Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricoveri ospedalieri per malattie gravi legati a cambiamenti cerebrali correlati alla demenza

brain scan anatomy iStock 522798525

I ricercatori della Johns Hopkins riferiscono che una nuova analisi su oltre un migliaio di pazienti aggiunge prove che l'ospedalizzazione, le malattie critiche e le principali infezioni possono ridurre le strutture cerebrali colpite di solito dal morbo di Alzheimer (MA).


I risultati dello studio, pubblicato il 24 settembre sul Journal of the American Geriatrics Society, suggeriscono - ma non dimostrano - che le malattie critiche e le infezioni gravi possono promuovere tali cambiamenti nella struttura cerebrale e accelerare il processo di declino cognitivo, dicono i ricercatori.


"Ci sono da tempo evidenze che le malattia critiche, abbastanza gravi da richiedere l'ospedalizzazione, sono legate a successivi esiti neurologici negativi come la demenza, ma crediamo che il nostro studio sia uno dei primi a esaminare specificamente come sia la malattia che l'infezione possono promuovere cambiamenti cerebrali che preparano il terreno al declino cognitivo nella tarda età e sono fattori di rischio indipendenti per la demenza", dice Keenan Walker PhD, postdottorato nel Dipartimento di Neurologia della Johns Hopkins University e primo autore dello studio.


Walker avverte che le scoperte potrebbero essere limitate a causa di codici di fatturazione non rilevati o non classificati, che definiscono la diagnosi nelle cartelle cliniche, da una mancanza di informazioni su comorbidità potenzialmente rilevanti come il delirium e dalla natura 'osservazionale' dello studio, che non è stato progettato per (e non può) determinare o provare causa ed effetto.


Ma, ha detto, "i risultati indicano che l'ospedalizzazione, l'infezione e le malattie critiche possono influenzare i cambiamenti nelle regioni cerebrali che sono alla base della demenza". Ha continuato dicendo che "per mantenere la salute del cervello in età adulta, è importante mantenere la salute in tutto il corpo. Alcuni degli eventi che possono farti arrivare in ospedale possono servire come fattori di rischio per la demenza".


Per capire se le malattie critiche e l'infezione sono associate ai cambiamenti della struttura cerebrale alla base del declino cognitivo e della demenza, il team di ricerca ha analizzato i dati dell'Ariosclerosis Risk in Communities Study (ARIC), che comprendevano risonanze magnetiche della struttura cerebrale, oltre che informazioni sociali, demografiche e ospedaliere di una grande coorte di partecipanti seguiti in un periodo di 24 anni, che comprendeva 5 esami medici e interviste strutturate.


Lo studio ha originariamente compreso quasi 16.000 partecipanti da 45 a 64 anni della Washington County / Maryland, della Contea di Forsyth / North Carolina, di Minneapolis / Minnesota e di Jackson / Mississippi. L'uso di questo set di dati rende la ricerca particolarmente rigorosa, afferma Walker, per il lungo periodo di studio che ha permesso al team di acquisire eventi di ricovero per molti anni. Questo è importante, osserva, perché il processo del MA si evolve nel corso di decenni e richiede tempo per la diagnosi.


Per la sua analisi, il team di Walker si è concentrato su un sottogruppo di soggetti ARIC che hanno ricevuto una risonanza magnetica cerebrale durante l'esame medico finale dello studio, per esaminare l'evidenza di atrofia e danni alla cosiddetta sostanza bianca, la parte del cervello responsabile della trasmissione di messaggi.


La sostanza bianca danneggiata appare superbianca su una scansione, simile alla sovraesposizione di una foto, spiega Walker, ed è stata misurata con un programma automatico. Tutti i partecipanti che hanno ricevuto questa risonanza magnetica cerebrale sono stati inclusi nell'analisi.


I dati sulla frequenza di ricovero sono stati raccolti da 5 esami di persona, contatti telefonici annuali con i partecipanti e un sondaggio di cartelle cliniche dei ricoveri ospedalieri durante lo studio ARIC. Il team di ricerca ha identificato la malattia critica in base a una classificazione internazionale dei codici di malattia (codici ICD-9), usati per la fatturazione assicurativa.


Le malattie gravi includevano shock, sepsi grave (infezioni del sangue), insufficienza respiratoria acuta, ipotensione, arresto respiratorio o cardiaco e necessità di rianimazione cardiopolmonare o ventilazione prolungata. Il team ha identificato allo stesso modo il numero delle principali infezioni, che comprendono setticemia, altre infezioni batteriche e polmonite.


Dei 1.689 partecipanti inclusi nell'analisi, 1.214 (72%) sono stati ospedalizzati, 47 (4%) hanno avuto una malattia grave e 165 (14%) hanno avuto un'infezione grave. L'età dei partecipanti alla prima visita era di 52,7 anni, il 60% erano donne, il 28% erano afro-americani e il 5% ha soddisfatto i criteri della demenza.


Il gruppo di ricerca ha scoperto che il ricovero durante il periodo di studio, indipendentemente dal motivo, era associato a un volume di iperintensità della materia bianca maggiore del 9% e a una integrità significativamente inferiore della microstruttura della sostanza bianca.


Tra i 1.214 pazienti ospedalizzati considerati nell'analisi, quelli che avevano una o più malattie critiche avevano un volume del cervello del 3% più piccolo nelle regioni del cervello come l'ippocampo che sono implicati nel MA. L'infezione grave è stata associata a un minore volume cerebrale in regioni vulnerabili al MA (2% più piccole) e al 10% in più di volume ventricolare cerebrale.


Sebbene l'infezione possa, in alcuni casi, causare una malattia critica, il gruppo di ricerca ha scoperto che l'infezione da sola (senza malattia critica) è associata a un volume cerebrale ridotto più tardi nella vita.


Walker e il gruppo di ricerca dicono che intendono esaminare in che modo ogni evento di ricovero si collega all'infiammazione cerebrale e all'infiammazione sistemica. Sospettano, basandosi su un crescente corpo di ricerca, che eventi come malattie e infezioni gravi possano causare infiammazione al cervello, il che porta alla riduzione osservata del volume cerebrale.


Si ritiene che questi cambiamenti cerebrali, insieme, preparino il terreno al declino cognitivo e al MA, che si stima colpisca un anziano su tre negli Stati Uniti.

 

 


Fonte: The Johns Hopkins University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Keenan A. Walker, Rebecca F. Gottesman, Aozhou Wu, David S. Knopman, Thomas H. Mosley, Alvaro Alonso, Anna Kucharska‐Newton, Charles H. Brown. Association of Hospitalization, Critical Illness, and Infection with Brain Structure in Older Adults. Journal of the American Geriatrics Society, published: 24 Sep 2018 DOI: 10.1111/jgs.15470

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.