Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Frammento di anticorpo combatte efficacemente l'Alzheimer nei topi

Dei topi modello di Alzheimer sono stati trattati con successo con un frammento di anticorpo progettato da ricercatori del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare della Università Autonoma di Barcellona (UAB).


Un'iniezione addominale e dopo solo cinque giorni gli animali sono migliorati nella memoria e nella capacità di apprendimento come risultato di quantità ridotte di aggregati di tossine e di un numero maggiore di neuroni. La ricerca è stata pubblicata in tre articoli nell'ultima edizione della rivista mAbs.


Dei ricercatori dell'Unità di Bioscienze del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare, in collaborazione con l'Istituto di Neuroscienze (INC) dell'UAB, hanno condotto esperimenti con i topi, iniettando un frammento di un anticorpo specifico contro aggregati solubili del peptide A, responsabile della tossicità e della morte cellulare caratteristica dell'Alzheimer. Sono stati osservati effetti benefici a livello comportamentale, cellulare e molecolare cinque giorni dopo la somministrazione di una dose intraperitoneale.


Fin da quando è stato descritto il primo caso di Alzheimer, la malattia è stata associata alla presenza di depositi insolubili chiamati placche amiloidi. Tuttavia, negli ultimi dieci anni i ricercatori hanno potuto concludere che la caratteristica morte neuronale della malattia non è dovuta alla presenza di queste placche ma alla tossicità degli aggregati solubili che le precedono (e chiamati oligomeri), formati dal peptide A.


L'immunoterapia, che consiste nell'uso di anticorpi per trattare la malattia, si sta rivelando uno strumento incoraggiante nel trattamento di alcuni tipi di cancro ed è stata usata anche in studi per trattare l'Alzheimer. Tuttavia, la sperimentazione clinica, che ha usato in gran parte la vaccinazione passiva per trattare l'Alzheimer (con l'anticorpo bapineuzumab) è stata interrotta nel 2012 durante la sua ultima fase di sperimentazione a causa degli effetti avversi del trattamento. Molti scienziati ritengono che gli effetti fossero il risultato della somministrazione di anticorpi completi, che producono infiammazione nel cervello. Per questo motivo, si sono proposti di somministrare frammenti di anticorpi, ritenuti molto più sicuri.


Il gruppo di ricerca diretto dalla Dott.ssa Sandra Villegas, dell'Unità di Scienze Biologiche del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare della UAB, ha quindi progettato un frammento anticorpale ricombinante (chiamato scFv-h3D6: Frammento variabile a catena singola), un derivato del bapineuzumab, che contiene solo la parte attiva che combatte l'agente eziologico della malattia: i domini dell'anticorpo responsabili dell'unione degli oligomeri Aβ.


Gli scienziati hanno osservato come, nelle colture di cellule umane, questo frammento anticorpale protegga dalla morte cellulare e hanno descritto il meccanismo molecolare con cui questo frammento anticorpale rimuove gli oligomeri Aβ che causano la malattia. Nell'ultima edizione di mAbs (anticorpi monoclonali), una rivista specializzata in immunoterapia, il gruppo di ricerca ha pubblicato tre articoli che dimostrano i benefici del trattamento con il frammento anticorpale scFv-h3D6 nei topi, e hanno riprogettato la molecola per renderla ancora più efficiente.


I topi provengono dalla colonia 3xTg-AD, sono modelli animali di Alzheimer forniti dalla Dott.ssa Lydia Giménez-Llort dell'Istituto di Neuroscienze della UAB. I ricercatori hanno osservato come una sola iniezione nell'addome dell'animale e dopo solo cinque giorni, i topi hanno migliorato la capacità di ricordare e di apprendere, oltre ad aver diminuito il livello di ansia.


A livello molecolare, i ricercatori hanno dimostrato due fatti importanti: primo, il nuovo trattamento elimina dalla corteccia cerebrale gli oligomeri del peptide A, gli elementi che causano la malattia, e secondo, tale eliminazione è legata alla ripresa dei livelli di alcune apolipoproteine ​​sospettate di essere gli eliminatori naturali dell'aggregazione del peptide Aβ. Lo studio di queste apolipoproteine è stato condotto in collaborazione con il Dott. Jose L. Sánchez-Quesada, dell'Istituto di Ricerca dell'Ospedale di Sant Pau.


Anche i risultati degli studi a livello cellulare sono molto incoraggianti. Oltre a dimostrare che nei topi giovani malati la morte neuronale è presente anche nel cervelletto, gli scienziati dell'UAB hanno osservato che il frammento di anticorpo protegge i neuroni, sia pienamente nelle zone meno colpite, che parzialmente nelle zone particolarmente colpite.


Con l'obiettivo di migliorare la molecola, soprattutto per quanto riguarda il tempo che rimane nel flusso sanguigno, il gruppo dell'UAB ha riprogettato la molecola sulla base di un modello molecolare sviluppato in collaborazione con il Dott. Baldo Oliva dell'UPF-IMIM.


Le mutazioni introdotte aumentano del 25% la stabilità termodinamica e diminuiscono la tendenza ad aggregarsi a circa 4°C, caratteristiche che aumentano chiaramente il potere terapeutico del frammento scFv-h3D6 nel trattamento dell'Alzheimer.


Non solo, ma la ri-progettazione che gli scienziati hanno pubblicato può anche essere utile per altri frammenti di anticorpi prodotti da altri laboratori, con l'obiettivo di trovare trattamenti efficaci per diverse malattie.

 

 

 

 

 


Fonte: Universitat Autònoma de Barcelona.

Riferimenti:

  1. Lydia Giménez-Llort, Geovanny Rivera-Hernández, Marta Marin-Argany, José L. Sánchez-Quesada and Sandra Villegas. Early intervention in the 3xTg-AD mice with an amyloid β-antibody fragment ameliorates first hallmarks of Alzheimer disease. mAbs, October 2013 DOI:10.4161/mabs.25424
  2. Gisela Esquerda-Canals, Joaquim Marti, Geovanny Rivera-Hernández, Lydia Giménez-Llort and Sandra Villegas. Loss of deep cerebellar nuclei neurons in the 3xTg-AD mice and protection by an anti-amyloid β antibody fragment. mAbs, October 2013 DOI:10.4161/mabs.25428
  3. Geovanny Rivera-Hernández, Marta Marin-Argany, Bernat Blasco-Moreno, Jaume Bonet, Baldo Oliva and Sandra Villegas. Elongation of the C-terminal domain of an anti-amyloid β single-chain variable fragment increases its thermodynamic stability and decreases its aggregation tendency. mAbs, October 2013 DOI:10.4161/mabs.25382


Pubblicato in uab.es (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.