Uno studio multi-istituzione ha definito e stabilito i criteri di una nuova malattia neurologica molto somigliante all'Alzheimer, chiamata «Taupatia Primaria Legata all'Età» (PART - Primary Age-Related Taupathy).
I pazienti con PART sviluppano un decadimento cognitivo che può essere indistinguibile dall'Alzheimer, ma non hanno le placche amiloidi. Essere consapevoli di questa malattia neurologica può aiutare i medici a diagnosticare e sviluppare trattamenti più efficaci per i pazienti con diversi tipi di disturbi della memoria.
Lo studio, condiretto da Peter T. Nelson, MD, PhD, professore di neuropatologia del Sanders-Brown Center on Aging alla University of Kentucky, e John F. Crary, MD, PhD, del Mount Sinai Hospital, è stato pubblicato nel numero corrente di Acta Neuoropathologica.
"Per fare la diagnosi di Alzheimer bisogna vedere due cose insieme nel cervello di un paziente: placche amiloidi e strutture chiamate grovigli neurofibrillari, costituite dalla proteina tau", ha detto il dottor Nelson. "Tuttavia, studi autoptici hanno trovato alcuni pazienti con grovigli, ma senza placche, e quindi ci siamo chiesti a lungo quale era la malattia di questi pazienti".
Le placche nel cervello, formate dall'accumulo della proteina amiloide, sono un segno distintivo dell'Alzheimer. Finora i ricercatori avevano considerato i casi che presentavano solo grovigli come uno stadio molto precoce di Alzheimer o una variante della malattia in cui le placche sono più difficili da rilevare. Tuttavia precedenti studi biochimici e genetici approfonditi non avevano rivelato la presenza di amiloide anormale in questi pazienti. Anche se i pazienti solo con grovigli possono avere lamentele di memoria, la presenza di placche è un requisito fondamentale per la diagnosi di Alzheimer.
In questo studio, i ricercatori provenienti dagli Stati Uniti (di cui cinque dal Sanders-Brown), Canada, Europa, e Giappone si sono riuniti per formalizzare i criteri per la diagnosi di questa nuova malattia neurologica. Lo studio determina che la PART è un taupatia primaria, una malattia causata direttamente dalla proteina tau in grovigli. Molti dei grovigli neurofibrillari nel cervello di Alzheimer, al contrario, si pensa che insorgano dopo l'amiloide o altri stimoli. I ricercatori propongono che gli individui che hanno grovigli simili a quelli che si trovano nell'Alzheimer, ma non hanno alcuna placca amiloide rilevabile dovrebbero essere classificati come PART.
PART è più grave nei pazienti di età avanzata, ma è generalmente mite nei soggetti anziani più giovani. La ragione di questo fenomeno è attualmente sconosciuta, ma a differenza dell'Alzheimer, in cui i grovigli sono diffusi in tutto il cervello, nei casi di PART i grovigli sono limitati principalmente alle strutture importanti per la memoria.
E' troppo presto per dire quanto sia comune la PART, ma dato che i grovigli sono quasi universali nel cervello degli individui più anziani, potrebbe essere più diffusa di quanto in genere si riconosce. Anche se sono necessari ulteriori studi, i nuovi test diagnostici attraverso scansioni cerebrali e biomarcatori del liquido cerebrospinale, per individuare l'amiloide e la tau, stanno trovando proporzioni sorprendentemente alte di pazienti (ben il 25% in alcuni studi) con decadimento cognitivo lieve che sono positivi alla tau, ma negativi all'amiloide.
"Fino ad ora, la PART è stata difficile da trattare e anche da studiare a causa della mancanza di criteri ben definiti", ha detto il dottor Nelson. "Ora che la comunità scientifica è arrivata al consenso su quali sono le caratteristiche principali della PART, questo aiuterà i medici a diagnosticare diverse forme precoci di disturbi della memoria. Questi progressi avranno un grande impatto sulla nostra capacità di riconoscere e sviluppare trattamenti efficaci per le malattie del cervello osservati nelle persone anziane".
Identificare il tipo di disturbo neurologico nelle prime fasi della malattia è fondamentale se il trattamento deve iniziare prima che si verifichino danni cerebrali irreparabili. Tuttavia, in assenza di criteri chiari, è stato finora difficile distinguere le diverse forme di disturbi neurologici. Di conseguenza, i pazienti con PART possono avere confuso gli studi clinici di farmaci che puntavano l'amiloide per l'Alzheimer, in quanto questi trattamenti è improbabile che siano efficaci contro i grovigli.
