Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Chemio-nebbia: i danni della chemiotreapia sul cervello a lungo termine



Le donne che hanno subito la chemioterapia per il cancro al seno lamentano da tempo disturbi cognitivi persistenti dopo il trattamento.


Questi effetti sono chiamati "chemobrain" (o deterioramento cognitivo post-chemioterapia o disfunzione cognitiva indotta da chemio o chemio-nebbia), una sensazione di nebulosità mentale.


Un nuovo studio eseguito alla University of Illinois riferisce un deterioramento cognitivo di lunga durata nei topi a seguito della somministrazione del regime chemioterapico usato per il trattamento del cancro al seno negli esseri umani.


I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista Behavioural Brain Research.


"I tassi di sopravvivenza del cancro sono aumentati notevolmente e continuano a migliorare sia per la diagnosi precoce che per le cure mediche migliori", ha detto Catarina Rendeiro, studiosa post-dottorato all'Istituto Beckman per la Scienza e la Tecnologia Avanzata.


Come prima autrice dello studio, la Rendeiro ha collaborato con un gruppo interdisciplinare della Illinois, che comprende Justin Rodhes, professore di psicologia del Beckman Institute, e William Helferich, professore di nutrizione nel reparto di scienza dell'alimentazione e nutrizione umana. "La qualità della vita dopo la chemioterapia è di fondamentale importanza, e il chemobrain è significativo in queste sopravvissute", ha detto Helferich.


Le lamentele delle pazienti e le osservazioni cliniche dopo la chemioterapia hanno stimolato un interesse per il chemobrain. Anche se molti ricercatori hanno esaminato gli effetti sugli esseri umani così come negli animali, la maggior parte di tali studi non hanno valutato gli effetti a lungo termine.


Dice Rhodes: "Il costo fisico della chemioterapia è grande ed è responsabile dei deterioramenti cognitivi a breve termine. La domanda è, dopo aver recuperato completamente dall'assalto acuto della chemioterapia, dopo molti mesi o anni, c'è ancora un deterioramento cognitivo?. Si possono sviluppare farmaci per affrontare questi deterioramenti cognitivi, ma gli effetti collaterali e le interazioni negative di questi farmaci con i farmaci chemioterapici possono indurre ancora maggiore sofferenza alle pazienti".


I ricercatori sperano di trovare interventi non-farmaceutici che sono ampiamente disponibili e hanno un minor numero di complicanze. "Un intervento dietetico che riesce a migliorare la funzione cognitiva dopo la chemioterapia potrebbe dare benefici a molte pazienti affette da cancro", ha detto Rendeiro.


I ricercatori hanno usato topi femmina allevati per imitare le donne in post-menopausa, il gruppo più colpito da cancro al seno. "Volevamo un modello che rappresentasse la popolazione umana, per avere le migliori possibilità di risultati validi per gli esseri umani", ha detto Rhodes. "Abbiamo bisogno di avere buoni modelli animali di questi problemi cognitivi a lungo termine che seguono la chemioterapia, per capire cosa sta succedendo e come trattarli", ha detto Rendeiro.


Il primo obiettivo del team è stato confermare che il chemobrain è un fenomeno di lunga durata. Essi hanno valutato gli effetti a lungo termine della chemioterapia sull'apprendimento e sulla memoria, nonché la formazione di nuovi neuroni nell'ippocampo, un'area del cervello che contribuisce a tali capacità. I ricercatori hanno testato l'apprendimento e la memoria attraverso il Morris water maze, nel quale i topi devono trovare una piattaforma nascosta in un labirinto.


I topi che avevano ricevuto il regime chemioterapico hanno trovato la piattaforma in un tempo più lungo e sono stati più lenti ad imparare il compito rispetto al gruppo di controllo. Il gruppo della chemioterapia ha avuto anche il 26 per cento in meno di neuroni superstiti dell'ippocampo nati durante il trattamento di chemioterapia e ha generato il 14 per cento in meno di neuroni dell'ippocampo nei tre mesi seguenti la chemioterapia.


Nell'insieme questi risultati mostrano il deperimento a lungo termine (3 mesi per un topo corrispondono a circa dieci anni umani) sia del cervello che del comportamento dei topi trattati con chemioterapia.


I ricercatori si sono interessati anche all'efficacia di una dieta arricchita con acidi grassi omega-3 per invertire questi disturbi cognitivi. Tuttavia, non hanno trovato alcun effetto benefico della dieta integrata nel mitigare i disturbi cognitivi indotti da chemioterapia. Anche se la dieta omega-3 non ha migliorato gli esiti cognitivi dei topi, i ricercatori si aspettano che il loro modello sarà utile per studiare gli interventi di stile di vita alternativi per migliorare il fenomeno chemobrain.


La ricerca è stata finanziata dall'Università stessa.

 

 

 


Fonte: Sarah Banducci in University of Illinois at Urbana-Champaign (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Catarina Rendeiro, Andrew Sheriff, Tushar K. Bhattacharya, Joseph V. Gogola, Jeffrey H. Baxter, Hong Chen, William G. Helferich, Edward J. Roy, Justin S. Rhodes. Long-lasting impairments in adult neurogenesis, spatial learning and memory from a standard chemotherapy regimen used to treat breast cancer. Behavioural Brain Research, 2016; 315: 10 DOI: 10.1016/j.bbr.2016.07.043

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)