Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La salute dentale legata al rischio di demenza (studio)

Pulizia dei dentiPulizia dei dentiLe persone che mantengono denti e gengive sane con pulizia regolare possono avere un rischio minore di sviluppare la demenza nel corso della vita, secondo uno studio americano.

I ricercatori dell'Università della California, che hanno seguito circa 5.500 anziani per 18 anni, hanno scoperto che coloro che hanno riferito di lavarsi i denti meno di una volta al giorno hanno avuto fino al 65 per cento di probabilità in più di sviluppare demenza rispetto a coloro che usano lo spazzolino ogni giorno.


"Non solo lo stato mentale prevede che tipo di abitudini di salute orale si hanno, ma è possibile che le abitudini di salute orale influenzino la possibilità di contrarre la demenza", ha detto Annlia Paganini-Hill, che ha condotto lo studio, pubblicato nel Journal of Geriatrics Society. L'infiammazione alimentata dai batteri correlati alla malattia delle gengive è coinvolta in una serie di condizioni tra cui le malattie cardiache, l'ictus e il diabete.


Alcuni studi hanno scoperto anche che le persone con Alzheimer, la forma più comune di demenza, hanno più batteri correlati alla malattia delle gengive nel cervello rispetto ad una persona senza Alzheimer, ha detto la Paganini-Hill. Si ritiene che i batteri da malattie gengivali possano entrare nel cervello, causando infiammazione e danni al cervello, ha detto.


La Paganini-Hill e il suo team ha seguito 5.468 residenti di una comunità di pensionati californiani dal 1992 al 2010. La maggior parte delle persone nello studio erano bianchi, ben istruiti e relativamente benestanti. Quando è iniziato lo studio, i partecipanti avevano un'età compresa tra 52 a 105 anni, con un'età media di 81 anni. Tutti erano senza demenza all'inizio, quando hanno risposto alle domande sulle loro abitudini di salute dentale, la condizione dei loro denti e se portavano protesi.


Quando i ricercatori hanno ripetuto le indagini 18 anni dopo, hanno usato interviste, cartelle cliniche e in alcuni casi i certificati di morte per determinare che a 1.145 individui del gruppo originale era stata diagnosticata la demenza. Delle 78 donne che avevano detto di lavarsi i denti meno di una volta al giorno nel 1992, 21 avevano sviluppato la demenza nel 2010 (circa un caso ogni 3,7 donne). In confronto, tra quelle che usavano lo spazzolino almeno una volta al giorno, quasi una su 4,5 donne hanno sviluppato demenza che si traduce in una possibilità di demenza maggiore del 65 percento rispetto a quelle che usavano meno lo spazzolino ogni giorno.


Tra gli uomini, l'effetto è stato meno pronunciato, circa un individuo ogni sei di quelli che non si lavavano regolarmente hanno sviluppato la malattia, il che significa una probabilità del 22 per cento più alta di demenza rispetto a coloro che si pulivano ogni giorno. Statisticamente, però, l'effetto era così piccolo che potrebbe essere dovuto al caso, hanno detto i ricercatori.

La Paganini-Hill può solo ipotizzare i motivi dei diversi esiti tra uomini e donne. Forse le donne portano le protesi più spesso rispetto agli uomini e vanno dal dentista più spesso.


Lo studio presenta un limite. La Paganini-Hill e il suo team hanno esaminato il comportamento e il numero di denti come una sorta di indicatore della salute orale e della malattia delle gengive e non ha effettuato alcun esame dentale. Anche se trascurare i denti potrebbe essere un segno di vulnerabilità precoce per la demenza, anche qualche altro fattore potrebbe avere un impatto.


Anche il trauma cranico e la malnutrizione sono cause importanti di perdita dei denti negli adulti, e una di queste potrebbe aumentare il rischio di demenza, ha detto Ambra Watts, che studia la demenza all'Università del Kansas e non faceva parte dello studio. "Sarei riluttante a trarre la conclusione che lavarsi i denti impedisce sicuramente l'insorgenza dell'Alzheimer", ha detto.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Riferimento: Annlia Paganini-Hill PhD, Stuart C. White DDS, PhD, Kathryn A. Atchison DDS, MPH. Dentition, Dental Health Habits, and Dementia: The Leisure World Cohort Study. Journal of the American Geriatrics Society, Volume 60, Issue 8, pages 1556–1563, August 2012. DOI: 10.1111/j.1532-5415.2012.04064.x

Scritto da Natasja Sheriff / Reuters Health, editato da Elaine Lies e Bob Tourtellotte

Pubblicato in Reuters.com il 21 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:


Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)