Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Deficit di BIN1 danneggia la comunicazione tra i neuroni e il consolidamento della memoria

BIN1 green combined with pre post synaptic sitesImmagini a super-risoluzione del BIN1 (verde) in combinazione con i siti pre- e post-sinaptici. Le frecce bianche a destra indicano la sovrapposizione tra BIN1 e sinapsina, una proteina coinvolta nella regolazione del rilascio di neurotrasmettitori nelle sinapsi.

Il «bridging integrator 1» (BIN1), è il secondo fattore più comune di rischio del morbo di Alzheimer (MA) ad insorgenza tardiva, in base agli studi sulle varianti genetiche dell'intero genoma; eppure gli scienziati sanno poco di ciò che fa questa proteina nel cervello.


Ora un nuovo studio preclinico ha scoperto che la mancanza di BIN1 porta a un difetto nella trasmissione dei neurotrasmettitori che attivano la comunicazione delle cellule cerebrali, che ci permette di pensare, ricordare e comportarci.


Lo studio, guidato da Gopal Thinakaran PhD, della University of South Florida Health (USF Health) e dei colleghi dell'Università di Chicago, è stato pubblicato il 10 marzo su Cell Reports.


Circa il 40% delle persone con MA hanno una delle tre varianti nel gene BIN1, un'anomalia in un singolo blocco del DNA (nucleotide), che aumenta il rischio della malattia neurodegenerativa, ha detto il dott. Thinakaran, autore senior delo studio e professore di medicina molecolare al Byrd Alzheimer's Center della USF Health e decano associato di ricerca in neuroscienze.


“La nostra scoperta che il BIN1 si posiziona proprio sul punto di comunicazione pre-sinaptico e può regolare con precisione il rilascio delle vescicole con neurotrasmettitori ci porta molto più vicino a capire la funzione del BIN1 come fattore di rischio comune per il MA”, ha detto il dottor Thinakaran. “Abbiamo il sospetto che aiuti a controllare l'efficienza con cui comunicano i neuroni, e può avere un profondo impatto sul consolidamento della memoria, il processo che trasforma le esperienze recenti in memoria a lungo termine”.


Il team di ricerca ha creato un modello di topo in cui il gene del BIN1 è stato disattivato selettivamente, o eliminato, per caratterizzare la funzione normale della proteina nel cervello. In particolare, hanno usato tecniche avanzate di biologia molecolare e cellulare per studiare il ruolo del BIN1 nella regolazione delle sinapsi, associate all'apprendimento e alla memoria.


Per inquadrare i risultati dello studio, è utile sapere che un cervello umano sano contiene decine di miliardi di cellule cerebrali (neuroni) che elaborano e trasmettono messaggi chimici (neurotrasmettitori) attraverso un piccolo divario tra i neuroni chiamato sinapsi. Nel cervello con MA, questa comunicazione sinaptica è distrutta, con una progressiva morte dei neuroni e, infine, con un declino ripido nella memoria e con altri segni di demenza. Gli individui più suscettibili a sviluppare il MA conclamato in età avanzata sono coloro che perdono il maggior numero di sinapsi, ha detto il dott. Thinakaran.


Alcuni punti evidenziati dallo studio su Cell Reports:

  • La perdita di espressione di BIN1 nei neuroni porta al deterioramento dell'apprendimento spaziale e della memoria. In altre parole, il deficit altera l'efficacia di acquisizione delle informazioni relative allo spazio circostante, la loro memorizzazione, organizzazione e uso. I topi mancanti di BIN1 avevano più difficoltà, rispetto ai controlli, a trovare la piattaforma nascosta in un labirinto d'acqua Morris.

  • Ulteriori analisi hanno scoperto che il BIN1 si trova principalmente sui neuroni che inviano i neurotrasmettitori attraverso le sinapsi (siti pre-sinaptici) piuttosto che su quei neuroni che ricevono i messaggi di neurotrasmettitori (siti post-sinaptici). La trasmissione sinaptica nell'ippocampo, una regione del cervello associata in via primaria con la memoria, ha mostrato un deterioramento nel rilascio di neurotrasmettitori da parte delle vescicole. Le vescicole sono delle microscopiche bolle che trasportano i neurotrasmettitori dai neuroni pre-sinaptici a quelli post-sinaptici.

  • La carenza di BIN1 è stata associata a una ridotta densità delle sinapsi e a un calo del numero di gruppi sinaptici nei topi senza BIN1 rispetto ai controlli.

  • La ricostruzione delle sinapsi con microscopia elettronica 3D ha mostrato un significativo accumulo di gruppi di vescicole sinaptiche ancorate e di riserva nei topi senza BIN1. Ciò indica un rilascio lento (meno riuscito) di neurotrasmettitori dalle loro vescicole, secondo i ricercatori.


Gli autori concludono che, nel complesso, il loro studio evidenzia un ruolo non ridondante del BIN1 neuronale nella regolazione pre-sinaptica e “apre nuove strade per future indagini sul ruolo preciso del BIN1 come fattore di rischio nella fisiopatologia del MA”.

 

 

 


Fonte: Anne DeLotto Baier in University of South Florida (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pierre De Rossi, Toshihiro Nomura, ..., Anis Contractor, Gopal Thinakaran. Neuronal BIN1 Regulates Presynaptic Neurotransmitter Release and Memory Consolidation. Cell Reports, 10 Mar 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)