Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cervello funziona come il famoso modello 'mucchio di sabbia'

Uno dei problemi profondi per capire il cervello è spiegare come delle unità di calcolo relativamente semplici (i neuroni), possano eseguire collettivamente operazioni molto complesse (pensiero).


Nel 1999, lo scienziato danese Per Bak ha fatto la proposta sorprendente che il cervello funziona più o meno come un mucchio di sabbia.


Quando si aggiunge altra sabbia al mucchio, molte piccole valanghe mantengono stabile l'intero mucchio. In modo  analogo, valanghe elettriche nel cervello lo mantengono in un punto di equilibrio, o punto critico, in cui viene ottimizzata l'elaborazione delle informazioni.


Il modello è intuitivamente attraente e gli esperimenti con le fettine di tessuto cerebrale isolate hanno infatti dimostrato che l'attività elettrica spontanea mostra le caratteristiche statistiche della criticità, che sembra essere lo stato normale, o a riposo, del cervello.


Ma c'era un pezzo mancante, ha detto Ralf Wessel PhD, professore associato di fisica alla Washington University di St. Louis. "Da un lato, l'ipotesi è che, a criticità, il cervello è ottimizzato per il calcolo. D'altra parte, si era studiato solo il tessuto cerebrale, che in realtà non stava facendo niente. Ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se il cervello avesse un lavoro da fare, se uno stimolo sensoriale dovesse essere elaborato. Il cervello avrebbe operato in criticità?".


Per scoprirlo, il laboratorio di Wessel alla Washington University e quello di Woodrow Shew alla University of Arkansas hanno collaborato per monitorare l'attività elettrica nella corteccia visiva quando una serie di immagini in movimento si muovono per tutta la retina.


Come riferito online dal 22 giugno 2015 su Nature Physics, l'input sensoriale spinge momentaneamente la corteccia lontano dalla criticità ma, qualunque sia lo stimolo, la corteccia ritorna spontaneamente al regime critico. "Il sistema si adatta naturalmente allo stimolo", ha detto Shew, assistente professore di fisica all'Università dell'Arkansas, "sintonizzandosi di nuovo in un buono stato per gestire lo stimolo e dargli un senso".


"In futuro, le dinamiche del cervello potrebbero essere usate come biomarcatore per la salute o la malattia", ha detto Yahya Karimipanah, studentessa laureata in fisica, arte e scienze alla Washington University di St. Louis e co-autrice della ricerca. Quando le persone sono private del sonno, ha detto, le registrazioni indicano che l'attività elettrica nel cervello è subcritica. Dall'altra parte, lo «sparo» [attivazione elettrica] incontrollato durante un attacco epilettico è una manifestazione di dinamiche supercritiche.

 

Parlando di criticità

Il concetto di criticità è al centro del modello. Per spiegare la criticità, Wessel usa la metafora di una partita giocata su una scacchiera di cellule. "Supponiamo che ogni cellula della scacchiera possa contenere fino a tre granelli di sabbia prima di «crollare»". Quando si aggiunge il quarto granello, la cellula aggiunge un granello di sabbia a ciascuno dei suoi vicini e se uno di questi vicini è 'pieno', questo ridistribuisce la sabbia pure ai suoi vicini.


"Un neurone è come un riquadro della scacchiera", ha detto. Egli somma i suoi stimoli e una volta raggiunta la soglia, spara, inducendo a volte pure i neuroni collegati a sparare. "In questo senso, il modello a scacchiera è una metafora perfetta della dinamica del cervello". All'inizio del gioco, la comunicazione è molto locale. Una valanga viaggia solo tra due o tre cellule e quindi si arresta. Ma quando ogni cellula viene 'caricata', c'è una buona possibilità che una valanga viaggi attraverso la rete.


La criticità, secondo Wessel, è nella «zona Goldilocks», dove il cervello è né troppo lento né troppo reattivo. Il suo segno distintivo è sparare valanghe che seguono ciò che è noto come «legge di potenza», dove le valanghe più piccole sono più frequenti di quelle più grandi.


La scacchiera è lenta se molti dei riquadri contengono qualche granello di sabbia e l'aggiunta di un granello non produce una valanga. E' supercritica quando la maggior parte delle cellule hanno già tre granelli, così che quando si aggiunge un granello - boom - l'attività viaggia ovunque. "Il gioco della scacchiera illustra come si può finire con qualcosa di incredibilmente complesso, ripetendo la stessa regola semplice più e più volte", ha detto Wessel.


Shew spiega che il passaggio dalla dinamica subcritica a quella supercritica nel gioco della scacchiera è una versione di una transizione di fase.

"Noi sperimentiamo le transizioni di fase ogni giorno, quando l'acqua liquida evapora e si trasforma in vapore o si blocca e si trasforma in ghiaccio. Anche il cervello può passare attraverso una fase di transizione, e questo è un po' più sorprendente, giusto? Naturalmente non voglio dire che il cervello può sciogliersi o congelarsi, ma può passare da un comportamento ordinato a uno disordinato. Entrambi gli stati o fasi non sono ottimali. Una crisi epilettica è un esempio di un livello estremo di ordine; tutti i neuroni fanno la stessa cosa insieme e questo non va bene. C'è bisogno di un po' di disturbo perchè il cervello lavori in modo efficace".


"In questo lavoro descriviamo cosa succede al sistema visivo quando lo si guida davvero duramente. Gli stimoli visivi intensi lo spingono in una di queste fasi, che non è efficace computazionalmente, almeno nel breve termine. Ma c'è un processo naturale con cui si adatta, si auto-sintonizza per tornare a uno stato in cui può dare senso allo stimolo. Questo stato è proprio al confine tra due fasi. Questo è ciò che intendiamo per criticità, il punto di svolta tra due modi molto diversi di lavorare. In qualche modo questo sistema si sintonizza non su una fase o l'altra, ma al confine tra due fasi".


"Questa è una cosa sorprendente", ha detto.


Questa spiegazione del funzionamento del cervello potrebbe sembrare stravagante in un primo momento, ma riflettendoci ha senso che un cervello capace di leggere una mappa un momento e individuare la Sonata n° 1 in sol minore di Bach poco dopo, possa cercare un punto di svolta dinamico dove sarebbe pronto ad adattarsi agilmente ai cambiamenti di input.

 

 

 


Fonte: Washington University in Saint Louis (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Woodrow L. Shew, Wesley P. Clawson, Jeff Pobst, Yahya Karimipanah, Nathaniel C. Wright & Ralf Wessel. Adaptation to sensory input tunes visual cortex to criticality. Nature Physics (2015) doi:10.1038/nphys3370

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.