Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le vitamine possono aiutare a prevenire la demenza? Nuova analisi trova prove limitate.

Un anziano su tre muore con il morbo di Alzheimer (MA) o un'altra forma di demenza. Quindi non sorprende che i ricercatori medici abbiano passato decenni alla ricerca di un modo per prevenire o trattare il declino cognitivo.


Una nuova revisione sistematica scarta un'opzione dall'elenco delle misure preventive potenziali. La meta-analisi, pubblicata dalla Cochrane Collaboration, ha trovato prove limitate del fatto che gli integratori di vitamine e minerali aiutino a prevenire o curare la demenza o il MA.


La revisione sistematica ha raccolto dati da 28 studi con oltre 83.000 partecipanti. Gli studi includevano un'ampia varietà di integratori alimentari in varie combinazioni e dosi, compresi beta-carotene, vitamina C, vitamina E, vitamina D e calcio, zinco, rame, selenio e combinazioni di vitamine del gruppo B.


I ricercatori hanno analizzato i dati in due tempi, seguendo i partecipanti per 3-12 mesi o 10 anni o più, per scoprire se gli integratori hanno fatto la differenza nel breve o lungo termine.


Anche se la qualità dei dati non ha permesso ai ricercatori di trarre conclusioni definitive, essi NON hanno trovato alcuna prova di qualità che gli integratori vitaminici o minerali abbiano un effetto significativo sul declino cognitivo o sulla demenza.


Lo studio ha trovato alcune prove deboli che l'assunzione di vitamine antiossidanti - beta carotene, vitamina C e vitamina E - a lungo termine può essere di qualche aiuto, ma sono necessarie ulteriori esperimenti per trarre una conclusione definitiva.


Questa nuova revisione arriva dopo una serie di meta-analisi pubblicate nel 2017 negli Annals of Internal Medicine. Per dare uno sguardo approfondito alle evidenze, i ricercatori hanno identificato studi randomizzati controllati in quattro diverse aree di trattamento: allenamento cognitivo, farmaci da prescrizione, integratori da banco e vitamine e attività fisica. Sfortunatamente, non hanno trovato prove convincenti del fatto che nessuno dei trattamenti funzioni.


Parte del problema di capire come prevenire la demenza è la mancanza di evidenze di qualità. La nuova revisione sistematica pubblicata il mese scorso ha combinato dati provenienti da studi che non erano stati progettati principalmente per valutare la cognizione. Molti di loro non avevano una valutazione cognitiva di base e usavano solo brevi valutazioni cognitive durante lo studio.


Inoltre, è difficile catturare in uno studio i fattori che contribuiscono alla demenza durante la vita di una persona. Molto probabilmente, decenni di circostanze e scelte - dalla dieta e l'esercizio alla vita sociale, la professione e gli hobby - si combinano in un modo unico per determinare la salute cognitiva di ogni persona. La comprensione di queste sfumature richiederebbe uno studio che copre vari decenni e che approfondisce molte aree della vita dei partecipanti.


Per ora, la migliore ipotesi dei ricercatori è che ciò che fa bene alla nostra salute generale fa bene alla nostra salute cognitiva. Fino a quando non saranno disponibili prove più solide, una dieta ben bilanciata, un'attività fisica regolare e una stimolazione sociale e intellettuale sono molto probabilmente la soluzione migliore per prevenire o ritardare la demenza.

 

 

 


Fonte: Bronfenbrenner Center for Translational Research della Cornell University, concentrato sull'uso di risultati di ricerca per migliorare la salute e il benessere delle persone in tutte le fasi della vita.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anne WS Rutjes, David A Denton, Marcello Di Nisio, Lee‐Yee Chong, Rajesh P Abraham, Aalya S Al‐Assaf, John L Anderson, Muzaffar A Malik, Robin WM Vernooij, Gabriel Martínez,  Naji Tabet, Jenny McCleery. Vitamin and mineral supplementation for maintaining cognitive function in cognitively healthy people in mid and late life. Cochrane Systematic Review, 17 Dec 2018, DOI: 10.1002/14651858.CD011906.pub2

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)