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Disturbi di mal di testa associati a rischio di demenza, ma non di Alzheimer

La demenza è la malattia neurologica più comune negli anziani e, oltre a cercare di sviluppare un trattamento farmacologico che possa ritardare significativamente la progressione della malattia, i ricercatori hanno anche cercato di identificare i suoi fattori di rischio nella speranza che l'incidenza possa essere ridotta prevenendoli e controllandoli efficacemente.


Attualmente, i fattori di rischio identificati includono obesità, diabete, ipertensione, disturbi del metabolismo dei lipidi, malattia coronarica e insufficienza cardiaca.


Ora, dei ricercatori hanno indicato che qualsiasi mal di testa è associato ad un aumento del rischio di demenza di ogni tipo. Tuttavia, l'analisi di 6 studi con 291.549 partecipanti totali ha rilevato che l'emicrania non è associata in modo statisticamente significativo ad un aumento del rischio di Alzheimer.


Complessivamente, la storia di qualsiasi cefalea era associata ad un aumento del rischio di demenza per tutte le cause (rischio relativo [RR] = 1,24, IC 95%: 1,09-1,41), ma c'era una considerevole eterogeneità tra gli studi. Secondo i ricercatori, né l'analisi dei sottogruppi per dimensione del campione né la progettazione dello studio potrebbero spiegare la ragione dietro l'eterogeneità e un'analisi di sensibilità ha mostrato che nessuno dei singoli studi ha avuto un'influenza evidente sulla dimensione dell'effetto combinato.


L'associazione tra mal di testa e demenza rimane in gran parte sconosciuta, ma si sono ipotizzati diversi meccanismi coinvolti. Il mal di testa è un disturbo comune di dolore e ricerche precedenti hanno scoperto che diverse strutture cerebrali coinvolte nella rete del dolore subiscono cambiamenti metamorfici durante il processo della malattia. Gli autori hanno notato che queste regioni cerebrali hanno anche ruoli importanti nella rete della memoria.


Un'altra ipotesi viene da studi che hanno trovato un'associazione tra iperintensità della sostanza bianca e aumento del rischio di demenza. "Incidentalmente, si dice che i mal di testa abbiano un rischio più alto di iperintensità della sostanza bianca", hanno scritto i ricercatori, i quali hanno spiegato che sottili cambiamenti nella sostanza bianca nel cervello potrebbero contribuire ad aumentare il rischio di demenza in questi pazienti.


Tre dei 6 studi si sono concentrati sull'emicrania in modo specifico e, dopo aver unito l'effetto della condizione, i ricercatori hanno trovato un RR di 1,28 (IC 95%: 0,64-2,54) per la demenza per tutte le cause. Solo uno studio ha dimostrato un'associazione tra emicrania e un aumento del rischio di Alzheimer, mostrando un RR di 4,22 (IC 95%: 1,59-10,42).


"Va notato che nell'analisi aggregata non è stato trovato alcun risultato statisticamente significativo dell'associazione tra emicrania e demenza per tutte le cause", hanno scritto i ricercatori. "Tuttavia, il risultato di questa analisi si è basato solo su 3 studi e 2 erano riassunti, e come tale, dovrebbe essere interpretato con cautela".


Hanno aggiunto che, sebbene le attuali prove disponibili su emicrania e demenza fossero scarse, potrebbe esistere una possibile associazione e sottolineano la necessità di più ricerca di popolazione su questa associazione.

 

 

 


Fonte: Nankai University via AJMC (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Wang J, Xu W, Sun S, Yu S, Fan L. Headache disorder and the risk of dementia: a systematic review and meta-analysis of cohort studies. J Headache Pain. 11 Oct 2018, doi: 10.1186/s10194-018-0925-4.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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