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Anziani con demenza hanno un rischio alto di disidratazione

Un anziano ogni cinque che vive nelle case di cura nel Regno Unito è disidratato, il che suggerisce che non beve abbastanza da restare in buona salute; e quelli con problemi di demenza, diabete e reni hanno il rischio più alto di disidratazione, secondo una ricerca della University of East Anglia.

Gli anziani sono particolarmente a rischio di disidratazione da perdita di acqua, che è causata dal non bere abbastanza liquidi. Essa può portare a esiti cattivi di salute, come la disabilità, e anche alla morte.

Una nuova ricerca pubblicata giorni fa rivela quali sono le condizioni associate alla disidratazione. Si spera che i risultati possano aiutare i caregiver ad identificare gli anziani nelle case di cura con il rischio più alto di disidratazione.

Il primo autore dottor Lee Hooper della University of East Anglia (UEA) ha detto:

"L'acqua è fondamentale per ogni azione del corpo, e mantenere l'idratazione è essenziale per la vita. Sappiamo che la disidratazione è difficile da identificare, ma può portare ad un aumento del rischio di ricovero ospedaliero, infezioni del tratto urinario, invalidità e persino morte.

"Gli anziani tendono a non sentire la sete quando bevono troppo poco. Oltre a questo, con l'invecchiamento dei nostri reni, si riduce la nostra capacità di concentrare l'urina per preservare il fluido, per cui si riduce lentamente la capacità del corpo di regolare il bilancio idrico.

"Fino ad ora c'erano poche prove, e contraddittorie, su quali fattori di salute sono associati alla disidratazione negli anziani. Volevamo quindi scoprire se alla disidratazione sono associate eventuali condizioni particolari, per capire la sua prevalenza e individuare quali sono gli individui più a rischio".


La ricerca si è svolta in 56 case di cura residenziali dove il team ha studiato 188 individui over-65. Lo stato di idratazione dei volontari anziani è stato determinato da un test dell'osmolalità del siero del sangue, e sono stati classificati come 'normalmente idratati', con 'disidratazione ostacolata' o 'disidratati'.

I ricercatori hanno poi confrontato i risultati con una vasta gamma di 67 differenti fattori cognitivi, funzionali e sanitari, compreso se erano o no continenti, se sentivano la sete, la loro temperatura, il peso, quale farmaco stavano prendendo, e se avevano una diagnosi di demenza. Questa è la prima ricerca che tiene conto sia di un ampio gruppo di studio che di una vasta gamma di fattori di salute.


I risultati più importanti:

  • Elevata prevalenza (20 per cento) di disidratazione negli anziani che vivono in case di cura a lungo termine.
  • Gli anziani con problemi renali, demenza e diabete hanno il rischio maggiore di disidratazione.
  • Anche i fattori come i farmaci diuretici, il sesso (gli uomini), e l'incontinenza della vescica sono associati alla disidratazione.
  • La sete non è associata con lo stato di idratazione degli anziani.

Il dottor Hooper ha detto:

"Abbiamo scoperto che gli anziani con cattive condizioni di salute (andavano dal medico più spesso o avevano una storia recente di ricoveri in pronto soccorso) avevano più probabilità di essere disidratati.

"Anche i volontari con gonfiore alle caviglie, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), artrite, problemi di continenza, demenza, e quelli che usano farmaci per il diabete, i lassativi e i diuretici erano particolarmente a rischio. Abbiamo trovato anche che gli uomini hanno più probabilità delle donne di essere disidratati.

"La sete è un indicatore scadente di disidratazione nelle persone anziane. Il bere deve invece essere regolato dall'abitudine e dalla routine, fatto che può essere difficile per le persone con demenza.

"Abbiamo scoperto una forte correlazione tra le funzioni cognitive scadenti e la disidratazione. Ma è molto probabile che la disidratazione sia la causa della funzione cognitiva povera, e che la relazione funzioni come un circolo vizioso.

"Speriamo che questa ricerca possa permettere ai caregiver di individuare gli anziani fragili con più probabilità di soffrire di disidratazione. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare la direzione del nesso di causalità e gli effetti sulla salute della crescente assunzione di liquidi".

 

**********
La ricerca è stata guidata dalla UEA (Regno Unito), con l'Università di Canberra (Australia), la NorseCare (UK) e il progetto Public and Patient Involvement in Research (PPIRes). E' stata finanziata dal National Institute of Health Research (NIHR).

 

 

 


Fonte: University of East Anglia via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lee Hooper, Diane K. Bunn, Alice Downing, Florence O. Jimoh, Joyce Groves, Carol Free, Vicky Cowap, John F. Potter, Paul R. Hunter and Lee Shepstone. Which Frail Older People Are Dehydrated? The UK DRIE Study. J Gerontol A Biol Sci Med Sci, first published online November 9, 2015 doi:10.1093/gerona/glv205

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

 


 

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