Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando i genitori hanno bisogno di cure: ci sono tutti i fratelli?

I fratelli non sono ugualmente coinvolti nel caregiving quando i loro genitori anziani iniziano ad aver bisogno di assistenza.


Nel 75 per cento dei casi, solo uno dei figli adulti diventa caregiver. Le madri sono curate principalmente da una delle figlie, mentre i figli continuano ad essere meno disposti a diventare i caregiver unici dei genitori. Nelle famiglie senza figlie, spesso i fratelli si dividono il lavoro assistenziale tra di loro.


Questi sono i risultati di uno studio che Marcel Raab, ricercatore del WZB ha recentemente pubblicato con i co-autori Henriette Engelhardt (Università di Bamberg) e Thomas Leopold (Università di Amsterdam). Gli autori hanno usato dati provenienti dagli Stati Uniti per scoprire perché i fratelli non sono coinvolti alla pari nel caregiving dei loro genitori.

 

  • La distanza è un fattore cruciale. Secondo i calcoli degli autori, il "rischio" di diventare caregiver per i genitori è due volte più alto per i fratelli che vivono nelle vicinanze, rispetto a quelli che vivono più lontano. Per i fratelli che vivono nello stesso ambiente domestico dei genitori, il rischio è quasi quadruplo.
  • I fratelli che lavorano o hanno figli propri sono impegnati meno di frequente nel caregiving. Statisticamente, il rischio di dover occuparsi dei genitori è quasi due volte più elevato per i figli primogeniti, rispetto ai fratelli più giovani.
  • Inoltre, le aspettative dei genitori hanno un'influenza sul comportamento dei figli. Quelli che sono stati identificati come potenziali caregiver dai genitori hanno una probabilità tre volte maggiore di diventare realmente caregiver rispetto ai fratelli che non sono stati citati.
  • Un altro fattore importante è se nessuno di fratelli ha ricevuto assistenza finanziaria dai genitori, oppure se non si aspetta di riceverla. Statisticamente, il rischio di diventare caregiver è cinque volte più alto per i figli che sono citati nel testamento dei genitori.


Lo studio si concentra sulle attività di caregiving che richiedono molto tempo. I figli adulti che svolgono questo intenso tipo di caregiving spesso riducono le ore di lavoro o addirittura si dimettono temporaneamente dal lavoro. Inoltre, la distanza geografica tra genitori e figli si potrebbe ridurre durante il periodo di caregiving, se i genitori si trasferiscono dai loro figli adulti, per esempio.


I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da sei fasi (1998-2008) dello «US Health and Retirement Study». I risultati si basano su dati relativi a 2.452 coppie padre-figlio di 641 famiglie. L'età media dei genitori che ricevono assistenza per la prima volta dai figli è di 77 anni. A quel punto, l'età media dei figli adulti è di 49 anni.


A causa della mancanza di dati adeguati, è attualmente impossibile effettuare uno simile studio longitudinale sul comportamento del caregiving familiare in Germania. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Marriage and Family.

 

 

 

 

 


FonteWZB-Wissenschaftszentrum Berlin fuer Sozialforschung  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas Leopold, Marcel Raab, And Henriette Engelhardt. The Transition to Parent Care: Costs, Commitments, and Caregiver Selection Among Children. Journal of Marriage and Family, March 2014 DOI: 10.1111/jomf.12099

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.