Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il modo di personalizzare la risposta immunitaria del cervello alle malattie

Trovato il modo di personalizzare la risposta immunitaria del cervello alle malattieSchema del processo di rinnovo normale (sopra) e deteriorato (sotto) delle microglia. (Fonte: Cronk et al./UVA)

Il laboratorio di neuroscienze dell'Università della Virginia (UVA), che ha scoperto che il cervello si connette direttamente al sistema immunitario, ha ora trovato le prove che i medici potrebbero introdurre nel cervello miscele personalizzate di cellule immunitarie per combattere disordini genetici e malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.


I ricercatori UVA sono riusciti a 'inglobare', o fissare, le cellule immunitarie chiamate 'macrofagi' all'interno del cervello di topi di laboratorio senza usare radiazioni. Fino ad ora, molti scienziati avevano creduto che questo fosse impossibile; le radiazioni dannose, pensavano, sarebbero state essenziali per consentire alle cellule immunitarie di oltrepassare le difese naturali del cervello.


"Ci sono alcune malattie per cui sappiamo già che la presenza dei macrofagi è chiaramente benefica, ma l'irradiazione è clinicamente una barriera massiccia", ha detto il ricercatore James C. Cronk PhD, della Facoltà di Medicina dell'UVA. "Questo [studio] supporta l'idea che si può farlo e portare queste cellule nel cervello senza dover irradiare, il che è un enorme passo avanti in termini di fattibilità".

 

Cellule immunitarie e malattie neurologiche

La nuova ricerca non solo stabilisce definitivamente che i macrofagi possono essere inglobati nel cervello senza irradiazione, ma rivela ciò che accade loro una volta che sono lì. In precedenza, gli scienziati erano incerti se si trasformano semplicemente in un altro tipo di cellula immunitaria (le microglia), che è abbondante nel cervello.


La scoperta che rimangono un tipo di cellula unico suggerisce che i medici potrebbero essere in grado di manipolare il mix per creare risposte immunitarie personalizzate e combattere diverse malattie e disturbi, e forse anche i traumi cerebrali.


"Ci sono gruppi di scienziati che, con alti e bassi, hanno pubblicato articoli sull'Alzheimer o sulla SLA, discutendo se durante il normale processo patologico queste cellule entrano e sostituiscono non tutte, ma alcune delle microglia", ha detto Cronk. "Se scopri che l'inglobamento è dannoso e scopriamo che cosa le sta facendo entrare, potresti bloccarlo. O potresti aumentare l'inglobamento, a seconda delle condizioni".

 

Riconoscere le cellule immunitarie nel cervello

Come parte del loro lavoro, i ricercatori hanno identificato una 'firma genetica' per riconoscere e distinguere i macrofagi enigmatici da altri tipi di cellule, ha detto il ricercatore Christopher C. Overall PhD, biologo computazionale nel dipartimento di neuroscienze dell'UVA e del suo Center for Brain Immunology e Glia (BIG). "Abbiamo identificato un nucleo di geni sia per i macrofagi che per le microglia", ha affermato. "Ora è importante che possiamo riconoscere i macrofagi inglobati rispetto alle microglia, e le microglia da qualsiasi altra cosa".


Il ricercatore senior Jonathan Kipnis PhD, preside del Dipartimento di Neuroscienze e direttore del BIG Center, ha osservato che la capacità di rilevare le cellule potrà infine consentire ai medici di prevedere il rischio di malattia neurologica dei pazienti. "È molto probabile che queste cellule entrino in qualche modo nel cervello e che quindi predispongano il cervello al disordine o lo proteggano dal disordine", ha detto. "Un giorno potremmo essere in grado di dire che probabilmente non avrai il morbo di Parkinson perché hai queste cellule in quella zona".


Kipnis ha osservato che il lavoro rappresenta un'importante collaborazione interdisciplinare, che riunisce scienziati della Facoltà di Medicina e della Facoltà di ingegneria e scienze applicate dell'UVA. "I ricercatori del BIG avevano un affascinante problema di analisi delle immagini che nessun software esistente poteva risolvere", ha detto Scott Acton PhD, del Dipartimento di ingegneria elettrica e informatica della Facoltà di ingegneria. "Se si pensa alle microglia come a un polipo nella forma, i ricercatori del BIG dovevano seguire le estremità dei tentacoli, i processi delle microglia e misurare le loro velocità e trovare la loro destinazione. Siamo riusciti a fornire un algoritmo e un programma per computer che ora possiamo rendere disponibili ad altri ricercatori attraverso questa pubblicazione".


Cronk ha notato che la collaborazione ha trovato risposte ad alcune importanti domande che affliggono i ricercatori del cervello. "Esiste un'area di ricerca molto, molto, attiva per capire se questi macrofagi sono presenti nelle malattie neurodegenerative e se danno benefici o no", ha detto Cronk. "Abbiamo stabilito che sì, questo è un tipo di cella univoco. ... Il prossimo passo è, OK, cosa stanno facendo nella fisiologia? Possono essere messi lì artificialmente o rimossi come strategia terapeutica?"

 

 

 


Fonte: University of Virginia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: James C. Cronk, Anthony J. Filiano, Antoine Louveau, Ioana Marin, Rachel Marsh, Emily Ji, Dylan H. Goldman, Igor Smirnov, Nicholas Geraci, Scott Acton, Christopher C. Overall, Jonathan Kipnis. Peripherally derived macrophages can engraft the brain independent of irradiation and maintain an identity distinct from microglia. Journal of Experimental Medicine, Published 11 April 2018, DOI: 10.1084/jem.20180247

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)