Insieme allo sviluppo di migliori biomarcatori e di fattori di rischio genetico per la demenza, i nuovi criteri di diagnosi aiuteranno i pazienti di PART a ricevere una terapia più mirata e miglioreranno l'accuratezza dei test clinici per i farmaci di Alzheimer.
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Hanno collaborato anche: John Q. Trojanowski, Steven E. Arnold, Jonathan B. Toledo, Juan C. Troncoso (University of Pennsylvania); Julie A. Schneider (Rush University Medical Center); Jose F. Abisambra, Erin L. Abner, Gregory A. Jicha, Janna H. Neltner, Masahito Yamada (University of Kentucky); Irina Alafuzoff (Uppsala University); Johannes Attems (Newcastle University); Thomas G. Beach (Banner Sun Health Research Institute); Eileen H. Bigio (Northwestern University); Nigel J.Cairns, Walter A. Kukull, Thomas J. Montine (University of Washington); Dennis W. Dickson, David S. Knopman, MelissaE. Murray (Mayo Clinic); Marla Gearing (Emory University); Lea T. Grinberg (UC San Francisco and University of Sao Paulo); Patrick R. Hof (Mount Sinai); Bradley T. Hyman (Harvard Medical School); Kurt Jellinger (Institute of Clinical Neurobiology, Vienna); Gabor G. Kovacs (Medical University Vienna); Julia Kofler (University of Pittsburgh); Ian R. Mackenzie (University of British Columbia); Eliezer Masliah (University of California, San Diego); Ann McKee (Boston University); Ismael Santa-Maria, Michael L. Shelanski, Jean Paul Vonsattel (CUMC); William W. Seeley (UC San Francisco); Alberto Serrano-Pozo (University of Iowa); Thor Stein (VA Medical Center & Boston University); Masaki Takao (Tokyo Metropolitan Geriatric Hospital); Dietmar R. Thal (University of Ulm; Charles L. White 3rd (University of Texas); Thomas Wisniewski (New York University); and Randall L. Woltjer (Oregon Health Sciences University).
Lo studio è stato finanziato da: the Society for Supporting Research in Experimental Neurology, Vienna, Austria; the National Institutes of Health; Medical Research Council; National Institute for Health Research; the Dunhill Medical Trust; Alzheimer's Research UK e Alzheimer's Society, Louis V. Gerstner, Jr., Foundation; Alzheimer’s Association, FP7 EU Project Develage, Comprehensive Brain Research Network, Grant-in-Aid for Scientific Research, e Daiwa Health Science Foundation, BrightFocus Foundation, Alzheimer’s Association, Alzheimer Forschung Initiative (DRT); German Ministry for Research and Education (BMBF) FTLD-Net, Robert H. and Clarice Smith and Abigail Van Buren Alzheimer’s
Disease Research Program della Mayo Foundation.
Fonte: University of Kentucky (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: John F. Crary, John Q. Trojanowski, Julie A. Schneider, Jose F. Abisambra, Erin L. Abner, Irina Alafuzoff, Steven E. Arnold, Johannes Attems, Thomas G. Beach, Eileen H. Bigio, Nigel J. Cairns, Dennis W. Dickson, Marla Gearing, Lea T. Grinberg, Patrick R. Hof, Bradley T. Hyman, Kurt Jellinger, Gregory A. Jicha, Gabor G. Kovacs, David S. Knopman, Julia Kofler, Walter A. Kukull, Ian R. Mackenzie, Eliezer Masliah, Ann McKee, Thomas J. Montine, Melissa E. Murray, Janna H. Neltner, Ismael Santa-Maria, William W. Seeley, Alberto Serrano-Pozo, Michael L. Shelanski, Thor Stein, Masaki Takao, Dietmar R. Thal, Jonathan B. Toledo, Juan C. Troncoso, Jean Paul Vonsattel, Charles L. White, Thomas Wisniewski, Randall L. Woltjer, Masahito Yamada, Peter T. Nelson. Primary age-related tauopathy (PART): a common pathology associated with human aging. Acta Neuropathologica, 2014; DOI: 10.1007/s00401-014-1349-0
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