Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una famiglia 'allargata' aumenta l'onere del caregiver

Il caregiving, l'occuparsi di un paziente, è sempre difficile, ma è molto più difficile quando i caregiver devono contare su legami familiari ambigui, tesi o praticamente inesistenti, secondo uno studio dell'Università del Michigan (UM).


Pubblicato on-line sull'edizione di questo mese del Journal of Marriage and Family, lo studio dell'UM è uno dei primi ad esplorare come un divorzio e un nuovo matrimonio influenzino le mogli che sono caregiver. Il problema interessa un gran numero di americani. Più di 35 milioni di americani si sono risposati, e quasi mezzo milione di adulti di oltre 65 anni si risposano ogni anno. Allo stesso tempo, gli americani vivono più a lungo, con livelli crescenti di malattie croniche.


Carey Wexler Sherman, ricercatrice dell'Institute for Social Research della UM, ha intervistato 61 donne che si sono risposate in età avanzata e che erano caregiver dei rispettivi mariti con Alzheimer o altre forme di demenza. Ha intervistato le donne, di 66 anni in media, a proposito delle loro reti di sostegno sociale, e ha valutato il loro benessere e la quantità di disaccordo sperimentati sulle decisioni di caregiving con famigliari e membri della "nuova" famiglia.


"Sono rimasta sorpresa da quanto poco sono coinvolti i figliastri adulti nell'assistenza al loro padre", ha detto la Sherman. "Anche quando i rapporti tra matrigna e figliastri adulti sono buoni, ci sono probabilmente problemi che coinvolgono la comunicazione su chi dovrebbe prendere decisioni mediche e finanziarie. Per le caregiver che non avevano avuto legami stretti con i figliastri adulti prima della comparsa dei problemi di salute nel marito e padre, é ancora più difficile".


Dal punto di vista del caregiver, figliastri adulti e altri membri della famiglia ricostituita hanno ancora più probabilità, rispetto alle loro famiglia e agli amici, di offrire consigli non richiesti, di interferire o di immischiarsi, di mettere in discussione le decisioni del caregiver, e di dire cose sconsiderate, rabbiose o critiche. Essi hanno anche maggiori probabilità di abbandonare la caregiver quando ha bisogno di aiuto.


La Sherman ha anche scoperto che molte delle caregiver risposate lavorano per evitare un senso di isolamento e la sensazione di dover gestire tutto da sole. "Alcune donne si rivolgono a consulenti, gruppi di sostegno, siti on-line, così come alla propria famiglia e agli amici, per sostegno e aiuto", ha detto la Sherman. "Fanno quello che possono per far fronte ad una situazione difficile".


Comunque è stato sorprendente sentire molte donne riferire di essere praticamente sole nel loro ruolo di caregiver, ha detto. "Si aspettano e hanno bisogno di assistenza da parte dei figli dei loro mariti e sono addolorate quando non arriva", ha detto. "E' importante riconoscere che la mancanza di storia di famiglia condivisa, e di norme, probabilmente influenza il modo in cui i membri della nuova famiglia fanno fronte alle esigenze di prendersi cura di una persona cara con demenza".


La Sherman ha detto che come risultato i caregiver possono andare incontro ad un aumento dell'onere e alla depressione. "Con così tanti anziani americani in situazioni familiari complesse, questo studio segnala la necessità di una maggiore comprensione delle famiglie rifatte che invecchiano, così come di interventi su misura che rispondano alle esigenze specifiche di supporto per la capacità decisionale e connesse all'assistenza degli anziani risposati", ha detto.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Michigan, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimenti: Carey Wexler Sherman, Noah J. Webster, Toni C. Antonucci. Dementia Caregiving in the Context of Late-Life Remarriage: Support Networks, Relationship Quality, and Well-being. Journal of Marriage and Family, October 2013 DOI: 10.1111/jomf.12059

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)