Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'esercizio riduce lo stress e migliora la salute cellulare dei caregivers familiari

Una nuova ricerca ha scoperto che l'esercizio fisico fatto almeno 3 volte alla settimana per 6 mesi ha ridotto lo stress in un gruppo di caregiver familiari e sembra che abbia persino allungato una piccola parte dei loro cromosomi che è considerata in grado di rallentare l'invecchiamento cellulare.


"Spero che da questa ricerca emerga una nuova attenzione per il caregiver familiare", ha affermato Eli Puterman, professore di kinesiologia della University of British Columbia (Canada) e primo autore dello studio. "Abbiamo bisogno di progettare interventi che aiutino i caregiver a prendersi cura del loro corpo e della loro mente, e di fornire il tipo di supporto necessario per mantenere questo a lungo termine".


La popolazione di anziani negli Stati Uniti, dove Puterman e colleghi dell'Università della California hanno condotto lo studio, dovrebbe raddoppiare entro il 2050. I membri più giovani della famiglia forniranno sempre più spesso questo tipo di assistenza, che potrebbe incidere sulla loro salute.


"Ciò di cui hanno bisogno i caregiver è il supporto per avere comportamenti sani, perché questa è una delle prime cose da eliminare quando diventi un caregiver familiare", ha affermato Puterman. "Il tempo di prendersi cura di te sparisce".


I ricercatori hanno reclutato persone fisicamente inattive che si prendono cura di familiare con Alzheimer e demenza e che hanno riferito di provare livelli alti di stress.


I 68 partecipanti sono stati divisi casualmente in due gruppi. Un gruppo ha effettuato 40 minuti di esercizio aerobico da 3 a 5 volte alla settimana, mentre agli altri è stato chiesto di non alterare il loro livello di attività. Quelli del gruppo di esercizi avevano libero accesso a una palestra e a un allenatore per conversazioni settimanali. L'81% di loro ha aderito ad almeno 120 minuti di esercizio alla settimana per la durata dello studio.


Alla fine dello studio, non solo i caregiver hanno migliorato la loro forma cardiorespiratoria, ridotto il l'indice di massa corporea e il giro vita, ma hanno anche riferito livelli più bassi di stress percepito.


A livello cellulare, i ricercatori hanno osservato telomeri più lunghi nei globuli bianchi dei partecipanti dopo il programma. I telomeri proteggono le estremità dei cromosomi, proprio come i puntali proteggono le estremità dei lacci delle scarpe. Senza di loro, i cromosomi si accorciano fino al punto di morire o di entrare in uno stato chiamato 'senescenza', in cui smettono di replicarsi. Le cellule senescenti hanno dimostrato di essere predittive di problemi di salute in futuro, come le malattie cardiovascolari [ndt: e quelle neurodegenerative].


I risultati dello studio suggeriscono che, oltre a ridurre lo stress, l'esercizio può rallentare o addirittura invertire l'invecchiamento telomerico in un gruppo altamente stressato e a rischio.

 

 

 


Fonte: University of British Columbia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eli Puterman, Jordan Weiss, Jue Lin, Samantha Schilf, Aaron L. Slusher, Kirsten L. Johansen, Elissa S. Epel. Aerobic exercise lengthens telomeres and reduces stress in family caregivers: A randomized controlled trial - Curt Richter Award Paper 2018. Psychoneuroendocrinology, 2018; DOI: 10.1016/j.psyneuen.2018.08.002

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.