Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le donne mostrano un vantaggio cognitivo nei paesi a pari opportunità

Il funzionamento cognitivo delle donne dopo la mezza età può essere influenzato dal grado di uguaglianza di genere nel paese in cui vivono, secondo un nuovo studio pubblicato su Psychological Science.


"Questa ricerca è un primo tentativo di mettere in luce le conseguenze negative importanti, ma poco studiate, della disuguaglianza di genere sulla salute delle donne nell'anzianità", spiega il ricercatore Eric Bonsang dell'Università Paris-Dauphine e della Columbia University, primo autore dello studio. "Mostra che le donne che vivono in paesi con pari opportunità hanno migliori punteggi nei test cognitivi più avanti nella vita, rispetto alle donne che vivono in società senza parità di genere. Inoltre, nei paesi che hanno stabilito più pari opportunità nel tempo, le prestazioni cognitive delle donne sono migliori rispetto agli uomini".


Bonsang e i colleghi Vegard Skirbekk (Norwegian Institute of Public Health e Columbia University) e Ursula Staudinger (Columbia University) avevano notato che le differenze nei punteggi degli uomini e delle donne sui test cognitivi variavano di molto nei vari paesi. Ad esempio, nei paesi dell'Europa settentrionale, le donne tendono a superare gli uomini nei test di memoria, mentre sembra essere vero l'opposto in molti paesi dell'Europa meridionale.


"Questa osservazione ci ha motivato a capire che cosa potrebbe causare tali variazioni nei vari paesi", afferma Bonsang. Mentre i fattori economici e socioeconomici probabilmente hanno un ruolo importante, Bonsang, Skirbekk e Staudinger si sono chiesti se anche i fattori socioculturali, come gli atteggiamenti sui ruoli di genere, possono contribuire alla variazione delle differenze di genere nelle prestazioni cognitive in tutto il mondo. Hanno ipotizzato che le donne che vivono in una società con atteggiamenti più tradizionali sui ruoli di genere probabilmente hanno meno accesso alle opportunità di istruzione e occupazione e quindi potrebbero avere prestazioni cognitive minori più tardi in vita rispetto agli uomini della stessa età.


I ricercatori hanno analizzato i dati relativi alle prestazioni cognitive dei partecipanti tra 50 e 93 anni, tratti da numerose indagini nazionali, compreso l'US Health and Retirement Study, l'indagine sulla salute, l'invecchiamento e il pensionamento in Europa, lo studio longitudinale inglese dell'invecchiamento e lo studio dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'invecchiamento globale e la salute degli adulti. Insieme, le indagini hanno fornito i dati di 27 paesi.


Tutte le indagini includono un compito della memoria episodica per misurare le prestazioni cognitive. I partecipanti hanno ascoltato un elenco di 10 parole e sono stati poi invitati a ripetere tutte quelle che potevano ricordare subito dopo; in alcune delle indagini, i partecipanti hanno tentato di richiamare nuovamente le parole dopo un ritardo. Inoltre, alcune delle indagini includevano un compito inteso a valutare la funzione esecutiva in cui i partecipanti nominavano quanti più animali potevano entro un minuto.


Per valutare gli atteggiamenti di ruolo di genere, i ricercatori si sono concentrati su quanto si dichiaravano d'accordo i partecipanti con l'affermazione: «Quando i posti di lavoro sono scarsi, gli uomini dovrebbero avere più diritto al lavoro delle donne».


Nel complesso, i dati hanno mostrato una notevole variabilità nelle differenze di genere nelle prestazioni cognitive in tutti i paesi. In alcuni paesi, le donne hanno superato gli uomini: il vantaggio femminile nella prestazione cognitiva è più alto in Svezia. In altri paesi, tuttavia, gli uomini superano le donne: il vantaggio maschile è più alto in Ghana.


Come ipotizzavano i ricercatori, gli atteggiamenti progressivamente più tradizionali del ruolo di genere erano collegati alla diminuzione delle prestazioni cognitive tra le donne in tutti i paesi. In altre parole, le donne nei paesi con atteggiamenti meno tradizionali avevano più probabilità di ottenere prestazioni cognitive migliori in vecchiaia rispetto a quelle dei paesi più tradizionali.


Bonsang e colleghi hanno osservato che i cambiamenti nel tempo degli atteggiamenti di ruolo di genere all'interno di un paese si associano a cambiamenti nelle prestazioni cognitive delle donne rispetto agli uomini.


Anche se i dati sono correlati in natura, alcune analisi più dettagliate puntano verso una relazione causale. Queste analisi suggeriscono che gli atteggiamenti di ruolo di genere possono avere un ruolo notevole in esiti importanti per le donne in diversi paesi, sostengono i ricercatori.


"Questi risultati rafforzano la necessità di politiche volte a ridurre le disuguaglianze di genere, perché si dimostra che le conseguenze vanno al di là del mercato del lavoro e delle disuguaglianze nel reddito", afferma Bonsang. "Dimostrano anche quanto sia importante considerare le influenze apparentemente intangibili, come gli atteggiamenti e i valori culturali, nel tentativo di comprendere l'invecchiamento cognitivo".


"Con un lavoro successivo, intendiamo scorporare l'effetto degli atteggiamenti di ruolo di genere sulla differenza di genere nella cognizione (attraverso gli impatti di tali atteggiamenti sulle istituzioni, sulla politica e sulle caratteristiche del mercato del lavoro) dall'impatto delle credenze delle donne associate agli atteggiamenti di ruolo di genere", ha concluso Bonsang.

 

 

 


Fonte: Association for Psychological Science (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eric Bonsang, Vegard Skirbekk, Ursula M. Staudinger. As You Sow, So Shall You Reap: Gender-Role Attitudes and Late-Life Cognition. Psychological Science, 2017; 095679761770863 DOI: 10.1177/0956797617708634

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)