Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo studio esamina il legame menopausa-Alzheimer

Nuovo studio esamina il legame menopausa-AlzheimerLa Dott.ssa Lisa Mosconi della Weill Cornell mostra sullo schermo le differenze nel cervello tra prima e dopo la menopausa. 

Recenti ricerche confermano che l'Alzheimer (MA) non è in realtà una malattia della vecchiaia; i cambiamenti nel cervello che portano alla perdita di memoria e ad altri problemi iniziano quando gli adulti raggiungono i 40/50 anni. Ora gli scienziati potrebbero aver trovato una causa dell'MA, per lo meno nelle donne.


Ogni sei mesi Karen Segal va all'Alzheimer's Prevention Clinic della Weill Cornell per sottoporsi a test cognitivi, scansioni cerebrali e fare analizzare i suoi esercizi e le sue abitudini alimentari. Vuole aiutare a trovare una cura per l'MA che sua madre ha da 17 anni, come pure il nonno materno.


Quindi sta partecipando a uno studio per scoprire se è possibile prevenire l'MA e determinare il motivo per cui viene diagnosticato il doppio nelle donne rispetto agli uomini. "Se non lo faccio e non incoraggio i miei amici a farlo, come troveremo mai un trattamento o una cura? È la menopausa che sta causando l'MA o è solo il naturale processo di invecchiamento?" ha detto la Segal.


Studiando le scansioni cerebrali di 43 donne di mezza età, tra cui la Segal, la Dott.ssa Lisa Mosconi ha scoperto una possibile connessione tra la menopausa e l'MA. "Se hai 40, 45, 50 anni, ti aspetti che il tuo cervello sia attivo nella scansione, invece quello che abbiamo visto è che le donne che erano negli stadi perimenopausali e postmenopausali mostrano una riduzione dei livelli di energia cerebrale rispetto agli uomini della stessa età", ha detto Lisa Mosconi, direttrice associata della Clinica Prevenzione Alzheimer alla Weill Cornell Medicine.


La Mosconi sospetta che la perdita di estrogeni durante la menopausa sia un fattore che rende il cervello più vulnerabile all'invecchiamento e all'MA: "Il cervello usa lo zucchero, in particolare il glucosio per produrre energia, e l'estrogeno è coinvolto nel modo in cui il cervello brucia il glucosio, lo zucchero, per produrre energia". Se il tuo cervello non brucia efficacemente il glucosio, alla fine inizi ad avere sintomi, come perdita di memoria, depressione, vampate di calore.


La Mosconi ha duplicato i risultati in un secondo studio e ora sta cercando di espandere il suo lavoro. La speranza è che i risultati portino a trattamenti più personalizzati per affrontare o prevenire questi cambiamenti cerebrali.


Per ora, le scansioni della Segal non mostrano alcun segno di MA e lei è determinata a mantenere così la situazione: "Sappiamo una cosa: non cureremo mai mia madre, ma potremmo avere una possibilità di curare me; preferirei guidare l'autobus piuttosto che spingerlo".

 

 

 

 

 


Fonte: Erin Billups in Spectrum News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.