Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La rapamicina può rallentare l'invecchiamento ed evitare le neurodegenerazioni

I ricercatori della Oregon State University hanno scoperto che un composto chiamato rapamicina ha proprietà insolite che possono aiutare ad affrontare i danni neurologici come l'Alzheimer. Uno studio appena pubblicato in Aging Cell delinea una nuova comprensione di come funziona questo composto.


"E' possibile che possa diventare un nuovo approccio terapeutico per le malattie neurologiche", ha detto Viviana Perez, assistente professore del Dipartimento di Biochimica e Biofisica della OSU, esperta dei processi biologici dell'invecchiamento e ricercatrice del Linus Pauling Institute.


Gli scienziati conoscono ora due meccanismi d'azione della rapamicina. Uno era già noto. Il meccanismo appena scoperto è quello che secondo i ricercatori potrebbe aiutare a prevenire i danni neurologici e alcune malattie correlate.


"Il valore della rapamicina è chiaramente legato alla questione della senescenza cellulare, una fase nella quale le cellule invecchiano, smettono di proliferare e cominciano a secernere sostanze dannose che portano all'infiammazione", ha detto la Perez. "La rapamicina sembra contribuire a fermare questo processo".


Questa secrezione di composti dannosi, dicono i ricercatori, crea un ambiente tossico chiamato «fenotipo secretorio associato a senescenza» (SASP). Si ritiene che sconvolga il microambiente cellulare e alteri la capacità delle cellule adiacenti di funzionare correttamente, compromettendone la struttura e la funzione del tessuto. Questo processo allargato è infine collegato all'invecchiamento.


"L'aumento della senescenza cellulare associato all'invecchiamento, e l'infiammazione relativa, possono aiutare a preparare il terreno per una vasta gamma di malattie degenerative, che comprendono cancro, malattie cardiache, diabete e malattie neurologiche, come demenza o Alzheimer", ha detto la Perez. "Quando eliminiamo le cellule senescenti, gli animali da laboratorio vivono più a lungo e hanno meno malattie. E la rapamicina può avere effetti simili".


Prima di questa ricerca, si sapeva solo che c'era un meccanismo d'azione della rapamicina in questo processo. Gli scienziati credevano che contribuisse ad aumentare l'azione di Nrf2, un regolatore master in grado di 'accendere' fino a 200 geni responsabili della riparazione delle cellule, della disintossicazione di sostanze cancerogene, del metabolismo di proteine ​​e lipidi, della protezione antiossidante e di altri fattori. Nel fare questo contribuisce a ridurre i livelli di SASP.


Il nuovo studio ha concluso che la rapamicina potrebbe anche influenzare i livelli di SASP direttamente, separatamente dal percorso Nrf2, e in modo tale da avere un impatto sui neuroni così come su altri tipi di cellule.


"Ogni nuovo approccio per aiutare a proteggere i neuroni dai danni potrebbe essere prezioso", ha detto Perez. "Altri studi, per esempio, hanno dimostrato che gli astrociti, che aiutano a proteggere la funzione e la salute dei neuroni, possono essere danneggiati dal SASP. Questa può essere una delle cause di alcune malattie neurologiche, compreso l'Alzheimer".


Attraverso la capacità di aiutare a prevenire i danni cellulari legati al SASP attraverso due percorsi - uno che coinvolge il Nrf2 e l'altro più direttamente - la rapamicina continua a generare un notevole interesse per affrontare le questioni legate all'invecchiamento, ha detto la Perez.


La rapamicina è un composto naturale scoperto nei terreni dell'Isola di Pasqua nell'Oceano Pacifico meridionale. E' già stato studiato intensamente perché può imitare gli effetti preziosi della restrizione dietetica, che in alcuni animali ha dimostrato di estendere la longevità.


I topi di laboratorio che hanno ricevuto la rapamicina hanno dimostrato più forma fisica, meno declino dell'attività con l'età, miglioramento della cognizione e della salute cardiovascolare, meno cancro, e una vita più lunga.


L'uso della rapamicina a tal fine nell'uomo è stato finora limitato da un importante effetto collaterale: un aumento della resistenza all'insulina che può aumentare il rischio di diabete. Questa preoccupazione esiste ancora, e impedisce di usare la rapamicina nelle malattie degenerative fino a quando si troverà la soluzione al problema.


Questo può essere possibile. Gli scienziati stanno cercando analoghi della rapamicina che possono avere un impatto biologico simile, ma senza quell'effetto collaterale indesiderato.

 

 

 


Fonte: Oregon State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rong Wang, Zhen Yu, Bharath Sunchu, James Shoaf, Ivana Dang, Stephanie Zhao, Kelsey Caples, Lynda Bradley, Laura M. Beaver, Emily Ho, Christiane V. Löhr, Viviana I. Perez. Rapamycin inhibits the secretory phenotype of senescent cells by a Nrf2-independent mechanism. Aging Cell, 2017; DOI: 10.1111/acel.12587

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.