Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ritardo nell'elaborazione delle parole può prevedere lo sviluppo dell'Alzheimer in seguito

Ritardo nell'elaborazione delle parole può prevedere lo sviluppo dell'Alzheimer in seguito

Una ricerca condotta all'Università di Birmingham ha scoperto che una risposta neurologica ritardata nell'elaborazione della parola scritta potrebbe essere un indicatore che un paziente con problemi lievi di memoria ha un rischio più alto di sviluppare il Morbo di Alzheimer (MA).


Usando l'elettroencefalogramma (EEG) - un test che rileva l'attività elettrica nel cervello di una persona attraverso elettrodi collegati al cuoio capelluto - i ricercatori hanno studiato l'attività cerebrale di un gruppo di 25 pazienti, per stabilire la rapidità di elaborazione delle parole visualizzate su uno schermo del computer.


Lo studio, pubblicato in Neuroimage Clinical, è stato guidato dalla Facoltà di Psicologia dell'Università di Birmingham e dal Centro Salute del Cervello Umano, ed è stato eseguito in collaborazione con le Università del Kent e della California. I pazienti che vi hanno preso parte erano un mix di anziani sani, pazienti con lieve decadimento cognitivo (LDC) e pazienti con LDC che avevano sviluppato l'MD entro tre anni dalla diagnosi di LDC.


Si stima che l'LDC (una condizione per cui una persona ha problemi lievi con le capacità mentali, come la memoria, ma superiori a quelli che ci si potrebbe aspettare di norma per una persona sana della sua età) interessi fino al 20% degli over 65. Non è un tipo di demenza, ma una persona con LDC ha maggiori probabilità di progredire verso la demenza.


Il dottor Ali Mazaheri, dell'Università di Birmingham, ha dichiarato:

"Una caratteristica dell'MA è un declino progressivo del linguaggio, tuttavia la capacità di elaborare il linguaggio nel periodo tra l'apparizione dei sintomi iniziali e il suo pieno sviluppo è stata studiata molto poco. Volevamo capire se ci sono anomalie nell'attività cerebrale durante l'elaborazione linguistica nei pazienti di LDC che possono fornire una visione della loro probabilità di sviluppare l'Alzheimer.

"Ci siamo concentrati sul funzionamento del linguaggio, dato che è un aspetto cruciale della cognizione e particolarmente influenzato durante le fasi progressive dell'MA".


Ricerche precedenti avevano scoperto che, quando una persona vede una parola scritta, occorrono 250 millisecondi al cervello per elaborarla, un'attività che può essere registrata da un EEG.


La dott.ssa Katrien Segaert, dell'Università di Birmingham, aggiunge:

"E' di fondamentale importanza che nel nostro studio abbiamo scoperto che questa risposta del cervello è aberrante negli individui che continueranno in futuro verso l'MA, ma intatta nei pazienti che sono rimasti stabili. I nostri risultati sono inaspettati poiché il linguaggio è di solito influenzato dall'MA nelle fasi molto successive dall'insorgenza della malattia.

"È possibile che questa rottura della rete cerebrale associata alla comprensione della lingua nei pazienti con LDC possa essere un biomarcatore cruciale da usare per identificare i pazienti che potrebbero sviluppare l'MA.

"Speriamo ora di confermare la validità di questo biomarcatore in una grande popolazione di pazienti nel Regno Unito per vedere se è un predittore specifico dell'MA o un indicatore generale che la demenza coinvolge il lobo temporale.

"La verifica di questo biomarcatore potrebbe aprire la strada a un intervento farmacologico precoce e allo sviluppo di un nuovo test a basso costo e non invasivo che usa l'EEG nell'ambito di una valutazione medica di routine, quando un paziente si presenta la prima volta dal proprio medico di base con preoccupazioni per i problemi di memoria”.

 

 

 


Fonte: University of Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ali Mazaheri, Katrien Segaert, John Olichney, Jin-Chen Yang, Yu-Qiong Niu, Kim Shapiro, Howard Bowman. EEG oscillations during word processing predict MCI conversion to Alzheimer's disease. NeuroImage: Clinical, 2017; DOI: 10.1016/j.nicl.2017.10.009

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)