Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio scopre come si propagano nel cervello i grovigli di proteina Tau

Studio scopre come si propagano nel cervello i grovigli di proteina TauIn alto l'assone di un neurone sano con i microtubuli intatti stabilizzati dalla tau sana. In basso l'assone di un neurone malato con i microtubuli distrutti dai grovigli di proteina Tau fosforilata.Ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno scoperto un meccanismo che sta dietro alla diffusione dei grovigli neurofibrillari (una delle due caratteristiche dell'Alzheimer) nel cervello delle persone colpite.

In un rapporto che è stato pubblicato online sulla rivista Nature Communications, il team di ricerca descrive la scoperta che una particolare versione della proteina tau, pur estremamente rara nel cervello dei pazienti con Alzheimer, è in grado di diffondersi da un neurone all'altro e come avviene questo processo.


"Si è ipotizzato che i grovigli (l'accumulo anomalo di proteina tau che riempie i neuroni nell'Alzheimer) possono viaggiare da un neurone all'altro con la progressione della malattia, diffondendo di pari passo le disfunzioni nel cervello. Ma come ciò avvenga era finora incerto", afferma Bradley Hyman MD/PhD, direttore dell'Alzheimer’s Disease Research Center del MGH e autore senior della relazione. "Il nostro attuale studio suggerisce che uno dei meccanismi in atto dipende dalle proprietà che stavamo cercando di un tipo unico e raro di tau: esso viene rilasciato dai neuroni, ripreso da altri neuroni, trasportato su e giù per gli assoni, e poi rilasciato di nuovo".

Ricerche precedenti avevano dimostrato che i grovigli tau appaiono inizialmente in una struttura situata in profondità all'interno del cervello, chiamata corteccia entorinale, che è un centro dei segnali che passano tra l'ippocampo e la corteccia cerebrale.

I grovigli appaiono in seguito in altre strutture vicine coinvolte con la memoria e la cognizione, ma non era chiaro se tale progressione riflette il movimento delle proteine tau attraverso i neuroni adiacenti o qualche altro processo.

Diversi studi dal 2013 del gruppo di Hyman e di altri hanno mostrato il movimento di una forma mutante di tau tra le strutture cerebrali e la conseguente neurodegenerazione in un modello di topo. Una delle ricerche di Hyman aveva anche suggerito che il processo potrebbe essere interrotto, ma non era ancora stato dimostrato esattamente come avviene il trasporto da una cellula all'altra.

L'attuale studio ha rivelato che, quando vengono applicati neuroni in coltura a un campione del cervello di quel modello di topo, soltanto l'1 per cento della tau in tali campioni è ripreso dai neuroni. Le proteine ​​tau che sono state riprese erano solubili con un alto peso molecolare (che significa che un certo numero di proteine più piccole sono legate insieme in una molecola più grande), e fissate con un grande numero di molecole di fosfato, una caratteristica nota della tau nei grovigli associati all'Alzheimer.

Risultati simili sono stati osservati in esperimenti su campioni di cervello di malati di Alzheimer, sia in neuroni di coltura che in topi vivi. Il processo mediante cui la versione di tau passa tra i neuroni è stata illustrata con un dispositivo microfluidico sviluppato al MGH BioMEMS Resource Center.

Il dispositivo consiste di tre camere, le primi due contenenti neuroni di topo, collegati da microsolchi attraverso cui possono estendersi gli assoni (le fibre che trasportano segnali da un neurone all'altro). Il team ha scoperto che l'applicazione di questa rara forma di tau dal cervello del modello di topo ai neuroni nella prima camera ha portato i neuroni ad acquisire la proteina, entro cinque giorni, essendo presenti alle estremità dei assoni della prima-camera-neuroni e nei neuroni nella seconda camera.

Alcuni giorni dopo, la tau è stata rilevata alla fine degli assoni che si estendevano dalla seconda alla terza camera, che conteneva neuroni. La rimozione della tau dalla prima camera non l'ha fatta scomparire dalla seconda camera, fatto che indica che una volta che una certa quantità della versione patologica della proteina è stato ripresa, i neuroni possono continuare a farla transitare anche dopo che viene a mancare la fonte originale.

Ulteriori esperimenti con la tau del cervello dei malati di Alzheimer hanno confermato che la versione solubile, ad alto peso molecolare, con fosfato, è ripresa e passata tra i neuroni.

"I nostri risultati suggeriscono che il rilascio e la diffusione di questa forma di tau è un passo importante nella diffusione della malattia da una regione del cervello ad un'altra", dice Hyman, professore Ordinario di Neurologia alla Harvard Medical School. "Dal momento che questa diffusione è probabilmente alla base della progressione clinica dei sintomi, puntare i meccanismi di diffusione potrebbe essere un metodo promettente per stabilizzare la malattia".

 

 

 


Fonte: Massachusetts General Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shuko Takeda, Susanne Wegmann, Hansang Cho, Sarah L. DeVos, Caitlin Commins, Allyson D. Roe, Samantha B. Nicholls, George A. Carlson, Rose Pitstick, Chloe K. Nobuhara, Isabel Costantino, Matthew P. Frosch, Daniel J. Müller, Daniel Irimia & Bradley T. Hyman. Neuronal uptake and propagation of a rare phosphorylated high-molecular-weight tau derived from Alzheimer’s disease brain. Nature Communications, 6, Article number: 8490. doi: 10.1038/ncomms9490

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)