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Provato che cambi allo stile di vita migliorano la cognizione di persone a rischio di Alzheimer

Un nuovo studio ha trovato che interventi personalizzati di stile di vita non solo fermano il declino cognitivo nelle persone a rischio di morbo di Alzheimer (MA), ma aumentano realmente la loro memoria e la capacità di pensiero entro 18 mesi.


"I nostri dati mostrano un miglioramento cognitivo reale", ha detto il Dott. Richard Isaacson, neurologo e fondatore della Clinica Prevenzione dell'Alzheimer del NewYork-Presbyterian e del Weill Cornell Medical Center. "Questo è il primo studio in un ambulatorio del mondo reale che dimostra che la gestione clinica individualizzata può migliorare la funzione cognitiva e anche ridurre il rischio di MA e quello cardiovascolare".


Lo studio è stato pubblicato Mercoledì scorso sulla rivista Alzheimer's and Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association.


Il Dott. Rudy Tanzi, professore di neurologia di Harvard, condirettore dell'Henry e Allison McCance Center for Brain Health del Massachusetts General Hospital di Boston, non coinvolto nello studio, ha detto:

"Abbiamo bisogno di più di questo tipo esatto di sperimentazione clinica. Abbiamo passato così tanto tempo ad aspettare gli esperimenti sui farmaci, ma in effetti c'è molto che possiamo fare per mantenere la salute del cervello con il nostro stile di vita".

"Ma è difficile convincere il pubblico a fare ciò, se mancano studi clinici a confermare che il sonno e la dieta e l'esercizio fisico e la meditazione servono. Il modo in cui questo studio è stato progettato e realizzato è una grande guida per il futuro".

 

 

Ridurre il rischio è la chiave

Il MA inizia nel cervello circa 20 o 30 anni prima che i sintomi emergono. Si stima che circa 47 milioni di americani vivano attualmente con questo tipo di MA preclinico. Nessun farmaco esiste per aiutarli.
Alcuni possono sperimentare segni sottili di perdita cognitiva; altri sono ancora ciechi alla crescita delle placche e dei grovigli devastanti destinati per rubare i loro ricordi.


Stanno aumentando le evidenze che alcuni cambiamenti allo stile di vita, come la dieta, l'esercizio fisico e l'allenamento del cervello, potrebbero rallentare il declino mentale, forse anche proteggerci dalla demenza conclamata. Ma una taglia unica va bene per tutti? Oppure ognuno di noi ha bisogno di un piano d'azione unico su misura per i suoi specifici fattori di rischio?


Isaacson ha scommesso su quest'ultima possibilità. Dal 2013, i clienti della Clinica Prevenzione dell'Alzheimer sono sottoposti a batterie di test fisici e mentali. Sono eseguite scansioni MRI per verificare la presenza di segni precoci di accumulo di placca amiloide. Sono documentati i problemi attuali e passati di medicina, la genetica, la storia familiare, i modelli nutrizionali, le abitudini di esercizio, i livelli di stress e gli schemi del sonno.


Viene anche loro chiesto se vogliono partecipare a uno studio. "Il nostro studio è stato progettato per esaminare gli effetti di un intervento di stile di vita sulla funzione cognitiva", ha detto Isaacson. "La funzione cognitiva scema? Può rimanere la stessa o è possibile che migliori?"


Isaacson e il suo team sono riusciti ad arruolare 154 pazienti tra i 25 e i 86 anni, tutti con una storia di MA nella loro famiglia. La maggior parte di loro non aveva ancora perdite di memoria, ma avevano delle prestazioni preoccupanti nei test cognitivi. Un piccolo gruppo di 35 sono stati diagnosticati con lieve decadimento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) definito dall'Alzheimer's Association come un insieme di "cambiamenti cognitivi che sono abbastanza gravi da essere notati dalla persona interessata, dai familiari e dagli amici, ma che non influenzano la capacità dell'individuo di svolgere le attività quotidiane".


Sulla base di tali risultati, ogni persona ha avuto un piano personalizzato di prescrizioni. Su quasi 50 interventi basati sull'evidenza, ogni persona ha avuto in media 21 comportamenti di stile di vita da implementare.


"L'attività fisica e l'alimentazione erano di gran lunga le due cose più importanti sulla lista, ma quelli sono anche stati personalizzati per ogni individuo", ha detto Isaacson. Per l'attività fisica, per esempio, il programma potrebbe raccomandare l'allenamento aerobico ad intervalli per una persona, mentre a un'altra potrebbe essere raccomandata una palla per l'equilibrio o l'allenamento ai pesi su tavola verticale.


"All'interno dell'intervento dietetico, potremmo dire di consumare caffè con caffeina solo prima delle 14 per proteggere il sonno. Nessun carboidrato per 12 o più ore al giorno, che è il protocollo di digiuno intermittente", ha detto Isaacson.


Il programma comprende l'assunzione di alcol, di prodotti lattiero-caseari, di sali minerali e vitamine, suggerimenti per l'igiene del sonno, l'istruzione per imparare qualcosa di nuovo, l'ascolto di musica, la meditazione, la consapevolezza, e altro ancora.

 

 

I risultati danno speranza

Isaacson ha trovato che le persone con diagnosi di MCI, che hanno seguito almeno il 60% dei cambiamenti di comportamento (cioè in media più di 12 su 21), avevano una migliore memoria e capacità di pensiero 18 mesi più tardi. Quelli con MCI che hanno seguito meno del 60% dei comportamenti personalizzati non hanno mostrato alcun miglioramento, e, in realtà, hanno continuato a declinare.


Il secondo gruppo di pazienti con rischio genetico ma senza segni clinici attuali di demenza (chiamato gruppo di prevenzione), hanno ottenuto un potenziamento cognitivo altrettanto impressionante. Non sembrava fosse importate se avevano seguito almeno il 60% delle raccomandazioni.


Isaacson è prudente circa una sovra-valutazione del significato di questi risultati. Lo studio non è stato progettato per prevenire il MA, solo per vedere se i cambiamenti dello stile di vita influenzano la funzione cognitiva.


"Abbiamo bisogno di più ricerca, di più medici e specialisti che lo fanno", ha detto. "Ma penso che questo modello sia un piano d'azione per medici e pazienti per lavorare insieme e migliorare la salute del cervello. È prevedibile un giorno in cui le persone vanno dal loro medico e invece di sentire che non c'è niente da fare, il medico dice, «Beh, potremmo non avere le risposte perfette, ma qui ci sono 21 cose che puoi fare sulla base del tuo rischio individuale, per proteggere la salute del tuo cervello»".

 

 

 


Fonte: Sandee LaMotte in CNN (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Richard S. Isaacson, Hollie Hristov, Nabeel Saif, Katherine Hackett, Suzanne Hendrix, Juan Melendez, Joseph Safdieh, Matthew Fink, Madhav Thambisetty, George Sadek, Sonia Bellara, Paige Lee, Cara Berkowitz, Aneela Rahman, Josefina Meléndez-Cabrero, Emily Caesar, Randy Cohen, Pei-lin Lu, Samuel P. Dickson, Mu Ji Hwang, Olivia Scheyer, Monica Mureb, Matthew W. Schelke, Kellyann Niotis, Christine E. Greer, Peter Attia, Lisa Mosconi, Robert Krikorian. Individualized clinical management of patients at risk for Alzheimer's dementia. Alzheimer's & Dementia, 30 Oct 2019, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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