Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cambiamenti in mezza età dei biomarcatori di Alzheimer possono predire la demenza

Cambiamenti in mezza età dei biomarcatori di Alzheimer possono predire la demenzaAnne Fagan PhD, professore di neurologia (a sinistra), e Courtney Sutphen. (Foto: Michael C. Purdy)Studiando le scansioni cerebrali e il liquido cerebrospinale di adulti sani, una nuova ricerca ha dimostrato che i cambiamenti nei biomarcatori chiave dell'Alzheimer in mezza età possono aiutare a identificare coloro che svilupperanno la demenza diversi anni più tardi.


Lo studio, svolto alla Washington University di St. Louis, è pubblicato dal 6 luglio 2015 su JAMA Neurology.


"E' troppo presto per usare questi biomarcatori e prevedere definitivamente se i singoli pazienti svilupperanno l'Alzheimer, ma stiamo lavorando per questo obiettivo", ha detto l'autrice senior Anne Fagan PhD, professoressa di neurologia. "Speriamo che un giorno riusciremo a usare tali misure per identificare e trattare le persone, anni prima che diventino evidenti la perdita di memoria e gli altri problemi cognitivi".


Lo studio si è concentrato su dati raccolti in 10 anni e ha coinvolto 169 partecipanti cognitivamente normali che avevano da 45 a 75 anni di età quando sono entrati nello studio. Ogni partecipante ha avuto un'analisi completa della scansione clinica cognitiva e dei biomarcatori del liquido cerebrospinale ogni tre anni, con un minimo di due analisi.


Alla valutazione iniziale dei partecipanti, i ricercatori li hanno divisi in tre gruppi di età: prima mezza età (45-54); mezza età media (55- 64); e mezza età tarda (65-74). I biomarcatori valutati nel nuovo studio comprendevano:

  • amiloide-beta 42, la proteina che è l'ingrediente principale delle placche di Alzheimer;
  • Tau, componente strutturale delle cellule del cervello che aumenta nel liquido cerebrospinale con l'aumentare dei danni provocati dall'Alzheimer alle cellule del cervello;
  • YKL-40, una proteina appena riconosciuta come indicativa di infiammazione ed è prodotta dalle cellule cerebrali;
  • presenza di placche amiloidi nel cervello, viste nelle scansioni PET amiloide.


Gli scienziati hanno scoperto che le cadute dei livelli di amiloide-beta 42 nel liquido cerebrospinale tra i partecipanti cognitivamente normali dell'età 45-54 sono collegate alla comparsa di placche nelle scansioni cerebrali anni dopo. I ricercatori hanno anche scoperto che la proteina tau, e altri biomarcatori di lesioni alle cellule cerebrali, aumentano nettamente in alcuni individui quando sono tra i 55 anni e i 75 anni, e che la YKL-40 aumenta per tutti i gruppi di età dello studio.


Ricerche precedenti avevano dimostrato che tutti questi biomarcatori possono essere influenzati dall'Alzheimer, ma questa è la prima grande serie di dati a dimostrare che i biomarcatori cambiano nel tempo per gli individui di mezza età.


Tutti questi cambiamenti sono più pronunciati nei partecipanti portatori di una forma di un gene che aumenta in modo significativo il rischio di Alzheimer. Il gene è chiamato APOE, e gli scienziati sanno che le persone con due copie di una versione particolare di questo gene hanno fino a 10 volte di più il rischio di sviluppare l'Alzheimer, rispetto ai portatori di altre versioni del gene.


I dati provengono dallo studio continuo Adult-Children Study del Charles F. and Joanne Knight Alzheimer’s Disease Research Center dell'università. Gli scienziati hanno seguito i partecipanti con e senza una storia familiare della malattia, con l'obiettivo di identificare i biomarcatori di Alzheimer legati più strettamente allo sviluppo della malattia conclamata anni dopo. "L'Alzheimer è un processo di lungo periodo, e questo significa che dobbiamo osservare le persone per molto tempo per vederlo in azione", ha detto la Fagan.

 

*****
Questa ricerca è stata finanziata dai National Institutes of Health; da The Foundation for Barnes-Jewish Hospital; dal Fred Simmons e Olga Mohan Fund; e dalla Eli Lilly and Co.

 

 

 


Fonte: Michael C. Purdy in Washington University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sutphen CL, Jasieler MS, Shah AR, Macy EM, Xiong C, Vlassenko AG, Benzinger TLS, Stoops EEJ, Vanderstichele HMJ, Brix B, Darby HD, Vandijck MLJ, Ladenson JH, Morris JC, Holtzman DM, Fagan AM. Longitudinal cerebrospinal fluid biomarker changes in preclinical Alzheimer's disease during middle age. JAMA Neurology, July 2015 DOI: 10.1001/jamaneurol.2015.1285

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.