li, "è come la proteina precursore dell'amiloide e i suoi prodotti di dissociazione intersecano il percorso dell'insulina". Ogni intersezione offre un possibile bersaglio per farmaci e altre cure. La professoressa Li intende continuare lungo il percorso, mappando i suoi incroci come procede.

La Professoressa Li ha condotto la ricerca con Collin Y. Ewald, che in quel momento era studente laureato al CUNY Graduate Center - City College, e all'assistente di ricerca, Daniel A. Raps. La ricerca è stata finanziata da sovvenzioni da parte dell'Alzheimer's Association, del National Institutes of Health (NIH), della National Science Foundation (NSF), e una gratifica dei NIH Research Centers in Minority Institutions al City College di New York.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: GENETICS a peer-reviewed, peer-edited journal of the Genetics Society of America (GSA), una delle riviste più citate del mondo, nel campo della genetica.

Riferimento: CY Ewald, DA Raps, and C. Li. “APL-1, the Alzheimer's Amyloid Precursor Protein in Caenorhabditis elegans, Modulates Multiple Metabolic Pathways Throughout Development,” Genetics, June 2012 Volume 191, Issue 2. CY Ewald, DA Raps, e C. Li.

Pubblicato da Bob DeMarco in Alzheimer's Reading Room il 14 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)