Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Risposta immunitaria imprevista nel cervello potrebbe aiutare a trattare le malattie neurologiche

microglia and neuron with tau tanglesUn neurone con grovigli di proteina tau all'interno è circondato da cellule di microglia (Fonte: Washington University in St. Louis).

Una scoperta inaspettata della ricerca sta fornendo nuove informazioni che potrebbero portare a nuovi trattamenti di alcune malattie e disturbi neurologici, come la sclerosi multipla, l'Alzheimer e le lesioni del midollo spinale.


Jason Plemel, ricercatore medico dell'Università di Alberta e i suoi collaboratori Joanne Stratton della McGill University, e Wee Yong e Jeff Biernaskie dell'Università di Calgary, hanno scoperto che le cellule immunitarie del cervello e del sistema nervoso centrale, chiamate microglia, interferiscono con le cellule immunitarie del sangue, chiamate macrofagi.


Questa scoperta suggerisce che le cellule immunitarie nel cervello e nel sistema nervoso centrale impediscono il movimento delle cellule immunitarie del sangue. Plemel ha detto:

“Ci aspettavamo che i macrofagi fossero presenti nella zona della lesione, ma quello che ci ha sorpreso è stato che in realtà le microglia hanno incapsulato quei macrofagi e li hanno circondati, quasi come fa la polizia in una sommossa. Sembrava che le microglia stessero impedendo loro di disperdersi in aree dove non avrebbero dovuto essere. Non sappiamo perché questo accade. È necessaria altra ricerca per rispondere a questa domanda“.


Il sistema nervoso centrale contiene sia la materia bianca che quella grigia. La sostanza bianca è composta da fibre nervose coperte da mielina, che accelera i segnali tra i neuroni e permette al cervello di inviare e ricevere messaggi velocemente. In varie malattie neurologiche e disturbi, la mielina è danneggiata, esponendo i nervi al deterioramento.


Plemel, che è anche membro del Neuroscience and Mental Health Institute, ha spiegato:

“Abbiamo scoperto che sia le cellule immunitarie che proteggono il sistema nervoso centrale (le microglia), che quelle del sistema immunitario periferico (i macrofagi) sono presenti subito dopo la demielinizzazione, e le microglia continuano ad accumularsi a spese dei macrofagi. Quando abbiamo rimosso le microglia per capire quale era il loro ruolo, i macrofagi sono entrati nel tessuto non lesionato.

“Questo suggerisce che quando c'è una lesione, le microglia interferiscono con i macrofagi nel sistema nervoso centrale e fungono da barriera che impedisce il loro movimento”.


Un effetto opposto accade quando un nervo è ferito in altre parti del corpo. Ad esempio, quando un nervo della gamba viene ferito, i macrofagi si accumulano, ma le altre cellule immunitarie residenti non lo fanno, rendendo unica la risposta delle microglia nel sistema nervoso centrale.


Anche se ci sono molte differenze nel funzionamento e nell'origine delle microglia e dei macrofagi, è stato storicamente impossibile distinguere i due tipi di cellule. È questa capacità di distinguere tra i due che può portare ad una maggiore comprensione di come ogni specifico tipo di cellula immunitaria risponde alla demielinizzazione, e di conseguenza, arrivare allo sviluppo di nuove tecniche e trattamenti che possono combattere e riparare il danno causato.


Con la stessa tecnica, Plemel ed i suoi collaboratori hanno scoperto anche che c'è più di un tipo di microglia che risponde alla demielinizzazione:

“L'indicazione di almeno due diverse popolazioni di microglia è una conferma entusiasmante per noi. Stiamo continuando a studiare queste popolazioni e, speriamo, nel tempo di capire ciò che le rende uniche in termini di funzione. Più sappiamo, più ci avviciniamo a capire cosa succede (o cosa manca) quando c'è una neurodegenerazione o una lesione, e alla possibilità di ipotizzare un trattamento e delle strategie di prevenzione”.

 

 

 


Fonte: Megan Eatock in University of Alberta (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jason R. Plemel, Jo Anne Stratton, Nathan J. Michaels, Khalil S. Rawji, Eric Zhang, Sarthak Sinha, Charbel S. Baaklini, Yifei Dong, Madelene Ho, Kevin Thorburn, Timothy N. Friedman, Sana Jawad, Claudia Silva, Andrew V. Caprariello, Vahid Hoghooghi, Julie Yue, Arzina Jaffer, Kelly Lee, Bradley J. Kerr, Raj Midha, Peter K. Stys, Jeff Biernaskie, V. Wee Yong. Microglia response following acute demyelination is heterogeneous and limits infiltrating macrophage dispersion. Science Advances 15 Jan 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)