Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Aquaporina-4: nuovo possibile obiettivo contro l'Alzheimer

Aquaporina-4: nuovo possibile obiettivo contro l'AlzheimerConfronto tra la scansione del cervello di un individuo anziano con Alzheimer (a sinistra) e uno cognitivamente sano (n destra). La fluorescenza rossa è la proteina di membrana aquaporina-4. L'individuo cognitivamente sano ha un'espressione relativamente uniforme di aquaporina-4 in tutto il tessuto e un incremento netto nell'intero vaso sanguigno, mentre l'individuo con Alzheimer ha un'espressione irregolare di aquaporina-4, a 'macchia di leopardo'. (Fonte: OHSU).

Una nuova scoperta scientifica può fornire una strada futura per il trattamento e la prevenzione dell'Alzheimer.


Uno studio pubblicato il 28 novembre sulla rivista JAMA Neurology ha esaminato l'aquaporina-4, un tipo di proteina di membrana presente nel cervello. Usando cervelli donati per la ricerca scientifica, i ricercatori dell'OHSU hanno scoperto una correlazione tra la prevalenza di aquaporina-4 nelle persone anziane che non soffrono di Alzheimer rispetto a coloro che avevano la malattia.


"Questo suggerisce che l'aquaporina-4 potrebbe essere un bersaglio utile nella prevenzione e nel trattamento dell'Alzheimer", ha detto l'autore senior Jeffrey Iliff PhD, professore assistente del Dipartimento di Anestesiologia e Medicina Perioperatoria e della Facoltà di Medicina dell'OHSU. "Tuttavia non ci facciamo illusioni che, anche potendo risolvere questa singola cosa, potremmo curare l'Alzheimer".


L'Alzheimer è una malattia progressiva, di solito associata all'invecchiamento, che causa problemi con la memoria, il pensiero e il comportamento. E' la causa principale di demenza in tutto il mondo ed è attualmente la sesta causa di morte negli Stati Uniti. La malattia non ha alcuna cura conosciuta, ma ci sono [labili] trattamenti disponibili per alcuni dei suoi sintomi.


L'aquaporina-4 è una parte fondamentale di una rete di canali diffusi nel cervello, chiamati collettivamente 'sistema glinfatico', che permette al fluido cerebro-spinale dall'esterno del cervello di lavare via le proteine ​​come l'amiloide e la tau che si accumulano all'interno di esso. Queste proteine ​​tendono ad accumularsi nel cervello di alcune persone affette da Alzheimer, con un possibile ruolo nel distruggere le cellule nervose del cervello nel corso del tempo.


"Questo sistema e il suo deterioramento possono essere una delle tante cose che vanno male nelle persone con Alzheimer", ha detto Iliff.


Lo studio ha esaminato attentamente 79 cervelli donati attraverso l'Oregon Brain Bank, che fa parte dell'OHSU Layton Aging and Alzheimer’s Disease Center. Essi sono stati divisi in tre gruppi: gli under 60 senza una storia di malattia neurologica; gli over 60 con una storia di Alzheimer; e gli over 60 senza Alzheimer.


I ricercatori hanno scoperto che, nel cervello sia dei giovani che degli anziani senza Alzheimer, la proteina aquaporina-4 è ben organizzata, rivestendo i vasi sanguigni del cervello. Però nel cervello delle persone con Alzheimer, la proteina aquaporina-4 è disorganizzata, il che può riflettere l'incapacità di questi cervelli di eliminare in modo efficiente i rifiuti come l'amiloide-beta.


Lo studio conclude auspicando future ricerche sull'aquaporina-4, attraverso la sua forma o la sua funzione, per portare infine a farmaci che trattano o prevengono l'Alzheimer.

 

 

 


Fonte: Oregon Health & Science University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Douglas M. Zeppenfeld, Matthew Simon, J. Douglas Haswell, Daryl D’Abreo, Charles Murchison, Joseph F. Quinn, Marjorie R. Grafe, Randall L. Woltjer, Jeffrey Kaye, Jeffrey J. Iliff. Association of Perivascular Localization of Aquaporin-4 With Cognition and Alzheimer Disease in Aging Brains. JAMA Neurology. Published online November 28 2016 doi:10.1001/jamaneurol.2016.4370

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)