Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove informazioni sul legame tra riserva cognitiva e Alzheimer

I ricercatori del Hospital Magalhães Lemos e dell'Instituto de Ciências Biomédicas Abel Salazar della Universidade do Porto in Portogallo, hanno rivelato di recente che la capacità del paziente di far fronte al processo neurodegenerativo nei disturbi come l'Alzheimer, può influenzare la gravità della malattia.


Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Arquivos de Neuro-Psiquiatria.


L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa legata all'età caratterizzata da problemi cognitivi e comportamentali. E' la forma più comune di demenza negli anziani, e i pazienti hanno inizialmente perdita di memoria e confusione che portano gradualmente a cambiamenti nel comportamento e nella personalità, a un declino delle capacità cognitive e, infine, a una perdita grave della funzione mentale.


La malattia è caratterizzata dalla formazione nel cervello di placche amiloidi (composti da proteine amiloide-beta), e dalla perdita di connessione tra i neuroni che sono responsabili della memoria e dell'apprendimento, portando infine alla loro morte.


La riserva cognitiva (CR) si riferisce alla capacità del cervello adulto di far fronte alle conseguenze del processo neurodegenerativo, minimizzando le manifestazioni cliniche patologiche della demenza.


Si pensa che la CR sia il risultato dell'intelligenza o delle esperienze di vita innate (come le attività di formazione, di lavoro e di tempo libero), e della continua evoluzione nel corso della vita dell'individuo. I malati di Alzheimer con una CR più grande dovrebbero essere in grado di affrontare la patologia della malattia per un periodo più lungo prima che ne diventino evidenti i segni clinici.


I ricercatori hanno condotto uno studio inter-settoriale per valutare il legame tra la CR e la gravità dell'Alzheimer. Sono stati valutati in totale 75 pazienti con diagnosi di probabile Alzheimer, in termini di capacità funzionali e neuropsicologiche. Tutti i pazienti hanno completato due questionari, uno per quanto riguarda la CR e l'altro per la «Partecipazione alle attività del tempo libero di tutta la vita».


Il team ha scoperto che c'era una correlazione statisticamente significativa tra la demenza clinica e il livello di CR, in base alla quale il livello della CR influenza la gravità della demenza. Alti livelli di CR, di istruzione, di partecipazione alle attività del tempo libero e un'occupazione complessa (definite «professioni di livello intermedio, attività intellettuale e scientifica») hanno rivelato di avere un impatto positivo sulle funzioni cognitive e sul tasso di declino cognitivo nei pazienti di Alzheimer.


Gli autori hanno concluso che i pazienti di Alzheimer con livelli elevati di CR possono beneficiare di una protezione dal declino cognitivo e del rallentamento della gravità e della progressione dell'Alzheimer. Il team suggerisce che gli anziani siano incoraggiati ad adottare stili di vita sani, comprese le attività basate su una regolare attività fisica e che stimolano le loro capacità cognitive.

 

 

 


Fonte: Patricia Silva in AlzheimersNewsToday (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sobral Margarida, Pestana Maria Helena and Paul Constança. Cognitive reserve and the severity of Alzheimer’s disease. Arq. Neuro-Psiquiatr. [online]. 2015, vol.73, n.6, pp. 480-486. ISSN 1678-4227

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)