Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Processi della memoria di lavoro sono più complessi di quanto si pensava

Memoria di lavoro i processi sottostanti sono più complessi di quanto si pensavaI limiti della memoria di lavoro: 15/20 secondi di tempo e 7 esperienze.E' necessaria la memoria di lavoro per trattenere una informazione per un breve periodo di tempo.

I processi sottostanti sono notevolmente più complessi di quanto si era ipotizzato finora, come riferiscono i ricercatori della Ruhr-Universität Bochum e dell'Università di Bonn, sulla rivista Cell Reports.

Due stati nel cervello si devono alternare ritmicamente affinché una informazione venga mantenuta con successo.

 

Memoria di lavoro: mantenere nuove informazioni per un breve periodo

Quando vogliamo ricordare una nuova informazione per un breve tempo, ad esempio un numero di telefono, viene invocata la memoria di lavoro. Diverse regioni del cervello sono coinvolte in questo processo, compreso l'ippocampo, che è noto per il suo ruolo cruciale nella memoria a lungo termine.

Il team guidato dal Prof. Dr. Nikolai Axmacher dell'Istituto di Neuroscienze Cognitive di Bochum e Marcin Leszczynski, ricercatore di Bochum e del Dipartimento di Epilettologia all'Università di Bonn, ha studiato i modelli delle attività ritmiche nell'ippocampo mentre i soggetti memorizzavano sequenze di numeri o facce.

 

Due attività insorgono a intervalli di mezzo secondo

A tal fine, il team ha lavorato con pazienti di epilessia che avevano elettrodi impiantati nell'ippocampo in funzione di una pianificazione chirurgica. Tali elettrodi hanno consentito ai ricercatori di misurare l'attività della regione in profondità nel cervello.

Mentre i pazienti memorizzavano sequenze di volti o numeri, i ricercatori hanno osservato due stati di attività nell'ippocampo, che si alternavano due volte al secondo: uno stato eccitato e uno meno eccitato.

 

Compiti apparentemente semplici richiedono processi altamente complessi

Se nell'ippocampo non si produceva lo schema ritmico, i pazienti tendevano a commettere errori durante il compito. Sulla base dei modelli di attività, i ricercatori sono riusciti anche a stimare quanti numeri o facce sono riusciti a memorizzare in modo affidabile i soggetti del test.

"I risultati mostrano che il cervello esegue processi altamente complessi anche durante compiti apparentemente semplici", dice il prof Nikolai Axmacher. "La nostra sensazione soggettiva che qualcosa sia semplice o complesso non è un indicatore affidabile del modo in cui il cervello in realtà esegue il compito".

 

 

 


Fonte: Ruhr-University Bochum (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M. Leszczynski, J. Fell, N. Axmacher. Rhythmic working memory activation in the human hippocampus. Cell Reports, 2015 DOI: 10.1016/j.celrep.2015.09.081

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)