Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Disfunzione dell'olfatto è collegata alle prestazioni cognitive

Disfunzione dell'olfatto è collegata alle prestazioni cognitiveE' tardi, ma non troppo: si può individuare la disfunzione olfattiva come marcatore del deterioramento cognitivo nella fascia di età 65-74 anni, secondo uno studio sulla popolazione pubblicato nel Journal of Alzheimer's Disease.


In tale vasta ricerca su partecipanti selezionati a caso in Germania, i ricercatori hanno scoperto che quelli tra i 65 e i 74 anni con una disfunzione olfattiva mostrano prestazioni cognitive compromesse.


È interessante notare che questa forte associazione non era presente nei partecipanti più giovani (55-64 anni) o più anziani (75-86 anni). Inoltre, l'effetto era più presente nelle donne rispetto agli uomini.


Nelle malattie neurodegenerative come il Parkinson e il morbo di Alzheimer (MA), la funzione olfattiva è carente. Inoltre, la disfunzione olfattiva precede l'insorgere del deterioramento cognitivo nel MA, che ne evidenzia il potenziale come biomarcatore per la diagnosi precoce.


Diversi studi suggeriscono che la disfunzione olfattiva predice la progressione dalla cognizione normale al lieve decadimento cognitivo (MCI) e al MA. Ci sono poche prove di questa associazione riguardo alle diverse fasi di età e alle differenze di genere.


L'Heinz Nixdorf Recall (Fattori di rischio, valutazione del calcio coronario e stile di vita) è uno studio prospettico, basato sulla popolazione, che ha esaminato 4.814 partecipanti da 45 a 75 anni (50% uomini) nell'area metropolitana della Ruhr. I partecipanti sono tornati per due esami ogni cinque anni. Per questa analisi, 2.640 partecipanti del terzo esame sono stati suddivisi in anosmici (mancanza di funzione olfattiva), iposmici (funzione olfattiva alterata) e normosmici (funzione olfattiva normale) in base ai punteggi dei test di screening Sniffin' Sticks.


Per esaminare le associazioni specifiche per età e genere, sono state condotte analisi stratificate per genere e per 3 gruppi di età. Uomini e donne differivano significativamente nella funzione olfattiva; le donne avevano punteggi più alti nel test olfattivo;


I partecipanti anosmici di sesso maschile e femminile di 65-74 anni hanno mostrato le peggiori prestazioni in diversi test cognitivi. Nessuna associazione è stata osservata negli adulti più giovani e più anziani. C'era un'associazione quantitativa in tutte le fasce di età, in quanto gli anosmici hanno avuto prestazioni peggiori rispetto agli iposmici, e gli iposmici andavano peggio dei normosmici in tutti i sottotest.


L'associazione trovata nel gruppo di 65-74 anni potrebbe dipendere dal fatto che quella fascia di età è cruciale per l'inizio del declino cognitivo e olfattivo correlato all'età.


Per quanto riguarda il gruppo di età più avanzata, l'associazione può essere coperta da altri fattori di rischio presenti in questa fascia di età come ipertensione, diabete o malattia coronarica. La patologia che potenzialmente causa disturbi olfattivi e cognitivi insorge principalmente dopo i 65 anni.


Pertanto, i gruppi più giovani sono cognitivamente più sani e sono più raramente anosmici. Questo potrebbe spiegare le associazioni mancanti in questa fascia d'età. Tuttavia, la prestazione cognitiva è riflessa dal decremento della funzione olfattiva in tutte le fasce di età.


I partecipanti con la peggiore funzione olfattiva hanno mostrato i peggiori risultati cognitivi e viceversa. Effetti più distinti sono stati trovati per le donne rispetto agli uomini. Le differenze generali nella funzione olfattiva tra uomini e donne possono essere la causa di questo risultato. I ricercatori avvertono però che a questo punto non si possono trarre conclusioni sulle implicazioni cliniche riguardanti il ​​genere.


Questo è il primo studio che riporta le associazioni specifiche per età della funzione olfattiva con le prestazioni cognitive nella popolazione generale. Il test della funzione olfattiva è un modo facile ed economico per rilevare le disfunzioni e può aiutare a identificare le persone a rischio di declino cognitivo.


La valutazione della funzione olfattiva può essere un indicatore appropriato per individuare le persone a rischio di declino cognitivo, specialmente nella fascia di età cruciale tra 65 e 74 anni.

 

 

 


Fonte: IOS Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sarah Tebrügge, Angela Winkler, Diana Gerards, Christian Weimar, Susanne Moebus, Karl-Heinz Jöckel, Raimund Erbel, Martha Jokisch on behalf of the Heinz Nixdorf Recall Study Investigative Group: Olfactory Function is Associated with Cognitive Performance: Results of the Heinz Nixdorf Recall Study. Journal of Alzheimer's Disease, Published 10 April 2018, DOI: 10.3233/JAD-170863

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.