Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer e perdita di memoria da età sono due malattie diverse

dentate gyrus of a mouseIl giro dentato in un cervello di topo (Foto: Stylianos Kosmidis / Columbia University) 

Uno studio della Columbia University sui topi ha rivelato nuovi dettagli su come un ormone osseo presente in natura inverte la perdita di memoria nel cervello che invecchia.


Queste scoperte sull'ormone osteocalcina non faranno che stimolare ulteriori indagini sul meccanismo molecolare che sta alla base della memoria, e su come quella macchina può essere manipolata per migliorarla. Questa ricerca offre anche nuove informazioni su come i cambiamenti dello stile di vita che influenzano il corpo, come l'esercizio fisico, potrebbero influenzare positivamente il cervello.


Questi risultati sono stati riferiti ieri su Cell Reports da un team di ricercatori della Columbia, guidati dal premio Nobel Eric R. Kandel MD.


"Quasi tutti sperimenteranno perdite di memoria legate all'età durante la vita, quindi è incredibilmente importante capirne le cause e identificare i modi per mitigarla", ha affermato il dott. Kandel, professore di scienze cerebrali, nonché condirettore del Mortimer B. Zuckerman Mind Brain Behaviour Institute della Columbia. "Con questo studio, non abbiamo solo generato la comprensione dettagliata sull'origine della perdita di memoria legata all'età nel cervello, ma abbiamo anche dimostrato come l'osteocalcina interagisca con proteine ​​chiave nel cervello per aumentare la memoria".


Per molti anni, la perdita di memoria è stata trattata come un disturbo singolo. Quindi gli scienziati hanno iniziato a rendersi conto che non tutte le forme di perdita di memoria sono uguali.


Il morbo di Alzheimer (MA) cambia il cervello in modi diversi rispetto alla perdita di memoria legata all'età, un disturbo della memoria più lieve, benché molto più comune. Anche se sia il MA che la perdita di memoria legata all'età colpiscono l'ippocampo, il quartier generale del cervello per l'apprendimento e la memoria, ciascuno di essi punta un'area completamente diversa all'interno di quella regione.


"Il MA inizia in una parte del cervello chiamata corteccia entorinale, che si trova ai piedi dell'ippocampo", ha detto il dottor Kandel, che è anche ricercatore senior dell'Howard Hughes Medical Institute. "La perdita di memoria legata all'età, al contrario, inizia all'interno dell'ippocampo stesso, in una regione chiamata giro dentato".


Nel 2013, il Dr. Kandel e il suo team hanno scoperto un'altra differenza tra i due disturbi: una carenza nella proteina RbAp48 contribuisce significativamente alla perdita di memoria legata all'età, ma non al MA. La ricerca ha dimostrato che i livelli di RbAp48 diminuiscono con l'età, sia nei topi che nelle persone. I ricercatori hanno trovato che questo declino può essere neutralizzato; quando aumentavano artificialmente la RbAp48 nel giro dentato dei topi anziani, i ricordi degli animali miglioravano.


Nel 2017, i ricercatori hanno trovato un altro modo per migliorare la memoria dei topi. Lavorando con Gerard Karsenty MD/PhD, professore di genetica e sviluppo alla Columbia University, gli scienziati hanno scoperto che le infusioni di osteocalcina, un ormone rilasciato di norma dalle cellule ossee, hanno un effetto positivo sulla memoria.


Lo studio di oggi collega l'osteocalcina e la RbAp48, suggerendo che il principale fattore di miglioramento della memoria risiede nell'interazione tra queste molecole. In una serie di esperimenti molecolari e comportamentali, il team ha scoperto che la RbAp48 controlla i livelli di espressione del BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor, fattore neurotrofico cerebrale) e GPR158, due proteine ​​regolate dall'osteocalcina.


Questa catena di eventi sembra essere critica; se si inibisce la funzione della RbAp48, le infusioni di osteocalcina non hanno alcun effetto sulla memoria degli animali. L'osteocalcina ha bisogno della RbAp48 per avviare il processo.


Questa complessa sequenza di segnali molecolari è completamente diversa da quella associata al MA. "Questa è la prova più chiara trovata finora che la perdita di memoria legata all'età e il MA sono malattie distinte", ha detto il dottor Kandel.


Questi risultati forniscono anche ulteriori prove a favore di quello che potrebbe essere il modo migliore per allontanare, o addirittura trattare, la perdita di memoria legata all'età nelle persone: l'esercizio fisico. Studi condotti su topi dal team del Dr. Karsenty hanno dimostrato che un esercizio moderato, come il cammino, innesca il rilascio di osteocalcina nel corpo.


Il dott. Kandel postula che, nel tempo, l'osteocalcina possa aprirsi la strada verso il cervello, dove incontra la RbAp48. Alla fine, questo potrebbe avere un effetto positivo a lungo termine sulla memoria e sul cervello.


"Questa nozione indica un'altra linea di indagine che siamo desiderosi di esplorare, che è come agisce il corpo che invecchia sul cervello che invecchia, e come può essere invertito?"
, ha detto il dott. Kandel. "Le nostre ultime scoperte quasi certamente non dicono l'intera storia. Sono solo l'inizio".

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Stylianos Kosmidis, Alexandros Polyzos, Lucas Harvey, Mary Youssef, Christine A. Denny, Alex Dranovsky, Eric R. Kandel. RbAp48 Protein Is a Critical Component of GPR158/OCN Signaling and Ameliorates Age-Related Memory Loss. Cell Reports, 23 Oct 2018, DOI: 10.1016/j.celrep.2018.09.077

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.