Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato nuovo collegamento tra diabete e Alzheimer

Gli scienziati della Washington University di St. Louis hanno scoperto una connessione univoca tra il diabete e l'Alzheimer, fornendo ulteriori prove che la malattia che priva le persone dei loro ricordi può essere influenzata dalla glicemia elevata.


Anche se molti studi precedenti avevano puntato il diabete come un possibile contributo all'Alzheimer, il nuovo studio (nei topi) dimostra che un'alta quantità di glucosio nel sangue può aumentare rapidamente i livelli di amiloide-beta, un componente chiave delle placche cerebrali dei malati di Alzheimer. L'accumulo di placche è ritenuto un elemento motore precoce nella complessa serie di modifiche che l'Alzheimer causa nel cervello.


La ricerca è pubblicata da ieri, 4 maggio, su The Journal of Clinical Investigation.


"I nostri risultati suggeriscono che il diabete, o altre condizioni che rendono difficile controllare i livelli di zucchero nel sangue, possono avere effetti nocivi sulla funzione del cervello e aggravare malattie neurologiche come l'Alzheimer", ha detto l'autrice Shannon Macauley PhD, studiosa di ricerca post-dottorato. "Il legame che abbiamo scoperto potrebbe portare a futuri obiettivi di trattamento in grado di ridurre questi effetti".


Le persone con diabete non possono controllare i livelli di glucosio nel sangue, che schizzano in alto dopo i pasti. Al contrario, molti pazienti si basano sull'insulina o su altri farmaci per mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. Per capire come livelli elevati di zucchero nel sangue possono influenzare il rischio di Alzheimer, i ricercatori hanno infuso glucosio nel sangue di topi allevati per sviluppare una condizione simile all'Alzheimer.


Nei topi giovani, senza placche amiloidi nel cervello, il raddoppio dei livelli di glucosio nel sangue ha provocato un aumento dei livelli di beta amiloide nel cervello del 20 per cento. Quando gli scienziati hanno ripetuto l'esperimento in topi anziani che avevano già sviluppato le placche cerebrali, i livelli di beta amiloide sono aumentati del 40 per cento.


Esaminando la cosa più da vicino, i ricercatori hanno dimostrato che i picchi di glucosio nel sangue aumentano l'attività dei neuroni nel cervello, fatto che induce la produzione di amiloide-beta. Uno dei modi che provocano l'attivazione di tali neuroni è costituito dalle aperture chiamate «canali KATP» sulla superficie delle cellule cerebrali. La glicemia elevata nel cervello induce questi canali a chiudersi, eccitando le cellule cerebrali, e rendendole più inclini a «sparare» un segnale.


La segnalazione normale è il modo in cui una cellula cerebrale codifica e trasmette le informazioni. Ma una segnalazione eccessiva in particolari parti del cervello può aumentare la produzione di amiloide-beta, che alla fine può portare ad un aumento di placche amiloidi e a favorire lo sviluppo dell'Alzheimer.


Per dimostrare che i canali KATP sono responsabili dei cambiamenti dell'amiloide-beta nel cervello, quando la glicemia è elevata, gli scienziati hanno dato ai topi il diazoxide, un farmaco che eleva il glucosio, usato di solito per trattare la carenza di zucchero nel sangue. Per aggirare la barriera emato-encefalica, il farmaco è stato iniettato direttamente nel cervello.


Il farmaco ha costretto i canali KATP a rimanere aperti anche quando aumentavano i livelli di glucosio. La produzione di amiloide-beta è rimasta costante, al contrario di ciò che i ricercatori in genere osservano durante un picco di zuccheri nel sangue, fornendo la prova che i canali KATP collegano direttamente i livelli di glucosio, l'attività neuronale e l'amiloide-beta.


La Macauley ed i suoi colleghi del laboratorio di David M. Holtzman MD, Professore e direttore del Dipartimento di Neurologia, stanno usando farmaci anti-diabete nei topi con condizioni simili all'Alzheimer per esplorare ulteriormente questa connessione.


"Dato che i canali KATP sono il modo con cui il pancreas secerne insulina, in risposta ad alti livelli di zucchero nel sangue, è interessante vedere un collegamento tra l'attività di questi canali nel cervello e la produzione di amiloide-beta", ha detto la Macauley. "Questa osservazione apre una nuova strada di esplorazione sullo sviluppo dell'Alzheimer nel cervello, e offre pure un nuovo bersaglio terapeutico per il trattamento di questa malattia neurologica devastante".


I ricercatori stanno anche studiando come i cambiamenti causati da un aumento dei livelli di glucosio influenzano la capacità di varie aree cerebrali di mettersi in rete tra loro e completare le attività cognitive.

 

*******
La ricerca è stata finanziata dai National Institutes of Health, dalla National Science Foundation e dalla JPB Foundation.

 

 

 

 

 


Fonte: Michael C. Purdy in Washington University in St. Louis (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shannon L. Macauley, Molly Stanley, Emily E. Caesar, Steven A. Yamada, Marcus E. Raichle, Ronaldo Perez, Thomas E. Mahan, Courtney L. Sutphen, David M. Holtzman. Hyperglycemia modulates extracellular amyloid-β concentrations and neuronal activity in vivo. Journal of Clinical Investigation, 2015; DOI: 10.1172/JCI79742

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.