Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Wandering: perchè gli anziani possono perdere la strada?

Wandering: perché gli anziani posson perdere la strada?Disegno di pavimento usato in uno degli esperimenti di realtà virtuale: questa configurazione ha testato l'abilità di giovani e anziani per l'orientamento spaziale. Fonte: DZNEI ricercatori del Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative (DZNE) hanno trovato una possibile spiegazione alla difficoltà di orientamento spaziale sperimentato a volte dagli anziani, nel cui cervello hanno rilevato un'attività instabile in un'area centrale per la navigazione spaziale.


Queste scoperte, riportate nella rivista Current Biology, a lungo termine potrebbero aprire nuovi modi per rilevare l'Alzheimer (MA).


Per guidarci nello spazio in modo obiettivo, il cervello umano deve elaborare un enorme flusso di informazioni, che vanno dagli stimoli visivi agli stimoli forniti dal sistema muscolare e al nostro senso dell'equilibrio. Pertanto, l'orientamento spaziale e la navigazione sono tra le abilità più complesse della mente umana. Tuttavia, queste abilità spesso si deteriorano man mano che invecchiamo, il che può compromettere seriamente l'indipendenza e la qualità della vita.


"Quando ti muovi in ​​un ambiente non familiare, è perfettamente normale perdersi. Tuttavia, questo tende ad accadere più spesso alle persone anziane. Finora, sappiamo molto poco sui meccanismi neuronali alla base di questi problemi di navigazione", afferma Matthias Stangl, ricercatore nel sito di Magdeburgo del DZNE e primo autore dell'attuale pubblicazione. "Avevamo formulato l'ipotesi che potessero essere implicate le cosiddette 'cellule di griglia'. Una parte importante dell'elaborazione della navigazione viene eseguita da questi neuroni specializzati, situati nella corteccia entorinale del cervello. Pertanto, abbiamo ipotizzato che fossero i deficit nella funzione delle cellule di griglia la causa dei problemi nella navigazione".

 

Nella realtà virtuale e nello spazio reale

Per testare questa ipotesi, Stangl e i colleghi hanno condotto esperimenti con 41 adulti sani, giovani e anziani, che sono stati divisi in due gruppi: il gruppo di 'giovani adulti' era composto da 20 partecipanti da 19 a 30 anni di età, mentre il gruppo di 'anziani' comprendeva 21 individui da 63 a 81 anni. Entrambi i gruppi includevano uomini e donne.


Uno degli esperimenti combinava le scansioni funzionali del cervello (fMRI) e la realtà virtuale: i partecipanti dovevano muoversi in uno scenario generato dal computer, mentre venivano monitorati i loro schemi di attività cerebrale.


Un secondo esperimento ha testato la capacità di 'integrazione del percorso'. In questa configurazione, i partecipanti si sono mossi lungo percorsi curvi predefiniti. Alle fermate intermedie, dovevano stimare la distanza e l'orientamento rispetto al punto di partenza, ma senza vedere o individuare la posizione. Poiché questo test è stato eseguito in due versioni, è avvenuto sia nello spazio reale che in un ambiente virtuale.

 

Instabilità nei modelli di 'sparo' dei neuroni

"Tutto sommato, i giovani partecipanti sono andati meglio nella navigazione, il che è in linea con gli studi precedenti. Tuttavia, abbiamo trovato un'associazione tra diminuzione della prestazione di navigazione e deficit nell'attività delle cellule di griglia", afferma il prof. Thomas Wolbers, scienziato senior del DZNE e supervisore dello studio attuale. "Le cellule di griglia si sono attivate in modo diverso tra giovani e anziani. Nello specifico, gli schemi di 'sparo' [comunicazione tra neuroni] erano meno stabili nel tempo negli individui più anziani, il che indica che questi circuiti cerebrali sono compromessi nella vecchiaia. Questo potrebbe essere una causa che spiega perché molti anziani tendono ad avere problemi con la navigazione spaziale".


Wolbers aggiunge: "Le cellule di griglia hanno un ruolo centrale non solo nella navigazione ma anche in altre funzioni cognitive. Pertanto, i nostri risultati potrebbero indicare un meccanismo chiave alla base dei deficit cognitivi nella vecchiaia. Ciò non solo fornisce informazioni sui cambiamenti neurofisiologici dovuti all'invecchiamento, ma può anche aiutare a progettare terapie contro il declino cognitivo correlato all'età".

 

Un primo segnale di demenza?

Anche se l'indebolimento delle abilità di navigazione potrebbe avvenire negli adulti sani, tale declino è considerato anche uno dei primi sintomi dell'Alzheimer.


"Valutare le prestazioni di navigazione e la funzione delle cellule di griglia potrebbe facilitare la diagnosi precoce dell'Alzheimer e di altri disordini neurodegenerativi", afferma Wolbers. "A tal fine, sarebbe necessario sviluppare metodi diagnostici che distinguano tra un declino legato all'età nella capacità di navigazione e un declino causato dalla malattia. Questo potrebbe essere un compito impegnativo. Tuttavia, i nostri risultati gettano le basi per studi futuri su tali argomenti".

 

 

 


Fonte: DZNE/German Center for Neurodegenerative Diseases (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Matthias Stangl, Johannes Achtzehn, Karin Huber, Caroline Dietrich, Claus Tempelmann, Thomas Wolbers. Compromised grid-cell-like representations in old age as a key mechanism to explain age-related navigational deficits. Current Biology, 2018 DOI: 10.1016/j.cub.2018.02.038

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.