Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Usato il lievito per rilevare le proteine coinvolte nelle malattie neurodegenerative

I ricercatori dell'Istituto di Biotecnologie e Biomedicina e il Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare della Universitat Autònoma de Barcelona hanno sviluppato e brevettato un metodo che utilizza lievito Saccharomyces cerevisiae per rilevare nelle proteine umane la formazione di oligomeri, piccole aggregazioni tossiche di molecole che possono avviare l'assemblaggio delle fibre amiloidi trovate nelle malattie neurodegenerative.

Il test permette di validare l'efficacia dei composti che potrebbero sciogliere o inibire questi aggregati, e a studiare a livello di base le potenzialità terapeutiche di un gran numero di molecole. Gli oligomeri sono formati dall'unione di un numero di molecole da due a venti. Studi recenti sembrano indicare che la loro tossicità è maggiore di quella delle fibre amiloidi. Tuttavia, studiare queste sostanze non è facile, dato che sono instabili e le loro formazioni sono transitorie.

Il metodo sviluppato dai ricercatori della UAB individua e monitora in vivo il processo di aggregazione delle proteine con tecniche di fluorescenza e senza la necessità di ricorrere a metodi alternativi. Permette inoltre di studiare composti che inibiscono gli oligomeri come meccanismi potenzialmente terapeutici per evitare la formazione a posteriori delle placche amiloidi.

Il sistema di screening è stato effettuato modificando geneticamente il lievito Saccharomyces cerevisiae per collegare l'aggregazione della proteina umana alla morte cellulare. Essa si basa sulla fusione del peptide umano in fase di studio con la variante umana di una proteina necessaria per la sopravvivenza del lievito modificato, la reduttasi diidrofolata (DHFR). L'aggregazione del peptide disattiva la proteina DHFR e produce infine la morte della cellula, fornendo così un sistema di rilevazione di molecole con tendenza ad aggregarsi e in cui qualsiasi composto in grado di separare o inibire questa aggregazione favorirebbe la sopravvivenza della cellula.

I ricercatori hanno effettuato lo studio con il peptide AB42, la causa principale della malattia di Alzheimer. Per convalidare la prova hanno lavorato con diversi composti in vitro che, in studi relativi alla malattia, avevano dimostrato di essere efficaci contro la formazione di oligomeri, fibre amiloidi o di entrambi i tipi di molecole. Il sistema ha dimostrato di essere efficace solo con i composti che interessano gli oligomeri, il che lo rende un metodo molto specifico per la rilevazione iniziale del processo di aggregazione. Il sistema è stato validato anche con chaperones molecolari, un gruppo di proteine che aumentano la dissoluzione dell'aggregazione proteica e favoriscono la sopravvivenza delle cellule. Oltre all'AB42, i ricercatori hanno convalidato i test per quanto riguarda l'individuazione di aggregazioni iniziali, utilizzando proteine coinvolte nella malattia di Parkinson e la corea di Huntington.

Secondo Salvador Ventura, uno degli autori dello studio, il sistema è facile da usare e permette agli scienziati di lavorare velocemente e di analizzare con affidabilità la potenziale efficacia terapeutica di un numero infinito di composti a livello sperimentale. Ora c'è la necessità di automatizzare il sistema - con piastre che consentano l'analisi simultanea di più di cinquanta molecole per analisi - per essere utilizzato nella ricerca di base. Per ora il sistema è stato brevettato dai ricercatori.

 


Fonte: Materiale della Universitat Autònoma de Barcelona, via AlphaGalileo.

Riferimenti: Montse Morell, Natalia S. de Groot, Josep Vendrell, Francesc X. Avilés, Salvador Ventura. Linking amyloid protein aggregation and yeast survival. Molecular BioSystems, 2011; DOI: 10.1039/c0mb00297f

Pubblicato su ScienceDaily il 1 febbraio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Notizie da non perdere

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.