Un nuovo studio scopre che gli anziani con decadimento cognitivo lieve (a volte un precursore dell'Alzheimer) hanno più difficoltà a ricordare le date importanti e i farmaci rispetto a quelli senza problemi cognitivi.
Una lieve alterazione cognitiva può essere fastidiosa, ma non è una condizione così grave da alterare in maniera significativa la vita quotidiana. Può, tuttavia, verificarsi prima di patologie gravi come l'Alzheimer e altre demenze.
Patrick J. Brown del New York State Psychiatric Institute e colleghi, hanno analizzato i risultati dei test neurologici, di scansioni cerebrali e di altri dati, di
- 229 persone senza problemi cognitivi,
- 394 con decadimento cognitivo lieve e problemi di memoria, e
- 193 con diagnosi di Alzheimer lieve.
Secondo lo studio, quelli degli ultimi due gruppi avevano molti più problemi con almeno un tipo di funzione cognitiva, in particolare con il "mettere assieme i registri fiscali, contabili o altri documenti" e "ricordare appuntamenti, ricorrenze familiari, date delle vacanze ed i farmaci".
"Questi risultati mostrano che anche lievi disturbi nel funzionamento giornaliero possono essere un importante indicatore clinico di malattia e rappresentano le ultime fasi della progressione verso la malattia", scrivono gli autori dello studio.
Eppure, un esperto non coinvolto con lo studio ha ammonito che non si dovrebbe leggere troppo in questi risultati. "Solo perché qualcuno smarrisce le chiavi o gli occhiali, dimentica un appuntamento o una dose di farmaco non significa che ha l'Alzheimer precoce", sottolinea il Dr. James E. Galvin, professore di neurologia e psichiatria e direttore del Centro Pearl S. Barlow di valutazione e cura della memoria del Langone Medical Center della NYU di New York. Egli ha sottolineato che lo studio cercava di capire quali persone con lievi problemi di memoria [Mild Cognitive Impairment - MCI] potrebbero passare all'Alzheimer. "Tutti dimenticano di tanto in tanto", ha detto Galvin. "E' quando la dimenticanza diventa una caratteristica costante e in qualche modo interferisce con le attività quotidiane che è tempo di discutere con il medico".
Lo studio è stato pubblicato nel numero di giugno degli Archives of General Psychiatry.
Pubblicato in HealthDay il 6 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.
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